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Il convegno di Verona fa schifo pure al capogruppo leghista

Quand’è troppo, è troppo… Prendiamo la notizia di peso dalla testata online Open * (fondata e diretta da Enrico Mentana) e non ci sembra necessario aggiungere commenti. Per una volta…

Per dare un quadro più preciso della follia che alberga negli organizzatori, alleghiamo in fondo la lettera dell’avvocato Guerini, che si propone non solo di abolire la legge sull’aborto, ma di punire le donne che dovessero effettuarlo con un pena da 8 a 12 anni di carcere.

Buon divertimento, se ci riuscite a ridere sopra…

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Verona, il capogruppo leghista si dimette: «Il Congresso della Famiglia è imbarazzante»

Mauro Bonato ha lasciato il suo incarico di capogruppo al consiglio Comunale. «La Lega è nata per ottenere l’autonomia delle regioni, non per sindacare su temi etici o familiari. Se va avanti così come vuole Pillon torneremo a tempi antichi dove le donne fanno solo le schiave degli uomini».

Mauro Bonato, consigliere leghista del Comune di Verona, ha voluto gridare forte e chiaro il suo dissenso al congresso Mondiale della Famiglia organizzato nella sua città. E l’ha fatto dimettendosi venerdì 8 marzo dal suo incarico di capogruppo della Lega. «Trovo agghiaccianti le parole dei relatori. Non possiamo accettare che salga sul palco chi equipara omosessualità e satanismo». Il riferimento è alla scrittrice Silvana de Mari, relatrice dell’evento e condannata dal tribunale di Torino per le sue affermazioni contro la comunità LGBTQI+. «Se il ministro Fontana voleva organizzare questo raduno tra i suoi fan allora avrebbe dovuto farlo senza i loghi del Comune e della Provincia», afferma Bonato.

Il consigliere fa parte della vecchia guardia della Lega, «quella nata per ottenere l’autonomia delle regioni, non per sindacare su temi etici o familiari». Eletto in Parlamento nel 1992, poi due volte sindaco della suo paese in provincia di Verona, Bonato afferma di non riconoscersi nella «Lega cattolico-integralista che ha preso il sopravvento qui da noi». Già l’anno scorso Bonato aveva preso una posizione forte quando il consigliere Alberto Zelger aveva affermato che «i gay sono una sciagura» e che «le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto». Allora, Bonato era riuscito a portare all’ordine del giorno in consiglio Comunale una mozione contro il Consigliere per le sue dichiarazioni scandalose. Espulso dalla Lega per dissidi interni, Bonato era rimasto comunque a far parte della coalizione leghista in Comune. 

«Vogliono rendere Verona la culla del Medioevo, ma Verona non lo merita – spiega a Open Bonato – Verona è una città di accoglienza». Il leghista dissidente, che preferisce definirsi uno «spirito libero» resterà comunque in consiglio comunale, dove conta di «dare fastidio» alle correnti reazionarie, di disturbare chi vuole fare passi indietro sui diritti di donne e omosessuali. «Perché se va avanti così come vuole Pillon le donne non faranno più le politiche né le giornaliste, torneremo a tempi antichi dove fanno solo le schiave degli uomini».

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LA DUPLICE VALENZA REFERENDARIA DEL COMITATO NO194

Il nostro Comitato, che ho fondato il 18-7-2009, ha una duplice valenza referendaria:

a)ABROGATIVA, con la quale intendiamo cancellare la legge 194, che ha legalizzato l’aborto volontario in Italia nel 1978, salve rimanendo (ovviamente e premessa la non totale abrogabilità formale della legge per il divieto di vuoto normativo affermato costantemente dalla Consulta) le disposizioni sanzionatorie, artt. 17,18 e 19 (in assenza delle quali peggiorativamente non sarebbero più perseguibili condotte gravi come l’aborto procurato da un medico volontariamente o colposamente contro la volontà della donna e le poche ipotesi in cui oggi l’aborto volontario non è ammesso), oltre al caso (art. 6 lett. a) insuperabile del grave pericolo di Vita della donna che porti a termine la gravidanza, ammesso in tutto il mondo, compreso lo Stato Città del Vaticano (ai sensi dell’art. 49 n. 3 di quel codice), come pure in Italia prima della 194 in forza dell’art. 54 c.p.;

b)PROPOSITIVA, con cui, quando sarà ammesso il referendum propositivo nel nostro paese, vogliamo introdurre una normativa corrispondente al testo da me redatto e pubblicato sul nostro sito no194.org il 14-12-2015, che prevede una pena edittale dagli 8 ai 12 anni di reclusione, mutuata dalla sanzione dai 4 ai 12 prevista dall’art. 578 c.p. per l’infanticidio, commesso dalla madre nei primi 3 gg dalla nascita, come da giurisprudenza, in quello stato di abbandono materiale e morale, assente nel caso dell’aborto volontario.

Un reato del quale risponderebbero tutti coloro che concorrono materialmente e moralmente (mediante istigazione o agevolazione) nella sua commissione.

E una pena base aggravata sino alla metà a carico del potenziale padre, se responsabile sempre materialmente o moralmente, soggetto che non paga sul proprio fisico le conseguenze dell’atto abortivo.

Preciso che l’adesione al nostro Comitato è stata raccolta solo sotto la prima valenza, in quanto il referendum propositivo non era, come non lo è ancora, previsto nel nostro ordinamento giuridico.

La nostra posizione completa è stata da me espressa nel corso del corteo di Padova di sabato scorso, come da video allegato, e sarà ribadita in occasione del prossimo corteo di Milano, che si svolgerà sabato 13-4-2019, con partenza alle ore 15 da piazzale Cadorna, a cui siete tutti invitati.

Avv. Pietro Guerini-Presidente nazionale Comitato NO194 ed omonima associazione  

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • Gianfranco

    Non capisco perché abbiate voluto infliggerci un quarto d’ora di deliri di questo fascio-demente.


    • Redazione Contropiano

      Qualche volta il nemico lo deve studiare bene, se proprio era troppo per lei, poteva saltare il video e leggersi solo l’articolo, è facile eh!

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