Come era prevedibile è pienamente riuscita la manifestazione di Caserta in difesa dell’ Ex Canapificio messo sotto sequestro, nei giorni scorsi, da un intervento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
La manifestazione ha coinvolto quanti – da tutta la Campania ma anche attraverso delegazioni provenienti da altre regioni – hanno inteso esprimere il loro sdegno alla campagna nazionale di criminalizzazione degli spazi sociali, orchestrata da Matteo Salvini, e – soprattutto – la vicinanza politica e materiale alle decine di migliaia di immigrati che popolano il territorio di Terra di Lavoro.
Una generale condizione di supersfruttamento nel comparto agricolo, nel ciclo dell’edilizia e nelle variegate pieghe dei circuiti della criminalità organizzata la quale è la storica caratteristica con cui si declinano i dispositivi di comando e controllo sugli immigrati in quest’area. Una risposta, quindi, non solo ad una politica securitaria ed autoritaria che ha ispirato l’operazione giudiziaria della Procura della Repubblica ma anche al clima razzista ed xenofobo che sta appestando il nostro paese.
Dobbiamo però rilevare che, particolarmente, sul versante dell’ “antirazzismo” stiamo assistendo ad un maldestro, quanto scoperto, tentativo del “nuovo PD” (quello di Zingaretti and company) di rifarsi una verginità politica e di capitalizzare un sacrosanto sentimento di solidarietà che, a vario titolo, si sta esprimendo in alcune mobilitazioni.
La manifestazione di Caserta è stata sporcata dalla presenza delle bandiere del PD le quali sono state accolte e difese dagli organizzatori del corteo con argomentazioni – politicamente errate nel metodo e nella sostanza – che alludono alla necessità “del fronte antifascista e della necessità di fare muro contro il barbaro Salvini”.
Questa sciagurata posizione politica – per quanto declinata ai fini di una “trattativa con la Regione Campania” – non è solo errata sul piano politico generale ma mina, al momento ed anche in prospettiva, le potenzialità e le ragioni sociali di un positivo sbocco della Vertenza con Palazzo Santa Lucia.
Chi ha fatto lotte, vertenze e tavoli di trattativa su tutto l’arco dei temi e delle questioni sociali, sa bene che l’autonomia e l’indipendenza politica e programmatica, unitamente alla forza della mobilitazione, sono l’unico viatico per portare a casa risultati positivi utili per tutti.
Questo fondamentale criterio è ancor più valido in un tornante politico generale, come questo che stiamo vivendo, dove i tradizionali spazi di “mediazione politica e di governance delle contraddizioni” si vanno consumando sotto i colpi dell’offensiva repressiva.
A conferma di questa deriva politica, dopo la manifestazione, è stato diramato un comunicato da parte del segretario regionale del PRC il quale, nel resocontare la manifestazione, cita esplicitamente (e positivamente) il PD tra i partecipanti al corteo.
Bene, quindi, hanno fatto quei compagni che hanno inteso esprimere il loro disappunto sulla presenza degli scagnozzi del PD nella piazza di Caserta. Del resto è passato solo qualche mese (ma sembra un secolo) da quando sul molo di Catania gli attivisti di Potere al Popolo e gli antirazzisti etnei hanno cacciato i militanti del PD che – come è successo ieri a Caserta – si erano mischiati alla manifestazione antirazzista sulla vicenda della nave Diciotti (https://video.repubblica.it/edizione/palermo/catania-manifestanti-di-potere-al-popolo-contestano-militanti-pd-davanti-alla-diciotti-via-dal-corteo/313056/313683)
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Salvatore Fierro
Diciamo che se Zingaretti vuole restituire verginità al PD, c’è chi nell’area movimentista e la pseudo sinistra radicale, gli sta cucendo un vestitino adatto per l’occasione. Interessi e strategie elettoralistiche si muovono all’alba di questa verginità in cerca di riconoscimento, storico opportunismo di una sinistra, che oltre la stessa verginità, dovrebbe recuperare un proprio percorso identitario , del tipo “come ” e “da chi ripartire “. La questione che si confonde il progetto di un partito, come il PD, accentrandolo in un nome ( quello di Renzi ) senza voler ammettere ( dunque, mentire a se stessi ) che questo partito ha abbracciato una linea ed uno spazio politico ben preciso: la continuità con il cinquantennio democristiano.
Rino Malinconico
Nella logica consueta del confronto tra compagni, mi parrebbe opportuno Fer conoscere ai lettori di Contropiano il comunicato del PRC campano, cui si accenna nell’articolo. Un comunicato teso a valorizzare pienamente il catattere vertenziale, e non semplicemente propagandistico, di ciò che tutti assieme abbiamo costruito ieri nelle strade di Caserta. Un corteo indirizzato, in altre parole, a rendere più praticabile il raggiungimento di un obiettivo specifico: la immediata riapertura del Canapificio.
Di seguito, il testo del comunicato di Rifondazione Comunista della Campania.
Grazie per l’ospitalità.
Rino Malinconico
Oltre 5.000 persone. Tantissimi erano senza bandiere, ma sono state significative anche le bandiere che c’erano, testimonianza eloquente dell’ampiezza di forze che si è già espressa a sostegno del Canapificio: dalla CGIL ai Cobas, da Rifondazione ai Verdi, da Potere al Popolo al PD. E poi gli Scout, Emergency, ARCI, Melagrana, YaBasta… E poi ancora tanti, tantissimi migranti. Coi loro tamburi e i loro canti.
Un corteo che ha marciato per 5 chilometri. Con decisione.
Compatto, variegato, bello, combattivo.
Una riuscita prova di forza organizzata in soli cinque giorni.
Oggi, dunque, il CSA ex Canapificio sta un poco meglio nel suo difficile braccio di ferro con l’insieme dei poteri – governo, giudici, polizie, amministrazione regionale – che stanno provando a cancellarlo.
Ma è ancora lunga, lunga e difficile, la battaglia per difendere questo straordinario presìdio di civiltà, che pratica con determinazione e sapienza l’accoglienza, la solidarietà e la difesa dei diritti delle persone.
È una delle esperienze più significative del Mezzogiorno d’Italia, quella dell’ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta.
Non può, non deve morire.
Rincuorati dal successo di oggi, da questa prima, consistente prova di piazza, l’ex Canapificio è già proiettato verso le prossime iniziative:
1) una gigantesca raccolta di firme (si veda la pagina Facebook del Canapificio) che già conta diverse migliaia di adesioni;
2) un presidio di massa, veramente di massa, sotto i palazzi della Regione Campania, che è il proprietario dello stabile, quello che dovrebbe fare i lavori di messa in sicurezza, come recita lo stesso dispositivo di sequestro emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Si andrà avanti dunque con la lotta.
E però oggi lo sappiamo con certezza:
il Canapificio non sarà mai solo.
#SIAMOTUTTICANAPIFICIO
#CANAPIFICIORIAPERTOSUBITO
Gianfranco
E con la partecipazione di PaP a queste sacrosante iniziative, MA INSIEME A PD E PRC (una faccia una razza) ecco bella che sputtanata anche la debole speranza di Potere al Popolo, che in questa prospettiva diviene presto anche lei storia del passato (inglorioso). Mi sa che il morto sia riuscito molto presto ad afferrare il vivo, R.I.P.
Redazione Contropiano
Essendoci stato in piazza il “confronto” di cui si parla, “il morto” può aspettare ancora un po’… Il rischio esiste sempre, ma solo i morti non rischiano più nulla…