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È arrivata la mannaia della procedura di infrazione UE

Ieri la Commissione UE ha notificato le procedure di infrazione per disavanzo eccessivo a 7 paesi. La mannaia dei vincoli di bilancio arriva su Polonia, Ungheria, Slovacchia e Malta, e anche sulla Francia e sul Belgio.

Il settimo paese, ovviamente, è l’Italia, che ha chiuso il 2023 con un deficit del 7,4% rispetto al PIL, ovvero più del doppio del limite del 3% ancora previsto nel nuovo Patto di Stabilità. Per ora, comunque, ci si limiterà semplicemente alla comunicazione.

Sarà infatti la nuova Commissione Europea, che verrà nominata entro poche settimane, che in autunno dovrà dare le “raccomandazioni” necessarie al rientro nei parametri. E anche richiedere le possibili correzioni di spesa sulla base delle “traiettorie tecniche” di spesa netta.

È su di esse che i governi dovranno presentare entro il 20 settembre i propri piani strutturali di bilancio a medio termine. A quel punto, la Commissione potrà proporre le raccomandazioni al Consiglio dell’Unione Europea sul rientro del disavanzo nel pacchetto di autunno del semestre europeo.

Da Bruxelles commentano: “in Italia permangono vulnerabilità legate all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze residue nel settore finanziario, che hanno rilevanza transfrontaliera“.

Per il nostro paese, “nel complesso, l’analisi della sostenibilità del debito indica rischi elevati nel medio termine. Secondo le proiezioni decennali di base, il rapporto debito pubblico/PIL aumenta costantemente fino a circa il 168% del Pil nel 2034“.

La Commissione ha apprezzato il fatto che non si sono verificate pressioni salariali. Aggiunge, inoltre, che “il patto di stabilità e crescita riformato, compresa l’applicazione della procedura per i disavanzi eccessivi, offre un meccanismo di sorveglianza adeguato e forte per affrontare i rischi per la sostenibilità fiscale e per integrare la sorveglianza“.

Anche se l’Italia non è più valutata in “squilibrio macroeconomico eccessivo“, ma solo in “squilibrio“, la procedura di infrazione si può già preventivare che varrà tra gli 8 e gli 11 miliardi di spesa pubblica annuali. Nel triennio 2025-2027 in essi si potrà conteggiare la maggiore spesa per interessi sostenuta per i tassi aumentati.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha calcolato che, per rinnovare per il 2025 alcuni interventi finanziati solo per l’anno corrente, la prossima manovra richiederebbe già intorno ai 18 miliardi. Non serve essere economisti per capire che sta per arrivare un’altra ondata di tagli e privatizzazioni (di quel poco che è rimasto pubblico).

Se guardiamo oltre l’Italia, è utile ricordare che i francesi andranno al voto entro una decina di giorni, in una situazione di forte polarizzazione del quadro politico. E sia il Nuovo Fronte Popolare sia la compagine guidata da Marine Le Pen non hanno programmi che si adattano bene a una procedura di infrazione.

In una nota dell’11 giugno, Simon Freycenet, economista di Goldman Sachs, ha ricordato come il programma presentato da Rassemblement National nel 2022 valesse 100 miliardi di spesa. Mentre gli analisti del partito di Macron, Renaissance, hanno calcolato quello del Fronte Popolare in addirittura 287 miliardi

Il Belgio sta per cominciare le trattative per l’istituzione del nuovo governo. Le elezioni hanno restituito un quadro di possibili alleanze complesso, e in passato le consultazioni sono durate anche più di un anno: la procedura di infrazione sarà un elemento di pressione non indifferente.

E lo sarà anche sulle elezioni francesi e sulla tenuta del governo Meloni, sempre più europeista, al di là di alcune uscite propagandistiche.

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