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Amiata: arsenico in aumento nell’acqua; tutto tace o forse no?

Se non sono capaci di garantire a tutti acqua e salute, si dimettano, anziché finanziare con i soldi della geotermia i privati per istallare depuratori casalinghi.

E’ record storico negativo per l’arsenico nelle sorgenti amiatine! Il 4 aprile scorso Arpat rileva lo sforamento dei limiti di legge delle sorgenti Galleria Alta e Galleria Bassa di S. Fiora e della sorgente Ente di Arcidosso, 11 μg/L le prime due e 14 μg/L la terza, a cui non ci risulta siano seguiti provvedimenti né, tantomeno,  informazione alla popolazione.

Come denunciamo da anni, in corrispondenza della realizzazione delle centrali di Bagnore e di Piancastagnaio, c’è stato un progressivo aumento della concentrazione di arsenico nell’acqua del monte Amiata e una costante diminuzione della falda potabile; il prof. Borgia valutava, già anni fa, la perdita di una quantità d’acqua come il lago di Bolsena che basterebbe a dissetare la popolazione mondiale per un mese e il calo continuo della falda di un metro al mese in media.

Il caso della sorgente Galleria Alta, che è la più importante del monte Amiata, è la prova delle nostre denunce: dai dati pubblicati dalla locale USL e Acquedotto del Fiora, infatti, si rileva che da una concentrazione di 4 μg/L (microgrammi/litro) del 1999 si arriva al 4 aprile scorso con il raggiungimento di 11 μg/L (vedi tabella allegata), valore ormai fuorilegge oltre il limite di 10 μg/L.

Altra storia, non meno preoccupante, quella della sorgente Ente di Arcidosso che negli ultimi anni ha spesso superato il limite di legge dei 10 μg/L, ma mai aveva raggiunto la concentrazione di 14 μg/L, indicando quindi un trend generalizzato di aumento della concentrazione di arsenico.

Ci si sarebbe aspettato che una qualche autorità, a cominciare dai sindaci che sono responsabili per legge della salute dei cittadini, alla Regione e Arpat/Ars, all’Acquedotto del Fiora, avessero avvisato la popolazione e rassicurato che il superamento del limite di legge fosse sotto controllo e che ai rubinetti delle famiglie comunque fosse garantita, se non la decantata acqua “pura” dell’Amiata, almeno acqua nei limiti di legge, tenuto anche conto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda valori anche inferiori agli attuali limiti di legge, come anche i medici dell’ISDE, e sconsigliano l’uso potabile per bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie, quando le concentrazioni superino i 5μg/L. Invece, passati oltre tre mesi, non ci risulta – e ci farebbe piacere essere smentiti – nessuna comunicazione in merito, se non l’allarme lanciato il 20 giugno dai cittadini attraverso il sito www.rifondazionesantafiora.it.

Tutto tace? No, perché pochi giorni fa è avvenuta l’approvazione della Delibera di Giunta n.77 del comune di Arcidosso con la quale si concedono ai singoli cittadini fino a 250 euro per l’acquisto di impianti domestici di depurazione, in coincidenza sospetta di un incontro a Castel del Piano dove è stato presentato da una ditta privata un sistema di uso domestico per filtrare l’acqua alla presenza di molti amministratori locali, compreso il presidente dell’Acquedotto del Fiora ed ex sindaco di Arcidosso, Emilio Landi.

Peraltro il finanziamento dei depuratori privati verrà fatto con i soldi del Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), quindi con i finanziamenti che dall’Enel transitano attraverso gli Enti locali.

Questa Delibera indirettamente conferma la relazione tra geotermia ed inquinamento crescente delle falde idriche e che l’amministrazione di Arcidosso considera l’acqua non un diritto, ma una merce.

E’ evidente che ormai anche le amministrazioni e il gestore hanno preso atto del denunciato depauperamento del bacino potabile dell’Amiata e di fronte all’incapacità dei soggetti preposti alla tutela dell’acqua e della salute; ci si aspetta immediati provvedimenti per impedire a monte la distruzione e l’avvelenamento delle sorgenti, oppure scuse pubbliche e dimissioni.

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1 Commento


  • Valeria Cuni

    Buongiorno, scrivo a nome della Sidea King’s Water organizzatrice del famigerato incontro del 17 di giugno. Comprendendo perfettamente il Vostro interesse e la Vostra propaganda, teniamo a precisare che il nostro lavoro non può essere strumentalizzato a tal fine, soprattutto da chi non c’era e non ha partecipato, ergo, da chi ignora di cosa si sia trattato.

    Ci sono una serie di errori infiniti in ciò che avete scritto, incluso il termine “depuratori” che è in contradizione anche del decreto legge che sancisce le norme per le acque destinate al consumo umano, ma sorvoliamo sui dettagli tecnici (Vi invitiamo però ad approfondire).

    Parlate di finanziamenti pubblici che non esistono, o meglio, non esistono nei termini equivoci da Voi riportati, parlate che l’incontro era finalizzato alla presentazione di un prodotto. Ridicolo.
    Anche la foto presa da Facebook da Voi denominata “locandina” non corrisponde alla realtà, la locandina è pubblicata per intero sull’evento ed era affissa anche in luoghi pubblici per essere visibile e presente a tutti (possibile visualizzarla a questo indirizzo https://www.facebook.com/SorgenteMia/photos/gm.268368223637844/1721257861224717/?type=3&theater).

    Quello che voi avete preso era uno dei tanti post con slogan differenti facenti parte esclusivamente al “marketing” dell’evento, poiché la fobia dell’arsenico è usata per puntare il dito sull’acqua pubblica, quella da Voi riportata è solo un immagine per chiamare l’attenzione ed invitare a cliccare per sapere di più sul vero tema dell’evento, siete stati molto abili ad individuare l’UNICO post che parlava di questo.

    La ragione dell’evento è stata solo la volontà di fare un po’ di chiarezza. Siamo stati interpellati per delle problematiche sollevate da alcuni cittadini, interfacciati, ci siamo immediatamente resi conto che nel territorio c’è un panico ingiustificato e una strumentalizzazione di questo per meri interessi di propaganda, ma sicuramente non c’è informazione e non si fa l’interesse degli utenti. Senza elementi possono fare delle scelte controproducenti come risolvere con il “fai da te” quello che percepiscono come un problema, applicando per esempio tecnologie inadeguate all’acqua destinata al consumo umano (per dirne una l’osmosi inversa).

    Ci è stato richiesto di fare un incontro, ma visto che siamo una società seria e il nostro ambito è quello alimentare cosa che noi prendiamo molto sul serio, abbiamo pensato che potesse essere utile una tavola rotonda invitando TUTTI.
    Tutti coloro che potessero avere interesse sul tema acqua potabile, tutti coloro che avessero critiche da fare alle istituzioni, le istituzioni stesse i cittadini tutti, cercando di organizzare un dibattito a 360° che portasse alla luce la realtà lasciando ai poveri di spirito le speculazioni.

    La cosa curiosa è che c’è stato un processo alle intenzioni prima dell’evento e un gran “chiacchiericcio” dopo l’evento, ma casualmente chi parla di più e a gran voce è proprio chi all’evento non c’è stato!!!

    Nel caso Vogliate riportare i fatti come realmente sono, siamo a Vostra cortese disposizione per fornirvi tutti gli strumenti e le informazioni necessarie, sarà un immenso gioia fare quello che ci eravamo proposti con l’evento sopracitato, mettendo a Vostra disposizione la nostra trentennale esperienza in ambito di acque destinate al consumo umano.

    Valeria Cuni

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