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Siderno (Calabria). I carabinieri pretendono di schedare chi assiste al film su Stefano Cucchi

Adesso è vietato anche guardare un film che ha vinto premi ed è uscito nelle sale…

Certo non dev’essere un film qualsiasi, ma uno dove lo Stato, i carabinieri, in generale le forze dell’ordine, la magistratura e persino i medici di un reparto ospedaliero per detenuti fanno una pessima figura. E non basta neppure che sia tutto vero, assolutamente vero, confermato in aula da una confessione di uno dei carabinieri che ha assistito in prima persona a un pestaggio conclusosi con la morte del detenuto.

In realtà, il film può esser visto da tutti, ovunque e non solo al cinema. Ma se a due carabinieri viene in testa di schedare gli spettatori…

Tutto vero anche in questo caso.

Racconta infatti il quotidiano torinese La Stampa, non sospettabile di avercela con l’Arma:

Carabinieri alla proiezione del film-denuncia su Cucchi: “Dateci la lista dei presenti”

È successo in una libreria calabrese durante un evento-dibattito. La titolare: non era mai successo. La moderatrice dell’incontro: sensazione di intimidazione. Il colonnello: era solo un’attività di routine

La cosa più agghiacciante è la giustificazione del colonnello: “attività di routine”. Ossia: è un’abitudine di “noi carabinieri” prendere informazioni su chi assiste a eventi, manifestazioni, proiezioni, spettacoli, ecc, in cui la figura dei carabinieri viene anche soltanto latamente criticata… Ben oltre ogni livello di immaginazione, ben oltre gli “stati di polizia” descritti nei film (appunto…). Alla luce di episodi come questo, non può venire alcun dubbio da dove provengano le minacce che quotidianamente giungono – soprattutto ora, dopo le “il carabiniere pentito” ha fatto i nomi degli assassini e dei depistatori delle indagini – le minacce contro Ilaria e la famiglia Cucchi.

Qui di seguito la ricostruzione, ovviamente “prudente” (non si sa mai…) de l’Huffington Post:

Carabinieri alla proiezione del film su Stefano Cucchi a Siderno: “Dateci la lista dei presenti”

La titolare di una libreria calabrese denuncia la richiesta inusuale degli uomini in divisa: “Non era mai successo”. Ma per il comando era “attività di routine”

Due carabinieri in divisa entrano nella libreria dove sta per iniziare la proiezione di “Sulla mia pelle”, il film sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. “Mi hanno salutato e chiesto la lista dei partecipanti” afferma Roberta Strangio, titolare della libreria, spiazzata davanti a una richiesta inusuale, “non era mai successo prima”. Risponde che un elenco non esiste e loro, con gentilezza, si congedano. Ma non lasciano il locale.

A raccontare quanto avvenuto al centro commerciale Le Gru di Siderno, comune della locride, è La Stampa. “Ogni tanto i due si affacciavano nella saletta per ascoltare, ma non sono mai intervenuti. Non c’è mai stata alcuna intimidazione, sia chiaro” precisa la titolare. “Dopo la conclusione del dibattito ho ripensato a cioè che è successo e mi sono sentita un po’ intimidita. Ma solo in un secondo momento” racconta una giornalista free lance, Maria Teresa D’Agostino, che ha curato il dibattito.

Il colonnello Gabriele De Pascalis, comandante del gruppo di Locri, raggiunto dalla Stampa esclude la volontà di schedare i presenti e parla di “attività di routine”.

Vedi anche:

https://contropiano.org/news/politica-news/2018/11/10/calabria-anche-a-pizzo-polizia-in-sala-durante-la-proiezione-del-film-su-stefano-cucchi-0109307

https://contropiano.org/news/politica-news/2018/11/08/ilaria-cucchi-mio-fratello-e-morto-per-mancanza-di-umanita-ed-interesse-intanto-continuano-ad-arrivare-minacce-ed-insulti-0109272

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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3 Commenti


  • Peppe

    La vera faccia dei carabinieri.
    farò vedere questo film alla mia amica che adora la serie del Maresciallo Rocca.
    “Stiamo solo facendo il nostro lavoro”. Ecco quello che fanno invece i carabinieri.
    Ce ne vuole per picchiare un uomo ammanettato! Il sadismo misto alla vigliaccheria crea una bomba esplosiva. La divisa da modo a questa gente di nascondersi e di commettere le loro malefatte senza essere puniti.
    Ovviamente l’hanno fatto perché hanno capitato il povero disgraziato. Qualche canna ha dato loro la scusa perfetta per poterlo massacrare.
    I criminali neppure li toccano.
    Parole di un carabiniere: “non possiamo arrestare i veri criminali. Se li arrestiamo quelli pagano un buon avvocato, escono subito e poi ci bruciano la casa la, macchina e ci violentano persino la moglie”.
    Oo non mi pentirò mai di essermi trasferito in Olanda. L’Italia è un paese marcio.
    Una cosa del genere qui non è mai successa… se fosse successa i responsabili li avrebbero sbattuti in galera ed avrebbero buttato via la chiave come meritano. Altro che anni di imbrogli e di favoreggiamenti!!


  • Donmico

    Mi da lﹰidea di una strumentalizzazione dei fatti. Se i Carabinieri avessero voluto sapere i nominativi dei partecipanti certamente non avrebbero chiesto agli organizzatori. Con la tecnologia moderna controlli tutti senza che nessuno se ne accorge. Basta uno smartphone.

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