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Il grido della Terra di Lavoro contro l’avvelenamento del territorio

In più di mille, domenica pomeriggio 28 ottobre, sotto un cielo inclemente carico di pioggia, hanno sfilato a Pignataro Maggiore (agro caleno nell’alto casertano) contro il progetto di insediamento di ben due nuovi impianti di riciclaggio di rifiuti pericolosi in un territorio già devastato da sversamenti tossici e abusivi e bonifiche di ex insediamenti industriali come la Pozzi ceramiche mai realizzate.

Militanti del Centro Sociale “Tempo Rosso”, attivisti del territorio e persino una delegazione ambientalista siciliana hanno marciato attraverso il paese sostenuti da una presenza di popolo sollecitata da una mobilitazione di più di un mese. Su centinaia di balconi e cancelli c’erano lenzuola e striscioni che denunciavano l’intenzione della Giunta Regionale De Luca e gruppi di prenditori locali di destinare al territorio dell’agro caleno di nuovo ad una pattumiera di rifiuti che l’area metropolitana napoletana e le sue aree industriali non riescono né a smaltire né a riciclare.

Il territorio dopo aver vissuto stagioni di dismissioni di piccole e medie industrie , aziende storiche come tabacchifici e zuccherifici ora vive una fase di ulteriore impoverimento con nuova emigrazione e disoccupazione giovanile ( e non solo giovanile) ai massimi storici ecco perché l’insediamento dei due impianti lo si fa balenare come la possibilità di lavoro e impiego.

Il lunghissimo serpentone che aveva tutte le caratteristiche della mobilitazione popolare, presenti famiglie intere con i bambini, giovani studenti , anziani, ha percorso diversi km giungendo al luogo preposto per gli impianti urlando le loro intenzioni di non tornare indietro.

Con un comizio a più voci è stata ribadita la netta opposizione e l’intenzione di continuare la lotta con denunce e controinformazione in ogni angolo del territorio a oltranza

.Riaffermata la necessità di vere bonifiche in quella parte del paese che i giornali di regime qualche anno fa, di spalla a grosse aziene alimentari del Nord, battezzarono “Terra dei fuochi”

Formalmente richiesto un incontro con il governatore che nel frattempo aveva ribadito, con la sua consueta arroganza e indifferenza circa la volontà e il controllo popolare, di voler costruire un inceneritore nella zona di Giugliano alla periferia di Napoli e voler far distruggere senza distinzione le tonnellate di rifiuti colà ferme da anni in località “Taverna del Re”.

Questa precisa intenzione ha già allertato i comitati di difesa dell’ambiente che qualche anno fa sostennero un notevole ciclo di lotte in quella zona dove interessi forti sono sostenuti dalla malavita e dagli “affaires”camorristici che in zona hanno cambiato cavallo di corsa sostenendo candidati legati al Partito di governo del Nord.

Silenti e sotto botta i pentastellati che avevano lucrato molto dalle mobilitazioni contro i roghi e per l’ambiente dopo aver scoperto il loro vero volto nella questione NoTap nel Salento.

Da tutto ciò è evidente l’urgenza e la necessità di legare le lotte che riguardano l’ambiente, la salute la sicurezza a quelle storiche NO TAV, NO MUOS NO TAP in un unico percorso di ricomposizione sociale dei subalterni.

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