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Civitavecchia. Sul Tvn Enel ignora la città e licenzia

Quello che da tempo denunciamo nei nostri interventi pubblici si è tristemente confermato anche durante il tentativo di conciliazione delle parti sociali, avvenuto nei giorni scorsi davanti al Prefetto di Roma: Enel chiude al confronto e conferma spavalda il piano che prevede entro il 2021 la perdita di 97 posti di lavoro a Torrevaldaliga Nord.

Per l’ennesima volta dunque ci troviamo di fronte a strategie aziendali che considerano Civitavecchia ed il suo comprensorio alla stregua di insignificanti colonie da sfruttare fino all’ultimo e da abbandonare subito dopo.

A tale logica ci opponiamo da sempre come ambientalisti e come cittadini di uno dei territori italiani dove la crisi occupazionale morde di più.  Siamo convinti per questo che a tale piano di riorganizzazione aziendale vada data una risposta radicale ed incisiva capace di saldare da subito i due aspetti più spinosi dell’annosa questione TVN, quello legato alla decarbonizzazione del sito e quello sacrosanto della tutela dei posti di lavoro.

Per controbilanciare lo strapotere di Enel sul territorio serve però la mobilitazione dell’intera città.  Non è pensabile che ad un’impresa che fa miliardi di utili all’anno e che è proprietaria di uno dei poli energetici più inquinanti d’Europa si consenta pure il privilegio di sconvolgere gli equilibri occupazionali cittadini.

Non è accettabile che sotto l’ombra di un impianto che nel 2017 ha emesso 9.747.838 tonnellate di gas serra (fonte: Enel) e dove negli scorsi decenni, con la complicità di tutta la politica locale, si è usato il ricatto occupazionale come guinzaglio per ostacolare le lotte dei cittadini a tutela di ambiente e salute pubblica,  oggi si venga a parlare di tagli all’organico.

Di fronte a tali provocazioni ribadiamo ed anzi auspichiamo che gli unici tagli al personale interni ad Enel riguardino la strapagata pattuglia di manager che da anni parla a sproposito di Civitavecchia. La decarbonizzazione di TVN – che per noi deve avvenire entro e non oltre il 2025, come del resto è previsto dalla SEN 2017 – non può e non deve passare attraverso la riduzione dell’organico.

Invece di perdere tempo e soldi con ricorsi al TAR presentati con l’unico obiettivo di procrastinare l’uscita dal carbone,  Enel farebbe bene a studiare fin da ora piani di investimenti sulle energie rinnovabili, sulla mobilità elettrica e su altre attività di ricerca diverse dalla produzione energetica capaci di aumentare e non di diminuire i posti di lavoro sul territorio. 

Per tali ragioni ci sentiamo in dovere di continuare a connettere questa vicenda locale a tutte le altre battaglie ambientali del Paese così come abbiamo fatto nei mesi scorsi contribuendo alla riuscita della grande manifestazione per il clima dello scorso 23 marzo.

Per questi motivi siamo sempre più convinti che le lotte per l’ambiente non possano più essere separate da quelle a sostegno di un lavoro sicuro e dignitoso.

Per questi motivi saremo al fianco dei lavoratori di TVN durante quella che si preannuncia essere una battaglia lunga e durissima.

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