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Roma. Sulla truffa dei Piani di Zona è resa dei conti, giudiziaria e politica

Il TAR del Lazio ha confermato la legittimità della revoca della concessione alla Cooperativa Lega San Paolo Auto per le gravi e ripetute violazioni della Convenzione avvenute nel Piano di Zona Tor Vergata a danno degli inquilini. Alcuni giorni fa, invece, ci sono stati sei rinvii a giudizio relativi a quanto avvenuto in alcuni palazzi del Piano di Zona Borghesiana-Pantano.

Paradossalmente, nel secondo caso, Comune di Roma e Regione Lazio sono stati ammessi al processo come parte civile ma vengono anche citati come responsabili civili, evidenziando l’ambiguità di doppio ruolo: quello dei danneggiati ma anche quello dei possibili responsabili dei danni verso gli inquilini per non aver controllato l’applicazione della legge.

Ieri è stata pubblicata la sentenza n. 4918/2019, con cui i Giudici amministrativi del Tar del Lazio hanno riconosciuto la legittima la revoca della convenzione di Roma Capitale e hanno ritenuto fondate le richieste sollevate dagli inquilini, tutti assistiti dall’avv. Vincenzo Perticaro.
Nella sentenza, si precisa che il vincolo del prezzo massimo di cessione deve essere rispettato dalle imprese e dalle cooperative edilizie non solo con riferimento ai successivi trasferimenti dell’alloggio, ma anche alla prima assegnazione di esso in favore del socio prenotatario.
Ragione per cui la mancata applicazione del prezzo massimo di cessione da parte della Cooperativa Lega San Paolo e l’imposizione di prezzi extra rispetto a quelli dovuti, hanno determinato a seguito della denuncia dei soci prenotatari, sostenuti da Asia Usb, che da anni lamentano le violazioni in essere, ha reso necessario è fondato l’intervento per il ripristino della legalità violata, stante il ruolo di controllo omesso per anni da Roma Capitale.

Sempre per la truffa sui Piani di Zona, tre giorni fa sono state rinviate a giudizio dalla magistratura della Capitale sei persone: tre ex titolari di due società che hanno costruito, in parte con fondi pubblici, due immobili nel Piano di Zona Borghesiana-Pantano e altri tre imprenditori. I primi tre sono accusati di aver venduto a valore di mercato appartamenti realizzati con contributi pubblici e vincolati ad essere affittati a prezzi agevolati. I secondi sono invece accusati di aver fatto da intermediari nella compravendita, sia tramite una società immobiliare, sia tramite la costituzione di due cooperative, i cui soci sono i 38 inquilini-acquirenti. Il reato contestato è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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