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Roma. L’accordo territoriale-sindacale sugli affitti ha avuto effetti devastanti

Dai dati che abbiamo potuto registrare nell’assistere gli inquilini nella stesura dei primi contratti d’affitto in regime di concordato, calcolati in base alle nuove tabelle previste dall’accordo territoriale firmato dai sindacati concertatici nel febbraio scorso a Roma, tutti i contratti firmati dalle parti sono economicamente inferiori a quelli calcolati sulla base di questo accordo. Se gli affitti concordati liberamente, calcolati al di fuori delle tabelle zonali, significa che quei canoni d’affitto sono di fatto i canoni di mercato.

I contratti stipulati con il canale concordato dovrebbero essere invece inferiori ai prezzi di mercato almeno del -30%.

Sindacati concertativi e proprietari di casa, tutti d’accordo nello spolpare l’osso sempre più magro degli inquilini romani e quello di uno stato sempre più complice della speculazione immobiliare:

  • i padroni di casa usufruiscono di agevolazioni fiscali e sconti di imposta per canoni di fatto di mercato
  • i sindacati concertativi incassano le pesanti parcelle derivanti dalla loro supina assistenza alla stesura dei contratti (almeno 150,00 euro a contratto)

L’ASIA-USB non ha firmato questo Accordo Territoriale per la Città di Roma siglato il 27 febbraio 2019 al Comune di Roma.

L’Associazione Inquilini e Abitanti, convocata al tavolo, aveva manifestato con forza la richiesta di una diminuzione degli affitti, prendendo atto che in questi ultimi dieci anni il valore degli immobili era sceso mediamente del 30%.

Per tutta risposta i sindacati concertativi degli inquilini e delle proprietà, compresi quelli che hanno la faccia tosta di dire, ora, che i canoni firmati sono superiori a quelli di mercato, si sono presentati lo scorso 27 febbraio con un accordo già firmato con i proprietari, il quale prevede forti aumenti degli affitti e norme capestro che sono palesemente in violazione della stessa Convenzione Nazionale.

ASIA-USB ritiene irragionevoli questi aumenti perché negli ultimi dieci anni il nostro paese e Roma hanno affrontato una crisi che ha coinvolto l’intero sistema economico e a cascata il problema abitativo, tuttavia i livelli dei canoni di locazione sul mercato privato non sono affatto calati e gli stessi canoni concordati nella nostra città erano già superiori a quelli del libero mercato.

Il movimento degli inquilini resistenti e il nostro sindacato ritengono illegittimo questo accordo che vede ancora i locatari vittime dell’arroganza dei proprietari e dei sindacati loro complici. Rilanciano la battaglia, a partire dalla manifestazione nazionale a Roma di venerdì 18 ottobre a Porta Pia, per fermare gli aumenti degli affitti e gli effetti di questi accordi, che solo a Roma hanno prodotto negli ultimi sei anni più di 50.000 richieste di sfratto (20.000 eseguiti) e un’emergenza abitativa insostenibile.

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