Un corteo composto da attivisti di Asia-Usb e dagli occupanti delle case di via Irnerio, è entrato con un blitz nel padiglione della direzione generale del Sant’Orsola per chiedere un incontro con l’amministrazione!! L’azienda ospedaliera infatti è la proprietaria dell’edificio di via Irnerio rimasto sfitto per anni e poi occupato da Asia insieme a numerose famiglie. Nel mese scorso si era aperta una trattativa tra Asia/Usb e l’amministrazione, sfumato settimana scorsa con la richiesta di sgombero!
Basta case vuote! Basta gente senza casa!
Da quasi tre anni, ormai, esiste e resiste in via Irnerio 13 l’occupazione abitativa di ASIA-USB conosciuta come “case occupate Nelson Mandela”. Da quasi tre anni in questo stabile, di proprietà dell’azienda Sant’Orsola e sfitto da anni, ha dato casa a 50 persone che erano rimaste letteralmente per strada, a causa della disoccupazione o stipendio basso, degli sfratti e della mancanza di soluzioni abitative da parte di Comune e Regione.
Inoltre, questa occupazione è sempre stata sede di occasioni di dibattito, socialità e costruzione di lotta e rivendicazione di diritti a tutti i livelli, grazie anche alla presenza in essa della sede della campagna politica “Noi Restiamo”.
Circa un mese fa c’è stato un incontro con l’amministrazione comunale e i proprietari dello stabile, i quali hanno aperto la possibilità di regolarizzare le famiglie che ci abitano, rendendoli veri e propri inquilini, dopo aver ricevuto un risarcimento dei costi vivi relativi all’utilizzo del palazzo.
Gli occupanti avevano chiesto che il Comune si facesse carico di questa cifra, poco più di 41.000 euro, come sanatoria volta a favorire il diritto alla casa per la famiglie che vivono in occupazione.
Inoltre, questa cifra che per qualsiasi cittadino è molto alta, è una minima parte di quanto il Comune dovrebbe spendere per le sistemazioni provvisorie post sgombero delle famiglie.
A questa richiesta gli assessori hanno risposto un “no” secco, affermando che il Comune “non ha la volontà politica” di agire in questo modo. Certo, meglio aspettare lo sgombero e spendere dieci volte tanto per alloggiare le famiglie in dormitori o alberghi…
Gli occupanti hanno allora avviato una trattativa direttamente con l’azienda, versandogli un primo acconto di queste spese, nella cifra di 2500 €, e proponendo un piano di rientro in rate, rimanendo intenzionati a fare pressioni sulle istituzioni, dato che è loro dovere garantire i diritti sociali.
L’azienda ha accettato il bonifico, ma poi non ha dato nessun riscontro sulla proposta di rate.
Dopo un mese di silenzio, tuttavia, si è venuto a sapere che il Sant’Orsola ha ordinato una perizia ai vigili del fuoco che avrebbero riscontrato condizioni di inagibilità, e su questa base ha nuovamente inoltrato la richiesta di sgombero.
Com’è possibile richiedere lo sgombero dopo aver accettato perfino dei soldi da parte degli inquilini? Il bonifico che il Sant’Orsola ha ricevuto doveva segnare di fatto l’apertura di una trattativa, dunque gli abitanti vanno trattati di conseguenza, non sbattuti fuori con il primo pretesto utile! Se c’è necessità di intervenire con dei lavori sullo stabile, non c’è bisogno di lasciare 50 persone (uomini, donne, anziani, bambini…) di nuovo per la strada.
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