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Fertility Day. Sondaggio asfalta il Ministro

La USB ha lanciato un sondaggio tra le lavoratrici del commercio rispetto al "Fertility Day" annunciato dal Ministero della Salute. I risultati dell'indagine effettuata tramite i social, sono impietosi per il ministro Lorenzin e il suo staff di "comunicatori": "Altro che Fertility Day, non si arriva a fine mese e non si ha tempo per i figli"

Si tratta di 953 sondaggi completati, con una fotografia abbastanza realistica che ci rappresenta il 98,2% dei lavoratori del commercio contrario al lavoro domenicale; l'81,7 % che non riesce a conciliare i tempi di vita con il lavoro; il 99,6% che trova questo lavoro stressante, ma per l'87,1% è importante o molto importante. Nel sondaggio c'è molto di più. [Leggi i dati completi del sondaggio http://www.francescoiacovone.com/sondaggio-i-lavoratori-de…/]

«Non ci aspettavano i quasi mille questionari riempiti per intero, – dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – e la fotografia che ci lascia questo esperimento in rete è il NO alle domeniche al lavoro, alle maggiorazioni ridotte, alla condizione femminile nei luoghi di lavoro del commercio e alle condizioni di vero e proprio ricatto a cui sono sottoposti i lavoratori a causa della precarietà dilagante.»

«Altro che Fertility Day del Governo Renzi e della Ministra Lorenzin – prosegue il sindacalista Usb – i lavoratori del commercio non arrivano a fine mese e non hanno tempo. Di certo il questionario non vuole avere alcun valore statistico (non si tratta di dati basati su metodi di rilevazione scientifica applicati ad un campione) ma 1.000 risposte rappresentano un numero sufficiente per avvalorare i dati raccolti.»

«Dalle risposte si evince anche lo scontento sul salario, l’elevata percentuale di tipologie contrattuali atipiche e part-time e la diffusa sensazione di subire discriminazioni e di non avere diritto di critica. Anche la sicurezza sul luogo di lavoro viene percepita come precaria. Insomma, il sondaggio conferma la nostra osservazione empirica sul campo e per questo continueremo a lottare nei centri commerciali e nelle vie dello shopping delle nostre città, a difesa del salario e dei diritti.» –conclude Iacovone –

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