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La Nato “si difende” dalla Russia: dall’Artico ai ruscelli estoni

L'Europa deve esser pronta a una guerra con la Russia e per questo è indispensabile dislocare sempre nuove truppe e mezzi corazzati USA ai suoi confini: lo ha detto, come riporta il Daily Star, il comandante yankee delle forze Nato in Europa, generale Curtis Scaparrotti, intervenendo al Senato americano.

Per non esser da meno del suo collega di terra e agitare lo spauracchio russo anche in mare, l'ammiraglio Paul Zukunft, comandante la Guardia costiera USA, si è detto convinto che Washington stia rischiando di perdere la propria supremazia nell'Artico. Anche qui, dunque, servono più mezzi, per ridurre l'enorme distanza tra i due rompighiaccio USA e i 40 della Russia in servizio nella regione; anche se, a parere di Zukunft, la presenza russa nell'Artico sarebbe dettata più da ragioni economiche, che dalla lotta contro “avversari geopolitici”. Conclusione: ripresa accelerata del programma di costruzione di rompighiaccio pesanti.

RIA Novosti ricorda come, già l'ottobre scorso, il rappresentante speciale USA per l'Artico, l'ammiraglio Robert Papp avesse dichiarato che i movimenti russi nell'area polare rivestono carattere difensivo. Negli ultimi anni, la Russia ha dato avvio allo sviluppo economico dei propri territori artici, non solo con l'estrazione di idrocarburi, ma soprattutto incrementando la rotta del mare del Nord, che sta diventando sempre più un'alternativa alle rotte tradizionali attraverso Europa e Asia. Per proteggere gli interessi russi nella regione, scrive RIA Novosti, Mosca ha attivato una serie di misure, anche militari, data la crescente attenzione dei paesi Nato verso l'Artico.

In fatto di sviluppo dell'industria militare USA, la rivista National Interest torna a parlare del caccia F-35, definito dalla casa costruttrice Loockhed Martin come “l'aereo più affidabile e letale”. Nei giorni scorsi, l'analista David Majumdar, ha ribadito quanto già da tempo affermato da altri specialisti statunitensi: vale a dire la scarsa manovrabilità del velivolo e la sua ridotta adeguatezza al combattimento aereo, tanto da non poter essere assolutamente messo a confronto col russo Su-35C, ammodernamento del famoso Su-27. A parere di Majumdar, "come si comporterà uno stormo di quattro F-35 se incrocerà quattro Su-35? La risposta più evidente: cambieranno rotta e chiameranno in soccorso F-22 e F-15". A dispetto del suo apparato elettronico di bordo supertecnologico, per la scarsa efficienza delle armi di bordo e ridotta spinta di accelerazione, nel duello ravvicinato il F-35 avrà la peggio: “in fin dei conti, il pilota dovrà evitare il combattimento a qualsiasi costo”, dice Majumdar. Già qualche anno fa, un altro specialista, Pierre Sprey, aveva messo l'accento su evidenti difetti del caccia: “ali troppo piccole, peso eccessivo e resistenza all'aria troppo alta. In sostanza, si tratta di un caccia assolutamente non in grado di manovrare e di accelerare in poco tempo”. L'unica prospettiva di impiego, pare esser dunque quella, data la sua limitata rintracciabilità sui radar, di portare bombardamenti in profondità, prima di essere avvistato. Quali saranno dunque gli obiettivi dei 90 F-35 destinati all'Italia? Saranno bombardamenti “difensivi” su quali paesi?

Intanto ieri, il cacciatorpediniere americano “Carney” (DDG-64; classe “Arleigh Burke”) si sarebbe avvicinato alle coste settentrionali russe, a distanza di lancio di missili “Tomahawk”, tanto che alcune unità russe della Flotta del Baltico avrebbero preso il largo dalla base di Kronštadt, ma già in serata alcune di esse erano di nuovo in rada di fronte all'isola di Kotlin. In realtà, sembra che il Ministero della difesa russo continui a mantenere il silenzio su questa indiscrezione che, a detta di certa stampa locale considerata “gialla”, rischiava di far saltare il programma delle celebrazioni navali sulla Neva in occasione del 9 maggio.

Fanno comunque al caso le recenti osservazioni di stampa a proposito del caccia universale russo di quinta generazione a tecnologia “stealth” T-50 che, armato dei nuovi missili alati antinave X-35UE (classificazione Nato: AS-20 Kayak), sarebbe in grado di neutralizzare qualunque minaccia navale, eludendo disturbi elettronici e razzi terra-aria. Il X-35UE, scrivono le Izvestija, già impiegato sui caccia di bordo MiG-29K/KUBR e sugli elicotteri d'attacco Ka-52, nonché su unità navali e difese costiere, è stato ora sperimentato con successo sul T-50. La messa a punto del missile iniziò nel 1982, ricordano le Izvestija, come risposta ai francesi MM38 “Exocet”, che durante la guerra della Falkland affondarono o danneggiarono alcuni vascelli inglesi. Il X-35UE ha un peso al lancio di 550 kg, di cui 145 della testata, una velocità di 300 m/s e un raggio d'azione di 260 km; dispone di un duplice sistema di direzione: attivo, con la immediata ricerca dell'obiettivo e passivo, con cui non esegue la scansione dello spazio, bensì cattura gli impulsi emessi dai radar delle navi nemiche, rimanendo fino all'ultimo momento completamente impercettibile alle stazioni radar. Il X-35UE è in grado di localizzare non solo navi o trasporti marittimi, ma anche impianti di stoccaggio, infrastrutture portuali, blindati.

Sarà per questo che l'Estonia ha dichiarato di voler rendere la propria frontiera con la Russia una delle più perfezionate in Europa, dal punto di vista delle apparecchiature tecnologiche. Forse non del tutto paghi della presenza di battaglioni multinazionali Nato di pronto intervento e pattuglie aeree a rotazione di paesi dell'Alleanza atlantica, a Tallin hanno deciso di rafforzare le proprie difese, scendendo in guerra contro … i castori. Non bastano evidentemente le manovre “Tempesta di primavera 2017”, cui prendono parte 9.000 uomini (compresi 2.300 soldati di Gran Bretagna, Francia, Germania, USA, Lettonia, Lituania, Olanda, Polonia, Canada, Finlandia, Ucraina, Svezia, Spagna e Georgia) iniziate ieri nelle contee Lääne-Virumaa e Ida-Virumaa, ai confini nordorientali con la Russia, e che andranno avanti fino al 26 maggio. Dunque, a protezione dei confini esterni della UE, scrive l'estone ERR, le guardie di frontiera estoni sono state incaricate di distruggere le piccole dighe realizzate dai castori su fiumi e torrenti (Pedetsi, Piusa, Miylikse, Meesovitsa, Mustoja) al confine sudorientale con la Russia, dato che queste, oltre tutto, dicono a Tallin, agevolerebbero il transito dei “contrabbandieri”.

Che dire? “Chi resta ammirato davanti all'antica tua astuzia, o Bruto?”, avrebbe sospirato Giovenale.

 

 

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