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La libertà secondo Minniti. Testimonianza di un “espulso”

Ora che sono un po’ più tranquillo volevo scrivere due parole su quello che mi è successo ieri.

Venerdì sera sono partito in treno per tentare di raggiungere Taormina. Da anni sapevo che ieri si sarebbe tenuta la manifestazione in contestazione al summit dei leaders del G7, avendo appreso la notizia da Facebook ormai anni fa.

Mi sono attrezzato e venerdì sera sono salito su un treno a Milano per raggiungere Messina prima e, successivamente, Taormina.

Sono arrivato alla stazione di Villa San Giovanni per le ore 6.00 circa, di sabato mattina. In attesa che imbarcassero il mio intercity sul traghetto che doveva farmi attraversare lo stretto di Messina, scendo per prendere una boccata d’aria e fumarmi una sigaretta. Mi si avvicinano due agenti della PolFer che stavano perquisendo il treno e così, anche in tono cordiale, mi domandano dove fossi diretto. Tento di rimanere sul vago, ma chiarisco che stavo cercando di raggiungere Taormina per produrre un articolo sulla manifestazione prevista per quel pomeriggio da pubblicarsi sul giornalino studentesco ilTurpiloquio.

Mi chiedono allora i documenti e cominciano a controllare la mia vita su un palmare in loro dotazione. Mi chiedono se avessi mai avuto “guai con la legge” e io, con la massima sincerità, rispondo che a 16 anni ero stato segnalato alla Questura di Como per manifestazione non autorizzata.

Dovevo capire che non tirava una buona aria quando, “accompagnandomi” in centrale alla PolFer, la prima domanda che mi viene rivolta è: “Senta, lei deve fare ‘sto articolo, ma qual è la sua posizione politica su questo summit?”.

Arrivato in centrale mi perquisiscono il bagaglio, mi fanno togliere le scarpe e i pantaloni e intuisco subito il loro intento: continuano a domandarmi, anche insistentemente, se per caso avessi con me degli stupefacenti, dei coltellini o se per caso avessi mai avuto precedenti per possesso di droghe, cercano un pretesto per non farmi proseguire. Mi controllano perfino le due SD che avevo con la macchina fotografica e la penna USB di Star Wars che avevo con me, in cerca, a dir loro di “materiale sospetto”.

Finita la perquisizione mi fanno spegnere il cellulare, facendomelo depositare su un tavolo, dicendomi che fino al mio rilascio non avrei potuto comunicare con l’esterno, nemmeno con i miei genitori, nemmeno con i compagni che mi aspettavano a Messina per tranquillizzarli.

Dopo un paio d’ore mi informano che, prima di rilasciarmi, devono fare ancora un paio di controlli e che, per tanto, dovevo seguirli in questura a Reggio Calabria. Non faccio storie e li seguo, mi fanno salire in macchina e mi portano in questura, negli uffici dell’anticrimine.

Senza troppi complimenti un agente della DIGOS mi comunica che, “visti i miei precedenti”, mi avrebbero notificato un Foglio di Via Obbligatorio con un ingiunzione a presentarmi entro le 10 di questa mattina in questura a Como per farmi identificare.

Allora, è importante sottolineare che il verbale mi definisce come una “persona pericolosa per l’ordine pubblico”, ma i presunti “precedenti specifici” altro non sono se non due denunce a mio carico per manifestazione non autorizzata di quando avevo sedici anni, per le quali non solo sono stato pienamente assolto anni fa, ma addirittura assolto perché “il fatto è irrilevante”.

Esistono quindi ben due documenti pubblici che certificano che io non rappresenti un problema di nessun tipo per l’ordine pubblico. A fronte di ciò, e di un verbale di perquisizione che certificava che tutte le perquisizioni avevano dato esito negativo (per tutto, stupefacenti, armi contundenti, esplosivi), mi informano che è necessario per evidenti problemi di ordine pubblico che io sia allontanato immediatamente da Villa San Giovanni, nel tentativo, non dichiarato ovviamente, di impedirmi di partecipare alla manifestazione prevista per quello stesso pomeriggio. Il tutto con la proverbiale cordialità dei pubblici agenti, che mi trattano a metà fra il paternalismo e il continuo sbruffoneggiante scherno.

Nel complesso il fermo è durato 5 ore, durante le quali non ho potuto mangiare né comunicare con l’esterno. Mentre mi “riaccompagnavano” in stazione a Villa San Giovanni capisco anche che, assieme al mio, solo ieri mattina, solo fino alle ore 11, erano già stati notificati altri 23 fogli di via a ragazzi che tentavano, come me, di raggiungere la manifestazione di Taormina.

Benvenuti nell’era Minniti, dove il diritto a manifestare è sacrosanto, ammesso che si riesca a raggiungere la manifestazione.

 

Il foglio di via consegnato a Lorenzo.

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