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“Donna rapita”. Casa Pound torna a strumentalizzare Tiburtino III. Ferito un immigrato

Roma. Martedi sera ci sono stati problemi nel popolare quartiere di Tiburtino III nella periferia Est di Roma. Il diverbio, tra la madre di alcuni ragazzini allontanati da un immigrato del centro di accoglienza di via del Frantoio, con gli ospiti del centro, stava degenerando come troppo spesso avviene nei quartieri periferici. Per alcuni minuti gli abitanti dei lotti delle case popolari prospicienti e gli immigrati ospitati nel centro si sono fronteggiati e insultati. In questo scenario un immigrato eritreo è stato ferito, con una coltellata o un vetro di bottiglia. Poi è arrivata la polizia che ha messo fine alla tensione.

Un episodio spiacevole, evitabile per un verso inevitabile per un altro. Ma su questo episodio sono tornati a strumentalizzare i fascisti di Casa Pound, che da mesi stanno tentando di penetrare nel quartiere proprio alimentando l’ostilità verso il centro di accoglienza degli immigrati.

Uno dei caporioni di Casa Pound, sulle pagine del giornale “amico” il Tempo, strilla addirittura di una donna italiana “rapita” dagli immigrati. “Pare che una donna sia stata rapita dagli immigrati clandestini, ospiti del centro gestito dalla Croce Rossa, in seguito ad un diverbio – afferma Antonini, uno dei boss di Casa Pound – “È dovuta intervenire la celere per sedare gli animi ed evitare un assalto alla struttura. Avevamo avvertito le istituzioni e le autorità che quel centro andava chiuso: sono ospitati più di quanti la struttura ne possa contenere, non sono rifugiati politici, bivaccano per strada dal mattino a notte fonda, degradando la parte della struttura adiacente alla scuola elementare del quartiere.”

Due mesi fa casa Pound aveva organizzato una manifestazione a Tiburtino III per chiedere la cacciata degli immigrati e la chiusura del centro di accoglienza. Un presidio popolare e antifascista gli aveva sbarrato la strada tenendo i fascisti fuori dal quartiere. Adesso ci riprovano, potendo magari contare – come a Tor Bella Monaca – su alcuni soggetti malavitosi e i loro familiari. Il che rende possibile che anche episodi circoscritti e circoscrivibili vengano artatamente strumentalizzati. Gridare al “rapimento” di una donna italiana è qualcosa di più e di peggio della più becera propaganda fascista.

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