“Devono sparire”. Le parole del funzionario di polizia durante la caccia all’uomo alla stazione Termini seguita allo sgombero del palazzone in via Curtatone, sono diventate una regola d’ingaggio. I rifugiati ed ex occupanti del palazzone, dopo la manifestazione che aveva visto migliaia di persone scese in piazza al loro fianco, avevano dato vita ad un presidio, anche con alcune tende e gazebo, a piazza Madonna di Loreto, tra il Campidoglio e la Prefettura. Avevano resistito ai primi tentativi di sgombero in attesa che si definisse concretamente la soluzione e la sistemazione di chi praticamente è rimasto in mezzo alla strada. Ma niente di serio è arrivato in tal senso.
Questa mattina invece è arrivato lo sgombero del presidio, troppo scomodo, troppo visibile piazzato lì nel cuore dello struscio dei turisti e vicino ai palazzi delle autorità. Le tende e i gazebi sono stati buttati dentro un mezzo dell’Ama, mentre due autobus dell’Atac sono stati requisiti per trasferire una parte dei rifugiati in centri per l’avvoglienza dei profughi a Casalotti (estrema periferia di Roma Nord) e a Torre Maura (estrema periferia est). Ma i posti a disposizione erano inferiori alle necessità e poi si continua a dividere i nuclei familiari (donne e bambini da una parte, uomini da un’altra). Eppure è noto che gli sgomberati di via Curtatone non sono arrivati ieri sui barconi ma sono in Italia da anni con regolare permesso di asilo. Visto il posto molti rifugiati se ne sono andati, si sono dispersi per la città…. sono spariti, come desiderato e imposto dalle autorità.
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