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Uno sciopero che da fastidio

Sullo sciopero cittadino di venerdi 29 settembre a Roma, sono corso diverse manovre per ostacolarne la riuscita. Lo sciopero è stato convocato dalla Usb ma si è esteso ai movimenti sociali attivi nella città, per rimettere al centro le numerose emergenze che stanno devastando socialmente la Capitale. Dai posti di lavoro che si perdono con la fuga delle aziende al nord allo stop alle privatizzazioni delle aziende municipalizzate, dall’emergenza abitativa aggravata dall’escalation di sgomberi e di appetiti della speculazione immobiliare all’abbandono delle periferie e alla guerra tra poveri.

Sullo sfondo le responsabilità conclamate di Comune e Regione su una situazione metropolitana avviata al declino non solo economico ma nelle relazioni sociali nel loro complesso, una sorta di “gentrificazione forzata” della Capitale i cui effetti sociali cominciano a sentirsi. Sui lavoratori e i settori popolari le misure adottate a livello nazionale e locale si abbattono ogni giorno più pesantemente, aggravando impoverimento e disoccupazione che si accumulano giorno dopo giorno come una ipoteca sulle condizioni di vita della città.

Oggi la Prefettura ha convocato i sindacalisti dell’Usb per cercare di bloccare lo sciopero nei trasporti, sia all’Atac che nelle aziende del consorzio Tpl (le linee già privatizzate che dis/servono le periferie). Nell’aria circola la parola “precettazione” con la scusa che a Roma…. ci sono troppi scioperi.

Sempre oggi pomeriggio una delegazione si recherà in Questura per chiedere la rimozione del divieto di tenere una manifestazione venerdi pomeriggio – in occasione dello sciopero – in Piazza Indipendenza, diventata dopo gli sgomberi di questa estate un luogo simbolo di tutte le contraddizioni della città. “Manifestare nel giorno dello sciopero in quella piazza, recente teatro di violenze contro profughi e rifugiati sgomberati dallo stabile di via Curtatone, ha un significato preciso: il movimento dei lavoratori non cade nel tranello di individuare i migranti come la fonte centrale della crisi economica e delle difficoltà che attraversano ampi strati della popolazione. Il diritto alla casa e quello all’accoglienza sono parte delle fondamenta di un sistema democratico e non possono essere subordinati al diritto proprietario” afferma l’Usb in un comunicato. Nessun problema, per ora, sul presidio della mattina di venerdi a Piramide.

Nel frattempo si continua a lavorare alla preparazione dello sciopero. Per giovedi sono previsti presidi di informazione preventiva negli snodi strategici del sistema di trasporto della città.

Una giornata decisiva dunque sulle sorti di uno sciopero che ha messo le dita in molte piaghe, quelle che affliggono Roma ormai da troppo tempo.

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