Le controriformeprevdienziali adottate in molti stati membri dell’Unione Europea hanno “migliorato” i conti e la loro sostenibilita’ sul medio-lungo termine, ma a quanto pare ancora non basta. Come al solito la premessa parte bene ma conclude male, anxi malissima. Di fronte alla evidente inadeguatezza degli assegni pensionistici di cui potranno usufruire i lavoratori del prossimo futuro, la soluzione non è quella di rendere le pensioni dignitose quanto il ricorso assicurazioni integrative da rendere obbligatorie. Questp è quanto ha sostenuto il commissario europeo agli Affari Sociali, Lazlo Andor, intervenendo al convegno ”Emerging Challenges in the Impact of Taxes on Pensions”. Decisamente fuori luogo il paragone evocato dal commissario europeo Andor. ”Viviamo in un’Unione – ha rilevato – in cui tutti i paesi accettano l’idea di assicurazioni obbligatorie per i veicoli a motore. Non si potrebbe considerare anche rendere obbligatorio per i cittadini sottoscrivere assicurazioni pensionistiche sul posto di lavoro o schemi integrativi di terze parti per migliorare l’ammontare dei loro assegni?”.
Rendere le pensioni integrative obbligatorie, ha proseguito, ”non significa necessariamente abolire o ridurre gli incentivi fiscali. Ma significherebbe avere piu’ margine di manovra per considerare l’ammontare dei sussidi e la loro allocazione”.
Questa ipotesi, come altre, ha precisato Andor ”sono solo dei suggerimenti per gli stati membri. La Commissione non ne sostiene ufficialmente nessuna. Ma invitiamo tutti gli stakeholders a valutare e discutere i modi in cui possiamo meglio promuovere il risparmio pensionistico limitandone il costo per i bilanci pubblici”. Una declinazione diversa della dottrina del “dovete morire prima”. Ce lo chiede l’Europa….
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