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Manifesto “censurato”, a Trieste salta la mostra sulle leggi razziali del ’38

È sempre “guerra di manifesti”: strappato quello di Marina Abramović per i 50 anni della Barcolana (We’re All in The Same Boat) perché filo-migranti, ora tocca alla locandina della mostra “Razzismo in cattedra” (organizzata dal liceo Petrarca in collaborazione con Università, Museo della comunità ebraica e Archivio di Stato) in occasione dell’anniversario delle leggi razziste di Mussolini.

La giunta comunale di centrodestra ha prima bocciato l’immagine in bianco e nero con la prima pagina d’epoca del Piccolo che proclamava l’espulsione degli ebrei da scuole e università; poi ha sbarrato le porte della sala Veruda che mercoledì sera doveva ospitare l’inaugurazione della mostra; infine ha clamorosamente disertato il teatro Miela, gremito di pubblico per la proiezione del documentario “1938 Vita Amara” frutto delle ricerche dei liceali.

È il clima che si respira a Trieste, soffocata dal nazionalismo nostalgico e sferzata dalla bora leghista. Una storia a senso unico: ronde anti-migranti con i fascisti di Forza Nuova, “pulizia etnica” delle Rive da parte del vice sindaco leghista Pierpaolo Roberti, censura preventiva delle immagini sgradite al Comune. Resta scolpita comunque la pagina più vergognosa del regime di Mussolini: il 18 settembre 1938 dal balcone di piazza Unità a Trieste il duce del fascismo lanciò di fronte ad una folla esaltata la “difesa della razza” per legge, che azzerava ogni diritto degli ebrei italiani.

E gli studenti del liceo cittadino (fondato nel 1912 per gli studi classici, ora anche linguistico sperimentale) contavano proprio di poter celebrare l’anniversario all’insegna dell’anti-razzismo. Un’iniziativa seguita passo passo dalla professoressa Sabrina Benussi: ricostruire le storie di alunni e insegnanti ebrei espulsi dalle aule di via Rossetti. Al Comune il liceo Petrarca chiede la sala pubblica per la mostra, ma anche di promuovere il progetto con la stampa di locandine e inviti.

Insomma, sull’amministrazione di Roberto Dipiazza i giovani del liceo fanno conto. Ma alla fine d’agosto l’assessore alla cultura Giorgio Rossi (braccio destro del sindaco, eletto nella sua lista civica) storce il naso sulla locandina. La preside Cesira Militello scrive una lettera per avere chiarimenti, ma dal municipio non arriva risposta. Nemmeno la conferma del sostegno organizzativo agli appuntamenti del liceo. Così “salta” la mostra nella sala comunale e a teatro nessun rappresentante del Comune risponde all’appello.

Una pessima lezione del sindaco, che si trincera dietro il silenzio. L’assessore Rossi si difende come può «Co-organizzare significa condividere e non imporre». Il rettore Maurizio Fermeglia commenta: «La locandina, che raccoglie immagini storiche, non andava modificata. Mi rammarico però che non si sia trovato un punto di convergenza: l’obiettivo era portare quelle testimonianze sotto al Comune». E il presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonicchio chiosa: «Collaboriamo con il liceo, come con il Comune, Quello che è accaduto è un inghippo che non mi ha fatto piacere. Mi sento con il sindaco quotidianamente e avevo colto la volontà di evitare polemiche».

Resta agli atti la vergognosa cronaca. La voce di Trieste si sentirà già da stasera fra piazza Sant’Antonio, piazza Unità e Cavana nell’originale manifestazione promossa dal Coro Sociale di Trieste. Sedici corali di tutt’Europa con oltre 130 cantori si esibiranno in un repertorio tradizionale che spazia fino all’yiddish e allo sloveno. Con il celebre “Coro dei deportati” di Ravensbrück intonato in cinque lingue.

Si replica domani alle ore 11 nel lager della Risiera di San Sabba e nel pomeriggio in occasione dell’apertura della mostra collettiva “Ora e sempre: No leggi razziste” nel bar libreria Knulp. Infine, martedì per l’intera giornata in piazza Unità sono previste letture, testimonianze e installazioni a cura del Comitato pace “Danilo Dolci”. Alle iniziative collaborano anche l’associazione Tina Modotti, DayDreaming Project eKulturni Dom Prosek Kontovel.

Purtroppo, già si materializza un altro incubo. Gianluca Iannone, leader dei fascisti di CasaPound, annuncia: «Prossimo appuntamento 3 novembre 2018 a Trieste per un corteo che passerà alla storia». È la vigilia della visita ufficiale del presidente Mattarella per le celebrazioni della fine della Grande Guerra.

* da IlManifesto.it

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