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Fermo, omicidio Emmanuel. Il Ris smentisce la difesa di Mancini

Il Ris smentisce che sul famoso paletto ci siano impronte di Emannuel Chidi Namdi, il ragazzo nigeriano ucciso da Amedeo Mancini lo scorso 5 luglio a Fermo. Sul cartello stradale che, secondo la difesa di Mancini, sarebbe stato usato come clava dalla vittima contro l’aggressore non reca su di sé impronte digitali di Namdi: e così viene smentita anche la versione di alcuni dei testimoni, quelli che sin da subito avevano parlato di caso di legittima difesa e non di aggressione a sfondo razziale da parte del personaggio vicino a Casapound.

«L’assenza di tracce di Emmanuel sul paletto che, secondo alcune “creative” ricostruzioni, il nigeriano avrebbe brandito contro il suo omicida dopo l’insulto razzista pronunciato da quest’ultimo contro sua compagna – spiega Massimo Rossi di Rifondazione Comunista –, segue infatti di qualche giorno l’anticipazione del referto dell’autopsia secondo la quale, prima di essere ucciso con un pugno al volto, il giovane nigeriano avrebbe riportato la rottura di un legamento della gamba sinistra a causa di un calcio sferrato da dietro dal suo omicida».

E ancora: “Tutti elementi che lasciano poco spazio alle ipocrite disquisizioni intorno alla meccanica degli avvenimenti, innescate, come già detto, al solo scopo di derubricare l’omicidio razzista ad una baruffa finita male, negando la gravità del gesto, sino a giustificarne l’autore. Un approccio indulgente peraltro sempre riservato per ragioni elettorali, da ampi settori politici locali, alle componenti teppistiche e neofasciste legate alla locale tifoseria calcistica, di cui lo stesso soggetto è espressione. Una operazione, supportata da una parte della stampa, che purtroppo a distanza di tre mesi dall’omicidio è riuscita senza tanta difficoltà a colonizzare i sentimenti di larga parte dell’opinione pubblica di una città di provincia come Fermo, preoccupata più del presunto danno di immagine per la cattiva pubblicità mediatica derivante all’avvenimento, che dalla tragica degenerazione di fenomeni di intolleranza cresciuti impunemente nel suo seno».

In città però il clima è quello di sempre: la faccenda viene vissuta quasi con fastidio, nei bar le discussioni sono per lo più a favore di Mancini, e la moglie di Emmanuel si dovuta trasferire altrove, trovandosi fortemente a disagio in città.

Per Massimo Rossi, le prove di questo clima tremendo sono due: «l’annuncio degli ultras della squadra di calcio locale dell’avvio di una “colletta” a favore dell’omicida, già ripetutamente esaltato come un eroe nei cori da stadio, e persino i contenuti di un’ignobile interrogazione consiliare dei consiglieri comunali 5 stelle che adombrando anch’essi “scenari diversi rispetto a quanto riportato inizialmente dai media, basatisi solamente su una versione parziale degli eventi” sollecitano l’Amministrazione Comunale “ad aprire un contenzioso per richiesta danni all’immagine della città verso chi dovesse essere ritenuto responsabile della strumentalizzazione mediatica del grave fatto”».

Conclude Rossi: «Ciò che inquieta in tutto ciò è che, al di la della meccanica degli avvenimenti e dell’esito futuro dei processi, è assolutamente inconfutabile che un essere umano in cerca di protezione, è stato assassinato per le strade di Fermo a seguito di un insulto razzista, e ciò dovrebbe bastare ed avanzare per innescare una dolorosa riflessione sul generale scadimento del livello di umanità che oramai caratterizza le nostre comunità. Invece no: oltre all’indulgenza nei confronti dell’autore dell’omicidio, nella città si è compattato un diffuso risentimento nei confronti delle realtà dell’attivismo umanitario, che con la loro azione di denuncia e di tutela nei confronti delle vittime, avrebbero innescato, una sorta di oltraggio all’immagine ed alla reputazione della città. E la citata iniziativa dei 5stelle, offrendo una sponda politica a queste inqualificabili posizioni, alla faccia della buona politica decantata da costoro, ha lo scopo evidente di pescare consenso in questa torbida “zona grigia” dell’opinione pubblica».
 

MDV

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