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Roma. Condannati all’ergastolo i criminali del “Plan Condor”

I giudici della Prima Corte d’Assise di Appello di Roma hanno comminato 24 ergastoli per omicidio nel quadro del Plan Condor, l’operazione repressiva coordinata dalle dittature latinoamericane negli anni ‘70 e ‘80, che vide migliaia di militanti della sinistra e oppositori uccisi, desparecidos e torturati in vari paesi del continente.

La vicenda riguarda ex Capi di Stato, esponenti delle giunte militari e dei Servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, al potere tra gli anni ’70 e ’80, accusati del sequestro e dell’omicidio di 23 cittadini di origine italiana che vivevano in quegli anni nei Paesi sudamericani.

Il processo di primo grado si era concluso nel gennaio 2017 con otto condanne all’ergastolo e 19 assoluzioni.

Fra i condannati della nuova sentenza c’è anche Jorge Nestor Troccoli, l’unico attualmente residente in Italia, membro dell’intelligence uruguayana e torturatore nell’epoca della dittatura. C’è poi Pedro Mato Nargondo torturatore uruguayano fuggito in Brasile. Confermate le condanne inoltre a Luis Arce Gomez, ex ministro dell’Interno boliviano, Juan Carlos Blanco, ex ministro degli Esteri dell’Uruguay; il cileno Jeronimo Hernan Ramirez e l’ex presidente peruviano Francisco Rafael Cerruti Bermudez. La lista degli accusati, ora condannati, è stata ripulita dagli imputati ormai deceduti.

Cristina Mihura, uruguayana e una delle attiviste storiche impegnate nello smascheramento a livello internazionale del Plan Condor, ha così commentato la sentenza: “Questa Corte d’Appello, contrariamente ad ogni mia aspettativa, ha raddrizzato la sentenza di primo grado che era profondamente ingiusta”.

Due anni fa, Troccoli era stato assolto. La sentenza di oggi ha ribaltato quel giudizio. In quei giorni, la stessa Cristina Mihura ci aveva ricordato che: “Noi lottiamo da 40 anni per trovare i nostri desaparecidos, per ottenere giustizia e abbiamo una strada lunga: mezze sconfitte, sconfitte totali .. e questa di  Troccoli qui in Italia è stata veramente una strada piuttosto disastrata perché lui è riuscito a farsi assolvere non soltanto il 6 gennaio dalla prima Corte di Assise di Roma ma anche dal Tribunale della Libertà perché nei nostri casi purtroppo siamo noi che dobbiamo portare le prove e le cose sono parecchio complicate”. La sentenza della Corte d’Assiste d’Appello  rende giustizia a questa battaglia decennale.

I giudici hanno disposto inoltre il risarcimento nei confronti delle 47 parti civili costituite da stabilirsi in sede civile e hanno stabilito una provvisionale immediatamente esecutiva di un milione di euro per la Presidenza del Consiglio dei ministri: per le parti civili poi le cifre sono comprese tra i 250mila euro e i 100mila euro per le altre parti civili.

“E’ il coronamento di anni di indagine di lavoro difensivo, della procura e delle forze dell’ordine per arrivare alla giustizia contro le immunità dietro le quali per anni si sono nascosti gli imputati, in modo particolare Troccoli (che era stato assolto in primo grado, ndr.)” è stato il commento degli avvocati Mario Angelelli e Arturo Salerni, legali di parte civile che hanno assistito in Italia i familiari dei desaparecidos. “La speranza è che la sentenza di oggi diventi definitiva in Cassazione. Un ciclo giuridico si è chiuso perché il collegio ha riconosciuto il reato di omicidio ed è questo risultato che ha dato una svolta al processo”.

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