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Ultimo tango al Papeete Beach, quello di Salvini

Inizia oggi il processo ai gestori dello stabilimento Papete Beach di Milano Marittima. Lo stabilimento è balzato alle cronache non tanto per questo episodio, ma per essere diventato, nel corso dell’Estate, una tribuna per l’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini e la sua comunicazione “social”.

Come noto Salvini da anni martella contro i centri sociali perché non hanno le autorizzazioni, fanno caciara la notte con spettacoli e concerti e disturbano chi gli vive intorno. Ha cercato di impugnare una clava la legalità per mandare a dire che “la pacchia era finita”.

Si scopre adesso che il processo a Massimo Casanova, proprietario del Papeet Beach e tribuna dell’ex ministro nemico acerrimo dei centri sociali, è la conseguenza di alcuni controlli effettuati dai Carabinieri la notte del 10 agosto 2016, quando verificarono che nello stabilimento venivano organizzati eventi danzanti di pubblico spettacolo, per i quali lo stabilimento non aveva le autorizzazioni. Secondo l’accusa, al Papeete Beach di Milano Marittima sarebbero stati organizzati, tutti i giorni e per l’intera stagione estiva, serate di discoteca all’aperto, non autorizzate.

Si presenta però un altro problema. Tra gli eurodeputati eletti al Parlamento Europeo con la Lega, c’è infatti anche Massimo Casanova, ossia il patron del Papeete Beach di Milano Marittima. Nella circoscrizione dell’Italia meridionale, dove l’imprenditore pugliese era candidato con la Lega, Casanova ha ottenuto oltre 64mila preferenze, dietro solo lo stesso Salvini. Tra l’altro risulta anche indagato per abuso edilizio nella tenuta ‘Bosco Isola’ di Lesina, nel foggiano, collocata fra il mare e il lago, sottoposta a vincoli paesaggistici e nella quale ha spesso ospitato l’ex ministro e leader della Lega Matteo Salvini, tutore e tempesta della “legalità”.

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