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Archiviata l’inchiesta per la strage nel carcere di Modena

Il giudice per le indagini preliminari Andrea Salvatore Romito ha accolto la richiesta di archiviazione delle indagini presentata dalla procura di Modena sulla strage (otto morti) avvenuta nel carcere di Modena a marzo dello scorso anno.  Il giudice ha respinto o dichiarato non ammissibili le opposizioni degli avvocati delle persone offese (i familiari di uno dei deceduti, il garante nazionale delle persone private della libertà e l’associazione Antigone).

Dunque con otto morti non c’è nessun responsabile Nessun nesso causale  tra il comportamento del personale penitenziario e sanitario e la strage. Nessuna responsabilità penale di terzi.

Eppure, a scorrere atti e documenti contenuti nel fascicolo – come emerso dall’inchiesta condotta da Osservatorio Diritti – non mancano omissioni, dichiarazioni contraddittorie, lacune, buchi nelle ricostruzioni, dubbi, aspetti lasciati inesplorati.

Il fascicolo, aperto e chiuso contro ignoti e per i reati di omicidio colposo e morte come conseguenza di altro delitto, andrà a prendere polvere sullo scaffale di un magazzino (salvo ricorsi accolti o incroci con l’inchiesta su pestaggi e abusi, ancora in itinere).

Non ci saranno nuovi accertamenti immediati, dunque, per una strage carceraria senza precedenti.

I molti spunti emersi nel corso dei mesi non verranno ulteriormente approfonditi. Non si farà l’autopsia mancante e non sarà completata quella incompleta.

Hafedh Chouchane, Erial Ahmadi, Slim Agrebi, Ali Bakili, Lofti Ben Mesmia, Ghazi Hadidi, Artur Iuzu e Abdellha Rouan sono morti mentre erano sotto la custodia dello Stato, per overdose di metadone e psicofarmaci. Li hanno rubati, li hanno ingeriti. E la sommossa ha reso impossibile operare diversamente.

La colpa, è la conclusione del giudice, è solo e tutta loro. Non c’è nessuno da perseguire. Nemmeno per la fine di Hafedh, per cui il gip spende qualche parola in più, in una ordinanza che liquida tutto in tre paginette.

 

 

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