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Università. Ancora un test “anomalo”, stavolta per insegnanti di sostegno

Diventare un insegnante di sostegno è un obiettivo – o un miraggio – per migliaia di precari della scuola. Per diventarlo occorre l’attestato di un corso di specializzazione. Inutile dire che i corsi per avere l’attestato sono a pagamento e su questa occasione si sono gettate anche diverse università private organizzando corsi e relative prove di selezione per l’accesso agli stessi.

Succede però che in una di queste, l’Università Unicamillus di Roma, alla prova preselettiva per l’accesso al TFA Sostegno secondaria di secondo grado, svoltasi lo scorso 30 settembre, un candidato su tre è stato giudicato con il massimo dei voti (30 punti su 30), mentre tutti gli altri sono stati immediatamente esclusi dalle prove successive: su 1.519 candidati, ben 599 hanno conseguito 30/30, mentre chi ha preso anche mezzo punto in meno, 29,5, è stato subito rimandato a casa. In altre università, invece, la votazione massima è stata assegnata a pochissimi docenti.

Secondo il Comitato Candidati Unicamillus TFA Sostegno di Roma – costituitosi ad hoc – nella selezione svolta ad esempio presso il Foro Italico, sempre di Roma, è stato assegnato dalla commissione solo un 30 con il voto minimo di 21,50; all’università Europea  il voto massimo 28 e voto minimo 19; alla Lumsa si parte da 28,50 fino a 17; a Tor Vergata il voto massimo è stato di 27 fino a 20,50; a Roma Tre si va dal 28,50 fino al 20; alla Unint da 26,50 a 13,50. Insomma da quanto rilevato, i “geni”, denuncia il comitato, “stavano tutti alla Unicamillus!”.

“È chiaro – continuano i partecipanti esclusi – che le anomalie risultano palesi e gravissime. Dal canto suo  Unicamillus mette le mani avanti e in una nota scrive di aver presentato un esposto alle autorità competenti per accertare la liceità dei risultati.

L’Università scrive infatti che: UniCamillus, al fine di tutelare il buon nome e la rispettabilità dell’Ateneo e soprattutto di garantire i partecipanti alle procedure, si è quindi immediatamente rivolta all’autorità giudiziaria per esporre quanto emerso e consentire le verifiche che questa riterrà opportune; UniCamillus si trova, dunque, suo malgrado, ad essere parte lesa in questa situazione, al pari dei partecipanti alle selezioni, di cui l’Ateneo comprende e condivide preoccupazioni e malumori”.

Ma a presentare un esposto in Procura è stata anche la società Selexy srls, TFA sostegno. La Selexi TFA Sostegno aveva l’incarico di somministrare la prova e stilare una graduatoria dei punteggi.  La società in un nota afferma che “elaborando la prova di TFA sostegno subito dopo la prova, ha evidenziato un’evidente anomalia nei punteggi, di cui ha informato l’università (Unicamillus, ndr). Selexi quindi ha incaricato i suoi legali di predisporre un esposto alla Procura della Repubblica”.

La società Selexi dichiara ha fornito lo stesso servizio anche in altre università senza aver riscontrati analoghi a quelli dell’Unicamillus.

Quindi di fronte all’anomalia dei risultati dei test di preselezione per l’accesso ai corsi di Sostegno, sia l’università Unicamillus sia la società Selexi si dichiarano parte lesa.

Ma gli aspiranti insegnanti di sostegno allora cosa sono? E da chi o cosa sono stati lesi? Anche qui c’è solo un algoritmo impazzito di suo? Giustamente i sindacati di base della scuola stanno mettendo mano a iniziative legali, e non solo, per chiedere che questi apparati incaricati della formazione dei futuri docenti siano sottoposti a controlli pubblici più stringenti da parte del MIUR o, meglio ancora, che la formazione dei docenti del futuro venga restituita esclusivamente a università e istituzioni pubbliche.

 

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