Soltanto una banca sulle 18 analizzate dalla Federal Reserve non ha superato il terzo round degli stress test, le prove pensate per capire se i principali istituti finanziari americani sarebbero in grado di superare un’altra recessione.
Le banche – spiefa laFed – “hanno continuato a migliorare la loro capacità di affrontare uno scenario estremamente avverso e collettivamente hanno una posizione di capitale molto più solida rispetto a quella precedente alla crisi finanziaria” del 2008, grazie soprattutto alle “iniezioni di liquidità” e all’acquisto di titoli “tossici” da parte della stessa Federal Reserve.
L’unico gruppo a vacillare è stato Ally Financial, l’ex Gmac (la finanziaria della General Motors).
Tra gli altri colossi, Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno reagito male alla pubblicazione dei risultati della Fed, come dimostrato dal loro andamento in borsa nell’after-hours. Il coefficiente patrimoniale Tier 1 è risultato infatti sopra il 5%, la soglia minima fissata per determinare la solidità del capitale di un gruppo in caso di crisi, ma al di sotto di quello di banche rivali.
In particolare, il Tier 1 di Morgan Stanley è risultato al 5,7% e quello di Goldman Sachs al 5,8%. Al contrario, quello di KeyCorp si è attestato all’8%, quello di Citigroup all’8,3% mentre quello di American Express si è portato all’11,1%.
Insomma: la banca che sta meglio sta molto male.
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