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L’azione del Biancospino sul cuore

Arbusto alto anche 4 o 5 metri, il biancospino è molto ramificato, porta fiori bianchi e raggruppati in corimbri ed è comune sia nei boschi di pianura che di montagna; si presta a formare fitte siepi. E’ un arbusto presente in quasi tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo. Per l’utilizzo del Biancospino in Fitomedicina si adoperano le foglie, i fiori, le sommità fiorite e la corteccia dei rami.

L’importanza del Biancospino in Medicina riguarda in particolare l’apparato cardiaco e l’ipertensione arteriosa. La pianta, infatti, induce la vasodilatazione, è in grado di aumentare il flusso sanguigno, sia coronarico che periferico; è anche utile nell’insufficienza cardiaca moderata. Il Biancospino trova anche indicazione come ipotensivo, nei disturbi del ritmo quali extrasistoli, aritmie, tachicardie, ma è importantissimo consultare sempre il medico curante.

Altre azioni rilevanti della pianta sono quella sedativa e ansiolitica, nell’insonnia e nelle cefalee, nella sintomatologia vertiginosa e negli acufeni. Il Biancospino – Crataegus oxyacantha (il genere Crataegus comprende più di 300 specie) – contiene sostanze quali flavonoidi e procianidine oligomeriche che concorrono a dilatare i vasi sanguigni. Va fatto presente che l’attività antipertensiva del biancospino non è stata ancora perfettamente determinata.

E’ stato appurato però che il biancospino agirebbe, rilassando i vasi sanguigni periferici e provocando una dilatazione delle arterie, praticamente proprio come i farmaci antipertensivi ACE-inibitori, cioè bloccando l’azione dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE). Va sottolineato che il biancospino aumenta il livello di una sostanza che si chiama ossido nitrico, che ha una forte azione dilatatoria dei vasi sanguigni.

Numerosi studi scientifici riportano che persone sofferenti di lieve insufficienza cardiaca (classi di New York Heart Association da I a III) avevano un miglioramento sia soggettivo che oggettivo. Altri studi, anche se non ci sono prove di una riduzione della mortalità o della morte improvvisa, mostrano – in persone che prendevano del Biancospino come sostanza terapeutica – un miglioramento della sintomatologia. Buona parte degli studi riguardano la valutazione scientifica delle sommità fiorite essiccate del biancospino mentre altri, in misura minore, riguardano i frutti secchi usati prevalentemente nella medicina tradizionale cinese.

Il biancospino, che ha anche un’attività antipiastrinica, ha una tollerabilità e gli effetti collaterali più frequenti sono le vertigini, mentre le interazioni farmacologiche più importanti sono con la digitale, la cui azione viene potenziata, e in seguito a lunghi trattamenti si ha bradicardia. Si segnala, inoltre, che preparati commerciali hanno provocato nausea, affaticamento, essudazione ed eruzione cutanea alle mani. Occorre, non mi stanco di ripeterlo, prestare grande attenzione a una concomitante terapia farmacologica cardiovascolare. La pianta è anche sconsigliata in gravidanza e allattamento.

Allo stato attuale non si conosce il dosaggio standard della dose più efficace; infatti il dosaggio dipende dal tipo di preparazione (forma farmaceutica), nonché dal tipo di materia prima utilizzata per la preparazione: fiori, sommità fiorite, foglie, corteccia dei rami.

Viene raccomandato, dalla maggior parte degli studiosi, un dosaggio compreso tra i 160-1800 mg al giorno suddiviso in diverse somministrazioni, in base alla patologia da trattare. Va curata non la malattia ma la persona, di sesso femminile o maschile, che ha quella determinata malattia, facendo un’anamnesi accurata del paziente e, aggiustando in seguito, dopo controlli, e se sarà necessario, la terapia.

Crataegus deriverebbe dal greco cràtos cioè forza e sempre dal greco oxyacantha in pratica fiore aguzzo, a causa delle spine accuminate. “Carna, antica ninfa romana amata da Giano, era considerata la protettrice delle case. Veniva rappresentata con una fronda di biancospino, con la quale si allontanavano gli spiriti del male e i sogni cattivi dei bambini”.

Prof Roberto Suozzi

Medico e Farmacologo Clinico

Suozziroberto.altervista.org

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