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Il padrone si vede da giovane

Si dice che dio confonda coloro che vuol perdere. Se così fosse, si spiegherebbero meglio le paralisi concettuali del neopresidente dei giovani industriali, Jacopo Morelli. Che al suo primo discorso ha infilato senza pensarci troppo una serie di perle evidentemente raccolte dai discorsi dei suoi colleghi più maturi.

Non che la maturità sia una garanzia di saggezza, ormai, ma di esperienza sì. E infatti i maggiorenti di Confindustria di solito stanno attenti a piazzarne una alla volta, separate con attenzione.

Morelli “il giovane” invece ha l’ansia di chi vuol fare presto. E quindi ha messo in fila l’ovvietà che tutti ripetono – «questo è un paese contro i giovani» – con una richiesta “estrema” di cui vorrebbe la paternità: «innalzare più rapidamente l’età di pensionamento verso i 70 anni».

Se ci trovassimo in Cina, dove si creano alcune decine di milioni di posti di lavoro l’anno, il suo discorso sarebbe profondamente crudele e ingiusto con gli anziani, ma tutto sommato realizzabile. Crudele perché oltre una certa età si possono tranquillamente fare ancora con molta produttività alcune “professioni liberali” (avvocato, consulente, architetto, imprenditore), mentre per il lavoro manuale o persino nella scuola – passata “una certa” – la produttività crolla. Al massimo si può morire sul lavoro e far risparmiare una parte di pensioni. Ingiusto perché il trattamento pensionistico attuale deriva da accordi, contratti, patti, sottoscritti in altra epoca. E non è che si possono stracciare quando viene in testa a qualcuno che non ci guadagna più.

Ma Morelli viene a fare questo discorso in Italia?

Qui, dove ci sono due milioni di ragazzi che non studiano più e non lavorano ancora?

Qui, dove gli imprenditori come lui – e suo padre – cacciano i cinquantenni grazie a uno “stato di crisi” e quando il ciclo riparte vanno avanti a forza di lavoro precario “per i giovani”?

Qui, dove uno studente fuorisede deve pagare 400 euro al mese per un posto letto perché si deve tagliare la spesa pubblica (e quindi niente alloggi, figuriamoci) e al resto ci pensi “il mercato”?

Qui, dove ti chiamano per un lavoro e ti propongono sei mesi di stage prima di essere passato al call center?

Qui vogliamo inchiodare le persone fino a 70 anni al posto di lavoro?

Farebbe prima a dire che vuole eliminare i suoi coetanei perché “sono troppi”.

 

 

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