Mettiamola così: siamo gente perbene che si concede poche e innocenti trasgressioni. Tra queste, una volta ogni vent’anni circa, ci viene questo strano impulso di baciare un rospo. Il manifesto ne discute con passione e con le sue intelligenze migliori: baciare il rospo? Personalmente preferirei baciare Kate Moss, ma mi rendo conto che il principio di realtà è una faccenda seria. Ora, baciare un rospo richiede un discreto sprezzo del pericolo. Prima di baciare un rospo, che so, un Dini, un Monti, consiglio di leggere il foglietto illustrativo e le controindicazioni. Ci sono casi noti? C’è una statistica? Lo sapete, vero, che i rospi e certe coloratissime rane del Costa Rica, provocano effetti allucinogeni? Per dire: uno bacia un rospo e vede gli elefanti rosa. I pro: sempre meglio che vedere Cicchitto. I contro: che ce ne facciamo di elefanti rosa, non sarebbe meglio avere qualche diritto in più, o un po’ di redistribuzione del reddito? Viviamo in un posto dove si possono baciare rospi ma non, per dire, ottenere diritti come coppie di fatto, quindi delle due l’una: o troppa gente ha baciato rospi allucinogeni per decenni, oppure Monti ha baciato il papa. Due ipotesi plausibili, ma della seconda c’è la foto sui giornali. Veniamo alla casistica nota. Che baciare rospi alteri la percezione del reale è sotto gli occhi di tutti: la Russa e Bersani che sostengono lo stesso governo mi pare una prova abbastanza decisiva che le allucinazioni non sono una favola. È per il bene del paese, dicono tutti, anche quelli che il paese l’hanno distrutto guadagnandoci un bel po’. Per ora, il pensiero dominante è che è meglio baciare un rospo che farsi mordere da un serpente a sonagli, fin qui ci arrivo anch’io, ma non vorrei che mentre siamo lì con rospo in mano ci distraiamo un po’ e non vediamo l’anaconda di undici metri che ci punta famelica: il famoso mercato che fa e disfa. Sarà lui a mangiarci tutti interi, mica il rospo! Capire quanto il rospo lo aiuterà nel pranzetto è solo un dettaglio. Coraggio. Smack
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