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Esodati e precoci: gli emendamenti nel “milleproroghe”

L’aula della Camera ha votato ieri la fiducia chiesta dal governo sul decreto legge Milleproroghe con 469 voti favorevoli, 74 contrari e 5 astenuti su 548 deputati presenti.

Montecitorio licenzierà martedì prossimo il provvedimento, che poi andrà all’esame del Senato per la seconda lettura.

Durante l’esame in commissione Bilancio e Affari costituzionali, partiti e governo hanno inserito due emendamenti che introducono nuove deroghe alla riforma delle pensioni contenuta nella manovra correttiva di dicembre.

Il decreto riconosce ora un regime di favore per l’accesso alla pensione nei confronti di due categorie di lavoratori: gli “esodati” e i precoci. I primi sono i lavoratori che, accettando incentivi economici dall’azienda, si sono licenziati con la prospettiva di maturare il diritto alla pensione in tempi brevi in base ai requisiti anagrafici e contributivi precedenti alla riforma voluta dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. I secondi sono coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto, anche prima di 18 anni.

Per quel che riguarda gli esodati, il decreto riconosce l’accesso alla pensione in base al vecchio regime a condizione che la data di licenziamento sia precedente al 31 dicembre 2011 e risulti “da elementi certi ed oggettivi”. Il lavoratore deve anche aver maturato i requisiti che, “in base alla previgente disciplina pensionistica, avrebbero comportato il conseguimento del trattamento medesimo entro un periodo non superiore a 24 mesi” dall’entrata in vigore del nuovo regime pensionistico.

La platea di beneficiari sarà individuata “nel limite delle risorse” già iscritte a bilancio per l’altra principale deroga alla riforma delle pensioni prevista in manovra, quella che riguarda i lavoratori posti in mobilità prima del 4 dicembre 2011. Se, dunque, il numero dei “beneficiari” fosse superiore a quello coperto dalle “risorse” messe a disposizione, altri ancora perderanno tutto: lavoro e pensione.

In base all’articolo 24 della manovra, la copertura ammonta a 240 milioni di euro per il 2013, a 630 milioni per il 2014, a 1,04 miliardi per il 2015, a 1,220 miliardi per il 2016, a 1,030 miliardi per il 2017, a 610 milioni di euro per il 2018 e a 300 milioni per il 2019.

Quanto ai lavoratori “precoci“, il decreto elimina le penalizzazioni previste dalla riforma Fornero nei confronti dei lavoratori dipendenti che raggiungono i nuovi requisiti contributivi ma intendono ritirarsi dal lavoro prima di aver compiuto 62 anni di età.

I lavoratori dovranno aver maturato il necessario requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 “includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni”.

La copertura delle maggiori spese pensionistiche viene assicurata da un aumento delle accise sui tabacchi che verrà stabilito dai Monopoli di Stato.

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2 Commenti


  • clara

    esodata poste dall’1.01.2011 avrò 60 anni a febbraio 2013 cn la finestra sarei andata in pensione il 1.3.2014
    per favore qualcuno mi può dire se rientro nei “ripescati”? grazie


  • Luciana

    Gradirei sapere se si può andare in pensione con 42 anni contributivi prima del 2017, conteggiando anche gli anni “figurativi”.
    Grazie.
    Luciana

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