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Concetti variabili

Se in Iran vota la metà degli elettori, questa è considerata una prova della “rivolta popolare” contro il regime.

Se in Italia vota la metà degli elettori, come successo in Abruzzo e Sardegna,  questa è presentata come una prova di forza della “democrazia”.

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3 Commenti


  • Matteo

    I tassi di astensionismo in Italia ormai hanno raggiunto quelli degli Usa, dove alle elezioni presidenziali (ad eccezion fatta per l’ultimo duello Biden-Trump del 2020, con forte polarizzazione) da qualche decennio vota regolarmente il 50% o poco più (c’avete fatto caso che l’affluenza al voto Usa viene sempre sottaciuta durante le maratone televisive per le presidenziali? Perché altrimenti si incrina anche la narrazione che ne consegue). E’ vero che l’astensionismo è sintomo di un’insoddisfazione generalizzata delle persone verso la politica, però al tempo stesso – in tempi di conflitto sociale debole o assente – è anche un innegabile successo di quelle stesse classi dominanti che teorizzarono la cosiddetta “crisi della democrazia”. Loro sono i veri responsabili dell’antipolitica dilagante che tanto scandalizza i giornaloni bigotti della borghesia.


  • Andrea Vannini

    Se pensiamo alla “nostra” italietta, oggi diversamente dal passato remoto, l’ astensionismo é da valutare positivamente. É il segno di una estraneita’ verso lo stato e il potere. Il punto è trasformare questa estraneita’ in ostilità, in antagonismo, in odio e lotta di classe.


  • Francesco

    Occorre distinguere tra “partecipazione” (comportamento di massa attivo di adesione, tattica o di principio, alle elezioni borghesi), “astensione” (comportamento di massa passivo e non caratterizzato, o assai poco caratterizzato, politicamente), “astensionismo” (rifiuto di principio verso la partecipazione alle elezioni borghesi, tipico degli anarchici e dei bordighisti) e “boicottaggio” (possibile e realizzabile solo in una situazione prerivoluzionaria o rivoluzionaria, con rapporti di forza tra le classi favorevoli al proletariato). Ragione per cui un rigoroso approfondimento lessicale e teorico di queste tattiche (partecipazione, astensione, astensionismo e boicottaggio), nonché delle fasi
    socio-politiche in cui vanno applicate, sarebbe sommamente utile (cfr., come concreto esempio storico, l’atteggiamento dei bolscevichi verso la prima e la seconda Duma ecc.) e servirebbe a prevenire, oltre agli errori terminologici, gli errori politici.
    Eros Barone

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