Agli occhi dello Stato di Israele, la pulizia etnica dei palestinesi non è mai avvenuta perché i palestinesi non sono un popolo. […]
Il tratto comune che unisce tutto l’attivismo giovanile palestinese, indipendentemente dall’affiliazione politica, è la prospettiva di un futuro migliore, sebbene i dettagli di come realizzarla debbano essere decisi.
E’ la prospettiva di uno Stato democratico in Palestina, dal fiume Giordano al Mediterraneo, che smantelli le istituzioni sioniste, permettendo il ritorno dei profughi e sviluppi una democrazia fondata sull’uguaglianza economica e politica.
Questo implicherebbe inoltre una chiara procedura per correggere le ingiustizie del passato attraverso la ridistribuzione delle terre e di altri mezzi di produzione tra la comunità dei coloni ebraici e i nativi palestinesi.
* da “La fine di Israele”, Fazi Editore, pagg 90/103 – segnalato da Beh, Buona Giornata
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