di Michele Franco – Rete dei Comunisti
Nell’edizione di sabato 24 settembre de “il Sole 24 Ore” nella pagina dei commenti c’è un articolo in cui si plaude alle conclusioni unanimi a cui è giunta l’assemblea della Fiom dove si sarebbe – sostanzialmente – ricomposta la frattura politica con la Cgil e dove la logica della conflittualità avrebbe lasciato il posto ad una presunta visione di più ampio respiro che valorizzerebbe il confronto con le parti sociali a scapito di una pratica conflittuale.
L’anonimo estensore della nota sul quotidiano di Confindustria lascia intravedere che questo nuovo clima che si respirerebbe in casa Fiom deriverebbe dall’attenuazione delle critiche di Maurizio Landini all’accordo del 28 giugno siglato dalla Camusso con Cisl, Uil e organizzazioni padronali varie.
Inoltre – sempre il quotidiano di Lor Signori – si spinge ad ipotizzare che, al di là di alcune questioni formali ribadite quasi come una sorta di specchietto per le allodole – la Fiom abbia effettuato un cambiamento di linea politica e programmatica la quale, se confermata nel prossimo periodo, potrà contribuire, assieme a tutta la Cgil, a dare un futuro al paese.
Questa descrizione della discussione in casa Fiom trova conferma nelle dichiarazioni di Sergio Bellavita (della componente che fa riferimento all’area di Giorgio Cremaschi) il quale legge le decisioni approvate a Cervia come il delinearsi di una nuova maggioranza politica nell’organizzazione diversa da quella scaturita dal dibattito congressuale.
Siamo tra coloro i quali, pur sostenendo da sempre il processo strategico di costruzione del sindacalismo di base nel nostro paese, hanno sempre guardato con attenzione, rispetto ed attitudine unitaria all’azione della Fiom ed abbiamo, anche recentemente, valorizzato e sostenuto le scelte dissonanti con la Cgil di questa organizzazione a ridosso di alcuni importanti snodi sociali (…da Pomigliano a Mirafiori passando per lo Sciopero dei Metalmeccanici del 28 gennaio scorso fino alla recente comune critica al famigerato Accordo del 28 giugno..).
Non possiamo, però, restare indifferenti rispetto ai rumors che provengono dalla Fiom i quali – vorremmo sbagliarci – sembrano più la conseguenza diretta di alcuni riposizionamenti sul piano politico e non invece l’evoluzione di una naturale discussione attorno ai problemi della fase politica.
Abbiamo, invece, il fondato sospetto che il delinearsi della nuova alleanza elettorale tra Bersani, Di Pietro e Vendola, anche a fronte dell’evidente crisi di fatto del berlusconismo, stia rinvigorendo pulsioni governiste e suggestioni improntate alla responsabilità che iniziano a riverberare, a cascata, nella Fiom ma anche in settori dei movimenti sociali i quali sembrano aver smarrito la propria vocazione autonoma ed indipendente.
Da questo punto di vista alcune delle cose che abbiamo letto nel recente articolo firmato da Gianni Rinaldini e Luca Casarini (http://www.retedeicomunisti.org/it/archivio/item/3162-relazioni-pericolose) iniziano a trovare una prima traduzione politica ed organizzativa la quale non potrà non registrare la nostra forte alterità critica.
In tal senso il prossimo appuntamento del 1 ottobre a Roma, al Teatro Ambra Jovinelli, potrà costituire un ambito pubblico di confronto tra quanti sono interessati alla connessione delle lotte e, soprattutto, al delinearsi di una dinamica politica e sociale la quale è costitutivamente alternativa non solo a Berlusconi e al berlusconismo ma, anche, a qualsivoglia ritorno ad una tragica stagione di governi più o meno amici i quali – ed è questo un innegabile dato oggettivo – sono stati la premessa concreta a tutti i processi di destrutturazione politici e materiali tra i lavoratori, i precari e l’insieme dei ceti subalterni.
24 settembre, 2011
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