La Rete dei Comunisti intende sostenere con ogni mezzo lo sciopero generale e la manifestazione nazionale del prossimo 27 gennaio promosso dai sindacati di base e conflittuali.
1. Quello del 27 gennaio è il primo e vero sciopero generale contro il governo Monti e i diktat dell’Unione Europea che stanno esplicitamente sostenendo i patrimoni delle banche e delle multinazionali esportatrici a scapito di lavoratori, pensionati, disoccupati ed anche dei ceti medi in via di forte proletarizzazione.
Non vi è dubbio che le classi dominanti stiano utilizzando la crisi per velocizzare un processo di gerarchizzazione economica e politica a livello europeo funzionale ad affrontare la crescente competizione globale.
Tale processo non può che avere come risultato l’impoverimento dei settori popolari e di settori crescenti delle classi medie. Ma le conseguenze sono pesanti sul piano economico-sociale, sul piano della rappresentanza democratica, sul piano della destrutturazione dei saperi funzionale a imprimere nella società rassegnazione, individualismo, punti di vista reazionari sulla crisi.. E’ un cambio di passo pericoloso che intende ridurre a variabile del tutto dipendente i lavoratori e le esigenze popolari nel loro complesso.
2. La piattaforma su cui i sindacati di base e conflittuali chiamano allo sciopero generale ci sembra adeguata a segnalare questa emergenza.
Ma il cambio di passo riguarda anche le modalità e le forme con cui far esprimere e far crescere l’opposizione sociale e politica al governo Monti-Napolitano e all’Unione Europea.
Lo sciopero non può essere uno strumento di lotta solo dei sindacati e dei lavoratori contrattualizzati, esso deve cominciare ad estendersi a tutti gli ambiti della società coinvolgendo con ogni mezzo necessario i settori sociali ricattati sul lavoro o marginalizzati dal ciclo produttivo tradizionale.
3. Un esempio di questa necessità ci viene dalle proteste popolari in Sicilia che investono settori sociali che per molti anni sono stati contrapposti dalle classi dominanti ai lavoratori dipendenti. La crisi infligge colpi pesanti anche a quei ceti medi che fino a ieri hanno ritenuto di poter crescere negli interstizi del sistema micro-imprenditoriale diffuso nel nostro paese e che oggi viene stravolto dai diktat dell’Unione Europea sul piano fiscale e industriale. L’Italia con milioni di partite Iva e sei milioni di lavoratori autonomi non potrà più reggere ai ritmi imposti dalla competizione globale e dalla concentrazione finanziaria e tecnologica. Il capitale finanziario e le misure fiscali del governo, dopo aver devastato i lavoratori dipendenti, stanno passando nel tritacarne anche le classi intermedie precipitandole in una nuova condizione.
4. Riteniamo sbagliato esorcizzare queste proteste e riteniamo, al contrario, che la sinistra di classe, i sindacati combattivi, i movimenti sociali debbano cercare con ogni mezzo di ricomporre il fronte di resistenza popolare alla crisi, contendere pezzo per pezzo questo terreno ai tentativi della destra e dei fascisti di avviare un movimento reazionario di massa che indica soluzioni alla crisi diverse e inaccettabili per ogni aspirazione all’emancipazione sociale, politica e culturale del paese.
5. Riteniamo che, ad esempio, la campagna di massa per il non pagamento del debito, per la nazionalizzazione delle banche, per sottrarre il paese ai diktat dell’Unione Europea, possa avere la forza di intercettare e unificare le diverse forme di insofferenza sociale contro la crisi. Tanto più se questa campagna vedrà crescere il suo carattere internazionalista attraverso il coordinamento con i sindacati e le forze di classe degli altri paesi europei, a cominciare dai Piigs.
6. La Rete dei Comunisti sosterrà lo sciopero generale del 27 gennaio e lavorerà affinché non sia solo una giornata di lotta, di rabbia e di indignazione ma apra un percorso includente e conflittuale a livello sociale sin dai giorni successivi allo sciopero.
La Rete dei Comunisti ritiene che le proposte alternative sulla crisi debbano cominciare a manifestarsi pubblicamente, a rompere ogni inganno o idea di compatibilità che si stanno dimostrando ormai impraticabili nella gestione capitalistica della crisi stessa.
Sosteniamo lo sciopero generale del 27 gennaio
Agiamo affinché la soggettività dei comunisti intervenga dentro ogni contraddizione, movimento, conflitto sociale per rendere credibile una via d’uscita progressista e non reazionaria dalla crisi.
23 gennaio 2011
Rete dei Comunisti
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