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Riflessioni sul rapporto degli Osservatori della Lega Araba in Siria

Prima di entrare nel vivo delle considerazioni che la relazione mi porta a fare vorrei spendere due parole sulla sua parte finale, dove il generale MuhammadAhmad Mustafa Al-Dabi riporta le insufficienze di preparazione di alcuni dei suoi uomini, o come altri fossero troppo anziani per questo tipo di incarico, o, purtroppo, come altri ancora hanno tentato di fare la cresta sui rimborsi (sic!), altri invece mandavano rapporti esagerati direttamente ai loro governi, scavalcando il Capo Missione, dove riporta le carenze dei mezzi con cui la missione ha dovuto operare (10 radio a due vie gliele ha regalate sul posto l’Ambasciata cinese….) e l’azione di alcuni mass-media che da subito hanno tentato di screditarne l’azione pubblicando notizie non vere o gonfiate.

Tutto questo mi fa ritenere che da parte dei promotori della missione non ci fosse già dall’origine una reale volontà di mettere in campo una macchina funzionante ed efficiente, ma soltanto di creare un alibi che giustificasse un futuro intervento, la serietà della maggior parte dei componenti della missione ha però fatto fallire il piano, e così dopo soli 23 giorni la missione è stata ritirata, infatti non stava trovando nulla di eclatante contro il governo siriano, e dall’altra parte scopriva invece molte magagne, e riportava le cose come erano realmente.

La lettura della prima parte del rapporto invece, quella che riporta quanto accertato e visto, rafforza le mie convinzioni su un forte intervento esterno che mira a cambiare il governo siriano con uno allineato al blocco arabo-islamico-sunnita che Arabia Saudita e Qatar stanno costruendo nella regione del medio oriente e del nord Africa.

Il Governatore di Homs, non smentito dagli osservatori della Lega Araba, valuta gli insorti armati nella sua città in 3.000 unità, chi li ha riforniti di munizioni per tutto questo tempo? (i media non hanno dato notizia di assalti riusciti agli arsenali militari del governo siriano, quindi armi e munizioni – queste in grande quantità – vengono per forza da fuori), lo stesso Governatore lamenta rapimenti e sabotaggi a infrastrutture civili da parte degli insorti.

Ad Homs comunque gli osservatori riescono a mettere in piedi una specie di tregua, con restituzione di automezzi militari catturati da parte degli insorti, scambio di cadaveri tra le due parti, liberazione di 5 prigionieri politici da parte delle autorità.

Anche ad Hama l’intervento degli osservatori porta alla cessazione degli scambi di colpi di arma da fuoco tra le parti, gli stessi osservatori riescono a far rimuovere uomini e mezzi dell’esercito da molte città e quartieri residenziali: oltre alle armi c’è quindi un’altra via per risolvere le questioni, ma forse non si vuol seguire.

Ovviamente le violenze non sono cessate, gli insorti hanno attaccato i governativi, il rapporto parla di attacchi a Dera’a, Homs, hama e Idlib degli insorti contro i governativi che causano morti e feriti, ed a detta del rapporto non sempre i governativi rispondono al fuoco, vengono usati da parte degli attaccanti anche razzi e proiettili perforanti. Gli insorti hanno bombardato un treno che trasportava gasolio e sempre ad Homs hanno fatto saltare un autobus della polizia causando la morte di due ufficiali.

Siccome non sono nato ieri ritengo che anche i governativi hanno fatto le loro brave porcate, ed il fatto che non siano dettagliatamente riportate nel rapporto non vuol dire che non ci siano state, basta vedere le contestazioni agli osservatori fatta da filogovernativi a Latakia, con il ferimento di due componenti della missione.

Ma a riprova che c’è un’altra maniera per risolvere le questioni oltre alle armi, il 17 gennaio, ci dice sempre il rapporto, ci sono state una serie di manifestazioni pro e contro il governo in alcune città senza nessun incidente.

Il rapporto ci dice anche che alcune denunce di violenze, esplosioni e cose simili presentate agli osservatori non hanno retto alla verifica dei fatti, ovvero si trattava di menzogne.

Il rapporto dichiara inoltre che i media hanno esagerato la natura degli incidenti, il numero degli uccisi e le proteste di alcune città. Non c’è bisogno di fare un grande ragionamento perché il ruolo del “circo mediatico” relativamente a quanto sta succedendo nel mondo arabo lo dovremmo avere tutti ben chiaro.

Il rapporto ci dice anche che sostanzialmente il governo siriano non ha ostacolato la missione della Lega Araba, ma ha cercato di agevolarla, anche se non pienamente e con alcune zone d’ombra.

Il 15/1/2012 il Presidente Assad ha varato una amnistia generale per gli eventi del 15 marzo 2011, e ha dichiarato di aver scarcerato gradualmente, alla data del 19/1/2012, 3.569 arrestati, gli osservatori accertano la liberazione sicura di 1.669 persone; prima dell’amnistia il governo siriano afferma di aver comunque liberato 4.035 prigionieri, e gli osservatori hanno certificato che è sicuramente vero per 3.569 di loro. A fronte delle dichiarazioni del governo di aver complessivamente liberato 7.604 prigionieri ne risultano veritieri e certificati dagli osservatori 5.152, per dei biechi repressori la cosa non è male!!!

Gli oppositori “esterni” avevano denunciato agli osservatori 16.237 prigionieri politici, mentre gli oppositori “interni” ne avevano denunciati 12.005; gli osservatori hanno rilevato discrepanze nelle liste avute dagli oppositori, informazioni errate e non accurate e nomi ripetuti, ma intanto nei media viaggiano i “numeri al lotto” delle opposizioni e si oscura il lavoro degli osservatori.

E, dulcis in fundo, il rapporto afferma che il giornalista francese ucciso ad Homs (si tratta di Gilles Jacquier, ucciso l’11 gennaio 2012) è stato ucciso da una bomba di mortaio dell’opposizione. E infatti il giornalista francese si trovava ad una manifestazione di cittadini pro-governo; per come è stata trattata la notizia tutto il meccanismo mediatico mi ha ricordato quello della strage del mercato a Sarajevo del 17 febbraio 1994: i bosniaci si sono bombardati, e la colpa è stata dei serbi!

Dal rapporto si evincono poi due cose importantissime, una negativa ed una positiva, quella negativa è la scoperta di una “entità armata” che ha attaccato indiscriminatamente sia i soldati governativi che i manifestanti antigovernativi, e questa cosa ci deve far riflettere molto circa quanto sta succedendo in Siria e su chi soffia sul fuoco, quella positiva e che :” i cittadini ritengono che la crisi debba essere risolta in modo pacifico attraverso la sola mediazione araba, senza ricorrere all’intervento internazionale”.

Gli spiragli per una soluzione pacifica ci sono ancora, si stanno restringendo ma ci sono ancora, spetta a tutti noi non farli chiudere.

* Comitato con la “Palestina nel cuore”

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