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Assediamo la Regione Campania!

Assediamo la Regione Campania. Riprendiamoci tutto ciò che ci spetta!

Costruiamo l’opposizione sociale contro i sacrifici e la precarietà

Il Governo Monti, applaudito da tutti i partiti come il salvatore dell’economia nazionale, sta dimostrando anche ai ciechi di essere un “perfetto” governo politico (altro che tecnico) il cui compito è portare avanti le ricette volute dalla classe padronale per salvaguardare i propri interessi e profitti e tentare di uscire dalla crisi di cui sono gli unici responsabili.
Dopo aver varato una manovra finanziaria di lacrime e sangue che a colpi di ICI, aumenti di IVA, di tasse e prezzi e gli ulteriori tagli alle spese sociali impoverirà ancor di più lavoratori, pensionati, precari che già oggi faticano ad arrivare alla fine del mese; dopo aver aumentato l’età pensionabile costringendo chi un lavoro ancora ce l’ha a lavorare di più e più a lungo, lasciando senza tutele i tanti licenziati e cassintegrati e senza possibilità di un lavoro le centinaia di migliaia di disoccupati; oggi il governo dei “tecnici” si appresta a varare il provvedimento per favorire la cosiddetta crescita che altro non è che la famigerata riforma del mercato del lavoro. In altre parole, crescita sì ma dello sfruttamento e della precarizzazione di tutto il lavoro.
Senza, questa volta, nemmeno le finte lacrime, il Ministro Fornero e Monti hanno detto in modo chiaro e netto che è tempo di passare alla brutale cancellazione dei lacci e lacciuoli imposti alle imprese dalle lotte operaie di qualche decennio fa: libertà di licenziamento come padrone vuole con l’abolizione anche dell’art. 18, smantellamento del contratto nazionale come difesa collettiva ed estensione a tutti del modello Marchionne, ulteriore disciplinamento dei sindacati e repressione della lotta e della capacità organizzativa dei lavoratori, riduzione degli  ammortizzatori sociali a partire dalla riforma di cassa integrazione e mobilità.
In sostanza il governo sta utilizzando la crisi per demolire diritti e privatizzare i servizi pubblici essenziali come la scuola, l’università, i trasporti, la sanità mentre continua a spendere miliardi per gli armamenti, per finanziare le banche e le grandi opere inutili!
In Campania questa politica di lacrime e sangue è ormai da molti mesi messa in atto dalla giunta Caldoro, in perfetta sintonia con quelle che sono le direttive degli ultimi governi. La ricaduta di tutto ciò è l’aumento del numero di famiglie che riesce a sopravvivere solo grazie alla carità. Trincerandosi dietro il patto di stabilità la regione ha effettuato tagli senza precedenti ai servizi sociali, ha cancellato anche il reddito di cittadinanza che per quanto misero e familistico, consentiva ad alcune migliaia di famiglie un po’ di reddito mensile ed è direttamente responsabile del mancato pagamento di stipendi e della crisi di tante aziende pubbliche campane. Come se non bastasse nulla ha messo in campo per dare risposte occupazionali all’enorme platea di disoccupati e di lavoratori espulsi dalla produzione scegliendo, invece, di rispondere solo sul piano della repressione e della negazione di qualsiasi confronto.

Eppure l’elenco delle situazioni di crisi presenti in Campania è allarmante: dagli operatori sociali da mesi senza stipendio e senza alcuna prospettiva per il futuro, al settore dei trasporti (Sepsa, Circumvesuviana, Metrocampania Nord-Est, Eav Bus, Anm, Ctp, Air) che rischia privatizzazione e licenziamenti; dalle partecipate S.I.S, Astir, Arpac Multi servizi –già senza stipendio- ed ex Jacorossi, di cui si profila una pesante ristrutturazione, ai 3 mila esuberi delle Comunità montane; dalle aziende in crisi e al loro indotto con migliaia di posti di lavoro in bilico (Ixfin, Fincantieri, FIREMA, Ergom, Irisbus, Alenia, FIAT di Pomigliano D’Arco, ecc.), ai precari BROS in lotta da anni per una stabilizzazione lavorativa dopo anni di formazione fino agli ambulanti in particolare immigrati.
Senza contare le lotte in difesa della salute e dell’ambiente per un piano rifiuti senza discariche ed inceneritori, e le vertenze causate dalle manovre in campo sanitario quali il drastico taglio di posti letto, l’accorpamento di strutture, l’esternalizzazione dei servizi, la chiusura e la riconversione di strutture ospedaliere, dei pronto soccorso, e/o interi reparti, il blocco del turn over, il mancato rinnovo di convenzioni con le ditte che garantiscono i servizi  precedentemente esternalizzati e i tanti lavoratori di ditte di pulizie senza più appalti.
Le mobilitazioni degli studenti medi ed universitari contro i tagli e più in generale le riforme che rendono il diritto al sapere sempre meno accessibile e trasformano scuole ed università in aziende.
Preso atto di una così drammatica situazione dove impera sempre più la precarietà del lavoro e dell’intera vita e del fatto che non ci troviamo solo di fronte alla incapacità di singoli assessori, ma alla chiara volontà da parte del governo, nazionale e locale, di scaricare i costi della crisi sui lavoratori e sui proletari in generale, non possiamo non chiederci: che cosa facciamo? Come possiamo difendere il nostro diritto a vivere dignitosamente?
La risposta, è una sola: lottare uniti, in maniera autonoma ed indipendente da partiti ed istituzioni  per difendere i nostri interessi contro un nemico comune, per passare all’offensiva e conquistare nuovi diritti.
La difesa delle condizioni di vita e di lavoro non può più attestarsi sulla singola azienda o settore. Né la singola vertenza può trovare soluzione nell’improvvisa benevolenza delle istituzioni che dialogano solo con la repressione e la criminalizzazione.
L’unico modo per fare un passo avanti  è quello di unire le forze e costruire un fronte comune fatto di lavoratori, precari, disoccupati, migranti, studenti, pensionati e quanti non vogliono continuare a subire ciò che ci viene imposto dai governi, dalle banche e dai padroni che anche con la crisi continuano a fare profitti sulla nostra pelle.
Anche qui in Campania crediamo sia venuto il momento di impegnarsi nella costruzione di una nuova stagione di opposizione e conflitto contro un’Amministrazione regionale che, per prerogative, poteri e flussi di danaro pubblico che gestisce, è la principale controparte delle vertenze e dei conflitti in atto e che non può più sottrarsi al confronto con le istanze reali che vengono dalla società.
Per questo, come lavoratori, movimenti sociali e realtà di base, collettivi studenteschi e reti in lotta per la salute e per l’ambiente, il 15 febbraio saremo in piazza per una manifestazione/assedio sotto i palazzi istituzionali della Regione Campania per dire, unitariamente, no alla loro politica di sacrifici.

Vogliamo difendere il nostro diritto al lavoro, al reddito e ai servizi sociali e per questo pretendiamo che:
–    a partire dalle aziende direttamente controllate da Regione, Provincia e Comune, si fermino i processi di ristrutturazione, si attui da subito il blocco delle esternalizzazioni, delle privatizzazioni e si ripristini il pagamento dei salari.
–    alla luce dell’eclatante fallimento del Piano dell’Ass. al Lavoro Nappi, si avvii un vero piano per lavoro che ponga soluzioni concrete alle tante situazioni di crisi, mettendo fine all’emorragia di licenziamenti, cassa integrazione e mobilità, e dia uno sbocco occupazionale alle migliaia di disoccupati campani, a partire da quelli che da anni lottano per una stabilizzazione lavorativa.
–    ai disoccupati, ai precari ed a quanti non arrivano a fine mese venga garantito il diritto a campare attraverso un salario/reddito garantito
–    si fermi l’ignobile scempio dei nostri territori varato da questa regione con l’ultimo Piano Regionale dei Rifiuti. I 355 milioni di fondi FAS che ci si appresta a regalare alla FIBE per l’acquisto dell’inceneritore di Acerra e le altre centinaia e centinaia da spendere per la costruzione di altri 3 inceneritori, 1 gassificatore ed altre discariche, devono essere utilizzati per l’avvio di un piano virtuoso e per la bonifica dell’intero territorio regionale. Unica via per tutelare la nostra salute e creare occupazione.
–    si annulli il Piano di Rientro Sanitario varato con il decreto 49/2010 bloccando la scellerata politica di smantellamento e di privatizzazione del sistema sanitario e restituendo ai cittadini il diritto alla salute
–    si ripristini e si ampli il servizio trasporti annullando il disegno, anche in questo caso, di consegnare ai privati i bocconi prelibati della rete trasporti. Un progetto che già oggi i cittadini pagano in termini di disagi, tagli di corse ed aumento dei biglietti
–    si garantiscano i servizi sociali, di assistenza e cura che in questi anni hanno visto tagli spaventosi pagati a caro prezzo dalle fasce più deboli.

ABBIAMO GIA’ DATO! E’ ORA DI RIPRENDERCI TUTTO!

il 15 Febbraio 2012 ore 10 saremo in piazza per una
Manifestazione/Assedio sotto la sede Regione Campania a Santa Lucia

Coordinamento regionale per l’opposizione sociale

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1 Commento


  • gennaro

    Le organizzazionni operaie e popolari campane non tollerano né Monti né Caldoro, vogliono non solo opporsi ma creare una loro alternativa politica.

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