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Mediterraneo, mare di guerra. Prosegue la campagna


È stata anche la prima iniziativa pubblica organizzata dai compagni e le compagne della Rete dei Comunisti di Padova. Nonostante questo e nonostante il caldo afoso tipico di Luglio la partecipazione è stata superiore alle aspettative, dimostrando un’interesse diffuso sui temi in discussione.

L’assemblea è stata aperta da una relazione introduttiva di Aldo Romaro della RdC di Padova, che ha ripreso sinteticamente l’analisi della crisi di sovrapproduzione collegandola al processo di costituzione del Polo Imperialista Europeo.

Nella prima parte dell’intervento è stata approfondita l’analisi della caduta tendenziale del saggio di profitto in Italia che ha portato alla crisi attuale, fornendo alcune elaborazioni dei dati della contabilità nazionale ISTAT. La seconda parte si è concentrata sulle strategie di gestione della crisi da parte della borghesia imperialista europea portando l’attenzione al documento prodotto dopo la crisi del ’92 da Wolfgang Schauble attuale Ministro delle Finanze del governo Merkel.

Lassemblea è proseguita con l’intervento di Roberto Battiglia della Commissione Internazionale della RdC che ha analizzato le dinamiche concrete prodotte dall’acuirsi della crisi in termini di rivolte di classe e sollevazioni popolari da una parte, dall’altra di aggressioni imperialiste e di inasprimento delle contraddizioni tra gli stessi poli imperialisti, evidenziando il nesso tra crisi sistemica e tendenza alluso della guerra. L’intervento si è sviluppato con un’analisi critica sia degli avvenimenti della primavera araba, sia dei fatti di Grecia, ponendo al centro la necessità dell’elaborazione di una proposta politica non utopistica, di superamento della crisi dalla parte del proletariato. In particolare parlando del rapporto tra strategia e tattica, ha indicato, accanto allobbiettivo strategico del superamento del capitalismo per la costruzione della società socialista, la necessità di contrastare le ipotesi di cogestione riformiste e keynesiane della crisi, abbracciate dalla sinistra europea e del nostro paese, e di rilanciare la lotta sul terreno dellanticapitalismo e dellantimperialismo.

La conclusione dellintervento ha richiamato la proposta della Rete dei Comunisti di uscita dallarea delleuro dei paesi dellEuropa mediterranea, come delineato nel libro Il risveglio dei maiali – PIIGS, attraverso un programma che preveda a partire da un forte rilancio del conflitto sociale e di classe, il non pagamento del debito, la nazionalizzazione delle banche e dei settori strategici e la costruzione di unarea di libero scambio (ALIAS) e di una propria moneta virtuale di riferimento (LIBERA), sul modello realizzato dai paesi dellALBA in America-Latina.

Nell’intervento successivo Andrea Martocchia del Coordinamento Nazionale Jugoslavia ha effettuato una panoramica dell’intervento economico, politico e militare imperialista verso l’Europa dell’Est a partire dall’aggressione alla Jugoslavia che fu appoggiata tra gli altri dal governo D’Alema. L’intervento si è concentrato in particolare sulla situazione in Ucraina e sul conflitto tra imperialisti europei e nord americani per lo sfruttamento delle risorse energetiche dell’area del Caspio e quindi sulla situazione nell’Ex Jugoslavia, e sulla gestione schiavistica degli operai della Zastava da parte della Fiat di Marchionne.

Alle tre relazioni introduttive è seguito un dibattito partecipato tra i compagni e le compagne presenti in sala.

Tra i primi interventi una testimonianza diretta sulla situazione di sfruttamento alla Zastava da parte di un fotoreporter che ha avuto modo di entrare fisicamente all’interno della fabbrica, per documentare la vita dei 1400 operai che vi lavorano con contratti di lavoro individualizzati a cui è seguito l’intervento di un compagno di Vicenza, che ha ricordato il ruolo militare strategico della presenza dell’esercito Americano in Veneto.

Il dibattito si è poi incentrato sulla proposta politica della Rete dei Comunisti, sul rapporto tra approfondimento teorico e pratica politica, sulle condizioni e sulla possibilità della costruzione di un rappresentanza politica del polo di classe in Italia.

Ha concluso il dibattito Gino Bortolozzo operaio calzaturiero e militante RdC sottolineando la necessità di una prospettiva politica in grado di rispondere alle necessità materiali dei lavoratori e di organizzare la risposta alle controriforme del governo Monti sia sul piano nazionale che sul piano locale, misurando su quest’ultimo la disponibilità reale di gruppi e partiti politici di porsi al servizio della classe.

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