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I palestinesi e la guerra civile in Siria

Secondo quanto spiegato a Nena News da fonti locali, il campo profughi palestinese di Yarmuk da alcune settimane è diventato il rifugio di un certo numero di ribelli, a causa anche della sua vicinanza con Tadamun, un quartiere della capitale roccaforte dei miliziani che combattono l’esercito governativo. Il bombardamento, hanno riferito testimoni, è avvenuto poco prima del tramonto, quando i musulmani, in questo mese di agosto, sospendono il digiuno del Ramadan. Le strade del campo di Yarmuk quindi erano affollate di persone che tornavano a casa per la cena serale. I colpi di cannone sono caduti in particolare in via Jouna.
L’accaduto non è stato ancora spiegato in tutti i suoi particolari. I ribelli accusano l’artiglieria governativa e questa versione viene accreditata anche dall’Osservatorio siriano dei diritti umani (con sede a Londra), vicino all’opposizione siriana. La versione ufficiale invece riferisce di 12 morti e non di 21 e accusa i ribelli di aver sparato sul campo. I palestinesi vengono accusati da frange ribelli di appoggiare il regime del presidente Bashar Assad. Quello che è certo è che i palestinesi sono sempre di più coinvolti nella guerra civile siriana. Nelle scorse settimane erano stati uccisi, sempre a Yarmuk, tre abitanti in circostanze poco chiare. Sia l’Anp di Ramallah che Hamas a Gaza hanno condannato il bombardamento riferisce la Nena News.


Qui di seguito un comunicato ufficiale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina:

“Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha espresso la sua più ferma condanna e la denuncia del massacro contro il nostro popolo palestinese nel campo profughi di Yarmouk a Damasco, in Siria il 3 agosto 2012. Il Fronte ha detto che questo è un crimine odioso contro il popolo palestinese nel campo di Yarmouk, che ha causato oltre 20 morti e decine di feriti tra la nostra gente innocente. Il Fplp ha invitato tutte le forze e le parti interessate in Siria a rispettare la neutralità e la sicurezza dei campi profughi palestinesi in Siria e dei rifugiati palestinesi in tutti i paesi arabi, sottolineando la tutela della presenza dei profughi palestinesi, i loro diritti umani e legali nei paesi che li ospitano e il loro diritto al ritorno nelle loro case dalle quali sono stati espulsi. Il Fplp ha confermato ancora una volta la non interferenza del nostro popolo negli affari interni della Siria, e ha detto che il massacro del popolo palestinese serve solo i nemici del popolo siriano, il popolo arabo, il popolo palestinese e tutti gli arabi e musulmani. Il Fronte ha anche ribadito la sua opposizione alla ingerenza occidentale e all’intervento straniero in Siria, affermando che la distruzione della Siria serve i loro interessi coloniali nella regione”.


Nonostante il fatto che le case dei rifugiati palestinesi e le proprietà UNRWA siano stati danneggiati, il portavoce dell’Unrwa (l’agenzia delle nazioni Unite per i profughi palestinesi) Chris Gunness ha dichiarato che: “Non c’è alcuna indicazione che i rifugiati palestinesi, case o proprietà sono presi di mira”. L’Unrwa non ha indicato che potrebbe essere stato responsabile per il bombardamento, ma fa appello a “tutte le parti per preservare la vita umana e ad agire con moderazione e in conformità con il diritto internazionale”.


L’agenzia siriana Sana riferisce che nel campo profughi palestinese di Yarmouk un colpo di mortaio è arrivato sulla sede del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Comando Generale (il cui leader è Ahmed Jibril) causando gravi danni materiali. E’ stata colpita dunque la sede dell’unica organizzazione palestinese che lo scorso 14 giugno aveva dichiarato pubblicamente di voler sostenere il governo di Assad. Nell’incontro Jibril ha sottolineato come il Fronte stia con la Siria, la quale si è sempre distinta per aver costantemente appoggiato la causa del popolo palestinese e dei movimenti di resistenza nazionali. Ma è stato l’unico dirigente palestinese a esprimersi pubblicamente in tal senso. Anche il Presidente iraniano Ahmadinejad, sempre a giugno, aveva recentemente ospitato a Teheran Ahmed Jibril (giugno) il fondatore e leader del Fplp-CG, formazione della Resistenza palestinese nata 44 anni fa da una ‘costola’ del FPLP. In un comunicato la direzione dell’Anp ha lanciato un appello a tutte le forze impegnate nei combattimenti in Siria affinché si astengano dal colpire i campi profughi palestinesi. In particolare – scrive l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa – la direzione dell’Anp ha lanciato pesanti accuse nei confronti di Ahmed Jibril, leader del Fronte Popolare perla liberazione della Palestina _ Comando Generale. “Il comportamento di Jibril è degno di ogni condanna. Sta coinvolgendo i profughi palestinesi in un conflitto che non li riguarda e trascina i campi profughi nella guerra”, hanno detto alcuni funzionari dell’Anp.

da www.forumpalestina.org

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