Qui di seguito il testo dell’appello
Il decreto con cui il governo ha autorizzato la produzione all’Ilva di Taranto viola il diritto alla salute, i diritti del lavoro e la Costituzione.
Per due anni si continuerà a produrre in condizioni di continuo attentato alla salute e alla vita dei lavoratori e dei cittadini, ribaltando il principio costituzionale che prima si risana e si mette in sicurezza e poi si produce.
Tutto questo scavalcando un atto dovuto della magistratura e cedendo ai ricatti di una azienda criminalmente latitante.
Quello del governo è un atto senza precedenti che cancella diritti e legalità nel nome del profitto e del mercato.
Un’altra strada è possibile e giusta. Espropriare Riva e pretendere il risarcimento di tutti i danni e il finanziamento degli investimenti necessari, affidare al potere pubblico con un reale potere di controllo dei lavoratori a cui dovrà essere garantito il reddito, la gestione del risanamento e di un piano industriale di ripresa produttiva. Questa è la sola vera soluzione che rispetti il diritto ad un lavoro sicuro e alla salute per i lavoratori e i cittadini.
Per questo esprimiamo solidarietà e sostegno tutti i lavoratori e ai cittadini di Taranto, pieno appoggio alla magistratura della città e chiediamo il ritiro del decreto del governo che deve essere sostituito, come primo atto, dalla nazionalizzazione dell’Ilva.
4 dicembre 2012
Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile Cgil), Pierpaolo Leonardi (USB), Gianni Ferrara (costituzionalista), Carlo Guglielmi (Presidente Forum Diritti/Lavoro), Sergio Bellavita (Rete 28 Aprile Cgil), Fabrizio Tomaselli (USB), Luciano Vasapollo (Professore Università La Sapienza), Cesare Antetomaso (Resp. Associazione Giuristi democratici Roma), Franco Russo (Forum Diritti/Lavoro), Fabrizio Burattini (Rete 28 Aprile Cgil), Emidia Papi (USB), Eliana Como (Rete 28 Aprile Cgil), Giuseppe Pellegrini (USB), Carlo Carelli (Rete 28 Aprile Cgil), Paolo Sabatini (USB), Franco Grisolia (Rete 28 Aprile Cgil), Umberto Fascetti (USB), Paolo Grassi (Rete 28 Aprile Cgil), Rita Martufi (Centro Studi Cestes-USB), Associazione Giuristi democratici, Forum Diritti/Lavoro
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