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Il Mali nella tormenta: una messa a punto


Tahirou Bah è originario di Ségou, città molto nota per la sua resistenza. E’ membro dell’ufficio politico del partito della sinistra del Mali SADI (Solidarietà Africana per la Democrazia e l’Indipendenza). E’ molto attivo sulla questione del Mali e ha scritto “Il Mali: un processo permanente” un’ opera che sviscera la situazione politica del paese.

I. L’eredità del marzo 1991 (sollevazione popolare contro Moussa Traoré), e l’instaurazione del multipartitismo in Mali

L’eredità del marzo 1991 appartiene solo al popolo del Mali. E’ il suo proprio patrimonio, l’espressione delle sue lotte per la democrazia, per l’indipendenza, per la sovranità del popolo, delle sue delusioni, e dei suoi fallimenti. Ogni abitante del Mali nelle sue azioni, nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti, e perfino opponendosi, ha apportato qualcosa alla sua dinamica. L’eredità democratica appartiene dunque a tutti, e nessuno ha il diritto di confiscarla, di rivendicarla solo per sé o di gettarla nella dimenticanza.

Certo, come ogni sconvolgimento storico, l’avvento della democrazia in Mali nel 1991 ha avuto i suoi precursori, i suoi agitatori, la sua avanguardia. Ma ciò non esclude in alcun modo la paternità del solo vero attore: il popolo del Mali. Marzo 1991 non può essere rivendicato da qualsiasi persona. Spiega il presente e deve riconciliarlo col passato, perché è grande solo assumendo la sua responsabilità qualunque sia l’opinione (buona o cattiva) che si possa avere. La storia degli avvenimenti del marzo 1991 è un insegnamento. Ci mostra il destino del popolo del Mali nella sua volontà di emancipazione verso il progresso, la sua lotta coraggiosa, i suoi successi, i suoi fallimenti, le contraddizioni qualsiasi natura politica e sociale come anche i limiti imposti dalla realtà.

L’instaurazione della democrazia in Mali nel 1991 ci deve spingere a meditare, a trarne delle lezioni tanto quanto sarà possibile per andare avanti più forte e più lontano.

II. Il colpo di Stato di Amadou Toumani Touré contro il popolo del Mali

In seguito alla lunga lotta che il popolo del Mali ha condotto contro la dittatura che datava 1968, il popolo si è imposto mettendo fine a 23 anni di crimini di sangue e di crimini economici del Generale Moussa Traoré. Il colpo di stato del luogotenente – colonnello Amadou Toumani Touré (ATT) , la sera del 25 marzo 1991, era una reazione dell’ala reazionaria e opportunista dell’esercito per tagliare l’erba sotto i piedi allo slancio popolare e patriottico, e che ha avviato la logica del colpo di stato permanente contro il popolo del Mali e i suoi autentici rappresentanti. Risultato: ATT è divenuto il falso eroe del marzo 1991. E’ stato allora idealizzato, e i media diffondevano ciò fino al ridicolo..

In effetti benché ATT abbia restituito il potere (col coltello alla gola) ai civili in seguito alle elezioni generali del 1992, era chiaro per qualsiasi osservatore avvertito che ciò non era che un abile raggiro politico-militare; all’inizio a corto termine , installare al potere la più rapace classe politica per creare una nuova élite compradora, ma anche aprire la via al ritorno al potere di ATT per avviare la restaurazione. Così, mi pare, il Mali vive da allora al ritmo di un colpo di stato permanente orchestrato sapientemente da questa élite politico militare.

Dal 1992 al 2002, l’ avvoltoio militar politico si è accaparrato tutti i beni dello stato: conti bancari, ville , frutteti, macchine di lusso, castelli: il lusso assoluto, in sostanza, mettendo i diritti sociali e culturali del nostro popolo nella spazzatura

III. La restaurazione

Eletto in modo fraudolento, il candidato indipendente ATT non aveva che due grandi obbiettivi :

  1. La riabilitazione dei vecchi dignitari della dittatura
  2. Rafforzare il suo colpo di stato permanente contro il popolo del Mali.

E’ allora che ha cominciato a dirigere il paese con le battute, le prese in giro per confondere le acque. Mette in ginocchio l’economia del paese, comincia la messa al sacco di ciò che resta dell’arsenale invecchiato dell’esercito del Mali che marcisce pesantemente sotto i programmi di aggiustamento strutturale e i pareri degli esperti militari francesi e americani. Con la sua pozione magica del consenso, l’assemblea nazionale, dominata da coloro che hanno saccheggiato il paese, è divenuta né più né meno una camera di registrazione. ATT stesso si compiaceva in questa caricatura di farsa democratica, che qualifica da modello e da esempio. Per dieci anni, questo signore, per soddisfare i suoi oscuri disegni, e con l’appoggio degli avvoltoi politici intellettuali , ha concentrato tutti i poteri nelle sue sole mani e ha confiscato la democrazia, mettendo la museruola a qualsiasi voce, seppur minima, di contestazione.

IV. La riforma costituzionale di ATT nel 2012

Se c’è qualcuno che ha fatto un colpo di stato contro il Mali è proprio lo stesso ATT. In effetti dopo le sue ingiunzioni, i suoi tentativi disperati per ottenere un terzo mandato, ATT “il genio oscuro” non aveva ancora detto l’ultima parola. Trova, non so dove, con i suoi accoliti, la formula magica: “L’armonizzazione dei mandati”. Era dunque chiaro che la sua riforma costituzionale impegnava il Mali direttamente nella quarta repubblica, e de facto in una transizione in cui non si dice il suo nome. Così ATT avrebbe beneficiato di due anni di bonus presidenziale, perché è stato prolungato il mandato dell’assemblea nazionale, e del Presidente della repubblica fino al 2014 per armonizzarli con i mandati degli eletti municipali (si noti che le elezioni municipali si tengono due anni dopo quelle presidenziali e legislative secondo la legge del Mali)

Effettivamente il popolo del Mali resta fin qui spettatore impotente di fronte al rullo compressore dell’attrazione , e i tradimenti molteplici di certi leader delle grandi formazioni politiche che non hanno mai consultato la loro base, non poteva ingoiare una tale pozione magica per farsi allucinare ancora. E’ per tutte queste ragioni che le organizzazioni democratiche di qualsiasi orientamento si sono riunite all’interno del Collettivo Non Toccare La Mia Costituzione per sbarrargli la strada.

V. La ribellione dei Touareg o il vaso di Pandora

Fin qui era andato tutto bene per ATT. Ma questa riforma costituzionale non poteva passare in alcun modo. Incompreso e bloccato nella sua impresa di manipolare la costituzione dal popolo del Mali, cosa gli restava se non che aprire il vaso di Pandora: la ribellione dei Touareg, la più grande piaga del nostro paese.

Quando è cominciata la crisi libica nel febbraio 2012, fu lo stesso ATT che incoraggiò esplicitamente i giovani Touareg a raggiungere le milizie di Gheddafi, con cui aveva fatto del Mali un protettorato libico. Di più, è molto probabile che ATT avesse delle entrature con AQMI (Al Qaida nel Maghreb islamico), poiché il leader attuale del gruppo terrorista d’Ansar Dine, che si è impadronito di Kidal e di Timbuctù (con le milizie comandate) da Iyad Ag Aly che non era altro che il console del Mali in Arabia Saudita nominato da ATT in persona. Sappiamo che Iyad Ag Aly è stato espulso dall’Arabia Saudita per traffico di droga, e connessione con gli islamisti, e sappiamo ugualmente che un aereo imbottito di cocaina è atterrato in pieno deserto del Mali senza che ciò suscitasse alcuna reazione da parte di ATT, questo ha messo in collera tutte le forze democratiche del Mali. Meglio, sappiamo inoltre da fonte sicura che ATT ha promosso il pilota di quell’aereo comandante nelle forze armate del Mali a mo’ di ricompensa e dei servizi resi. Così, sembra, ATT avrebbe incoraggiato il contrabbando e il traffico di droga nel nord del Mali.

 Dopo la caduta di Gheddafi , centinaia di giovani Touareg rientrarono nel Mali con armi e bagagli. ATT li accoglie in pompa magna, gli dà dei soldi, ma senza tuttavia disarmarli. Il suo obbiettivo era creare un piccolo caos al nord del Mali, credendo di poterlo inquadrare e contenere, per impedire le elezioni. Ma si è prodotto l’effetto contrario, perché il MNLA (Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad), più politico e più strutturato di tutte le rivolte precedenti, ha presto preso il sopravvento, e si è ingrandito. Per mostrare l’immagine di un vero generale(ATT si vantava di essere un fine conoscitore di guerre, e non smetteva mai di dare lezioni dicendo alla gente del Mali che aveva fatto la guerra e che sapeva in cosa consisteva in qualità di Generale e di vecchio emissario delle Nazioni Unite per la pace in Centrafrica) , questo signore mandò al fronte a Nord delle giovani reclute dell’esercito del Mali senza una formazione degna di tale nome, non addestrati per i combattimenti e per le condizioni dure del Sahara, e senza esperienza. E’ così che in modo esplicito e a conoscenza di causa il Generale ATT li ha mandati al macello. I giovani soldati caduti tra le mani dei Touareg e dei terroristi sono stati legati, sgozzati e sventrati a mo’ di rappresaglia.

Le immagini dei soldati umiliati ci arrivano attraverso i network e i telefoni cellulari. ATT cerca di soffocare l’affare raccontando sciocchezze alla televisione nazionale del Mali. Arriva fino a minacciare la popolazione, ingiungendogli, a parole sottintese ,di non reagire. La popolazione del Mali (impoverita a causa delle politiche di accaparramento dei beni del paese, delle privatizzazioni, licenziamenti, disoccupazione, clientelismo, corruzione, liquidazione della scuola e della sanità pubblica), con la morte nell’anima, si sono visti attaccati direttamente nel loro ultimo metro quadro di dignità nazionale dopo l’intervento televisivo di ATT che non ha convinto nessuno tranne lui e sua moglie.

All’indomani di questo show televisivo mancato, migliaia di donne, madri, sorelle e figlie dei soldati del campo di Kati (da dove è partito il colpo di stato del 22 marzo 2012) , vittime sia delle politiche machiavelliche, che delle entrature del loro proprio presidente con i ribelli touareg e i terroristi, sostenuti dalla popolazione di Bamako , marciano sul palazzo presidenziale di Koulouba. ATT ancora una volta minimizza la portata dell’evento e lo qualifica come “movimento d’umore”.

Organizza ancora uno show televisivo in modo hollywoodiano con le mogli dei soldati per spiegarsi, dimenticando che ciò che spiega l’accusa nei momenti in cui gli spiriti si scaldano. Ancora una volta si produce l’effetto contrario , perché questo show televisivo si è trasformato in un processo pubblico a ATT stesso, seguito in diretta da milioni di persone.

Le mogli dei soldati senza appello accusano ATT di ogni male:

ATT si dice che lei è il vero capo dei ribelli?

ATT si dice che lei informa i ribelli sulle posizioni e i movimenti delle nostre truppe?

ATT si dice che i nostri mariti soldati non mangino a sufficienza?

ATT si dice che mancano le munizioni al fronte perché lei rifiuta di mandarle ai soldati?

ATT si dice che lei rifiuti di dare l’ordine di attacco e di sparare?

(Alcune delle accuse che ATT subiva in diretta alla televisione nazionale del Mali)

Così dunque era chiaro, per qualsiasi osservatore, che il potere era a terra e recuperabile senza sforzo dal primo che avrebbe osato, ed è ciò che il CNRDRE (Comitato Nazionale di Riparazione della Democrazia e della Restaurazione dello Stato) ha compiuto il 22 marzo 2012, cacciando dal potere colui che si credeva al di sopra di tutto e intoccabile.

VI. La rettifica della democrazia in Mali

In un’ intervista da me data a Le Monde dicevo questo :  «il colpo di stato del 22 marzo 2012 era un sogno del popolo del Mali che i militari hanno trasformato in realtà » ci riverremo sopra.

Il 29 aprile 2012 , il popolo del Mali doveva eleggere il nuovo presidente della Repubblica, ma quando quel fellone di ATT ha aperto il vaso di Pandora (la ribellione Touareg) credendo di contenerlo, nessuno parlava più né si preoccupava più di elezioni. Così de facto et illico , il Mali cadeva nel vuoto giuridico e costituzionale, cosa che sarebbe servita ai soli interessi politici di ATT . Malgrado questa constatazione chiara come l’acqua di fonte, ATT con disonestà continuava ad affermare che le elezioni avrebbero sicuramente avuto luogo, ma sul terreno la realtà era ben un’altra : perché come può un paese in stato di guerra, e di cui una parte del territorio è sotto controllo dei ribelli Touareg, organizzare delle elezioni libere e trasparenti?

E’ per questo che si levarono delle voci per il rinvio delle elezioni tenuto conto della crisi a Nord del Mali. In effetti ATT non aveva nessuna probabilità di ottenere un terzo mandato, né di prolungare il suo mandato; in questo senso non aveva che la carta del Nord per destabilizzare il Mali, insomma la carta del diavolo che ha giocato contro il popolo del Mali con crudeltà. Ci era quasi riuscito , ma il popolo del Mali (voglio dire la maggioranza silenziosa vittima delle politiche funeree della rapace élite politico militare per gli affari dalla caduta della dittatura nel marzo 1991) e l’ala patriottica e repubblicana dell’esercito hanno saputo fermare l’emorragia mettendo fine con l’azione salvatrice del 22 marzo 2012 al regime del più grande criminale della storia del nostro paese. E’ per tutte queste ragioni che ATT (Amadou Toumani Touré) deve rispondere delle sue azioni di fronte all’Alta Corte di Giustizia del nostro paese per “alto tradimento”, come l’ha indicato il Capitano Amadou Haya Sanogo ilPresidente del CNRDRE
 

VII. La rivoluzione del 22 marzo 2012

Dal nostro modesto punto di vista , occorre chiamare le cose con il loro nome. Il 22 marzo 2012 è un atto salvifico e che cambierà le cose in Mali…

  1. La riparazione della democrazia
  2. La restaurazione dello Stato di diritto.

In effetti nella mia introduzione, ho spiegato l’essenza stessa della nostra democrazia che niente e nessuno ha il diritto di confiscare né di rivendicarne la paternità. E’ la lotta del nostro popolo, iniziata dalla notte dei tempi contro lo schiavismo, la colonizzazione, e la dittatura. Oggi è chiaro per tutti che ATT e i suoi accoliti l’hanno confiscata e l’hanno svuotata della sua sostanza lasciando la carcassa al popolo del Mali. Con le sue menzogne, le suo bestialità, le sue stupidaggini ci sembrava in quanto popolo che questo signore insultasse il nostro genio, prendesse in giro le nostre lotte. Bardato dai suoi padroni imperialisti (fondazione Jimmy Carter, Fondazione Georges Soros, le logge franco massoniche e demoniache) nessuno osava contraddirlo nella sua impresa nociva, eccetto qualche rara voce che predicava nel deserto. ATT ha ridotto lo stato del Mali al nulla e ha confiscato la democrazia.

VIII. I fattori esogeni della crisi del Mali

L’attuale crisi del Mali ha dei fattori esogeni di cui un ruolo importante è da attribuirsi agli Stati Uniti e alla Francia.

Prima gli Stati Uniti. Per rafforzare la loro egemonia mondiale, gli Stati Uniti volevano installare una base militare al Nord del Mali, non solo per condurre la loro pretesa lotta al terrorismo, ma anche per rafforzare la loro presenza militare in questa zona strategica di alto livello secondo gli specialisti. Ma grazie alla pressione dei movimenti sociali e a certi partiti politici , ATT non ha potuto soddisfare la richiesta statunitense. Ma è chiaro che ATT ha sempre lavorato attivamente per la riuscita di tale impresa. Se a ciò si aggiunge la Francia che vedeva con cattivo occhio che il suo orticello fosse invaso militarmente dagli Stati Uniti. Gli americani non hanno mai perdonato tale debolezza ad ATT e per punire il Mali, al di là degli annunci ad effetto e delle condanne gli USA hanno lasciato fare ad AQMI e non hanno mai voluto aiutare il Mali attivamente ed effettivamente nella lotta contro il ribelli Touareg e i terroristi islamici.

La Francia : in seguito al rifiuto del Mali di firmare “gli accordi di riammissione” ; una volta di più grazie alla vigilanza cittadina e politica del popolo del Mali e il loro sostenitori internazionali, la Francia aveva già cominciato a diffidare del Mali dal 2006.

IX. La questione degli ostaggi francesi detenuti da AQMI

Sei francesi sono prigionieri di AQMI (Al Qaida del Maghreb) nel deserto del Mali. Si può leggere tra le righe e senza grandi difficoltà, nelle successive dichiarazioni dei dirigenti francesi, che costoro si preoccupano più della vita dei loro compatrioti che di quella di più di quattordici milioni di abitanti del Mali, e della stabilità di un paese povero. Così, la Francia ha sempre fermamente impedito ad ATT di scatenare realmente la guerra ai ribelli Touareg e ai terroristi di AQMI, per preservare la vita degli ostaggi. Poiché AQMI , in passato, non ha esitato a giustiziare un ostaggio francese in seguito all’operazione fallita dell’esercito francese per salvarlo.

Riassumendo: tra i desideri espansionistici americani , e l’orticello francese, la vita degli ostaggi francesi, la presenza islamista, i gruppi armati ribelli, le ambizioni politiche di ATT per restare al potere, un esercito del Mali frammentato per consiglio degli esperti militari francesi e americani, una popolazione abbandonata a se stessa, cosa poteva restare al Mali se non la crisi che conosciamo oggi e lo smembramento?

X. La CEDEAO (Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest)

Il Consesso dei Capi di Stato illegittimi che agiscono e decidono in nome dei popoli dell’Africa dell’Ovest sanzionando (sul piano economico, politico e diplomatico) il Mali in seguito al Colpo di Stato del 22 marzo 2012 , non ha fatto che gettare l’olio sul fuoco, e ha dato il colpo di grazia ad un popolo martoriato.

Questa posizione della CEDEAO ci mostra senza dubbio che agisce sotto le ingiunzioni della Francia e degli Stati Uniti…

Da quando questa organizzazione si preoccupa della democrazia e dello stato di diritto?

Da quando si preoccupa dell’integrità territoriale del Mali o di uno dei suoi membri?

Dove era quando ATT voleva riformare la costituzione per mantenersi al potere?

Dove era quando i giovani soldati sono stati sgozzati e sventrati dai gruppi terroristi?

Come se il calvario che vive il popolo del Mali non bastasse, come se l’umiliazione che subisce il Mali non fosse sufficiente.

La CEDEAO benedetta dalle potenze imperialiste, condanna tutto il popolo sulla graticola. La CEDEAO con le sue sanzioni ha dichiarato guerra al popolo del Mali. In una settimana di sanzioni, gli ospedali di Bamako non hanno più corrente elettrica: conseguenza centinaia di morti al giorno per mancanza di cure. Le PME non funzionano più, il prezzo delle derrate di prima necessità sono esplosi, il carburante, le medicine mancano, le banche non hanno più credito, l’amministrazione va al rallentatore, il commercio è bloccato., le miniere sono chiuse, le pance vuote, si legge amarezza su tutti i visi, che dirvi dell’interno del paese, nelle nostre campagne, nei nostri villaggi i nostri piccoli villaggi la nostra cerchia in cui vive la maggioranza silenziosa scavalcata dagli avvenimenti, stordita, rincitrullita, ci sono tutte le condizioni per spedire il Mali in una guerra fratricida di cent’anni.

Donne e uomini del Mali , l’ora è grave, il nostro genio è sfidato, la nostra dignità sbeffeggiata, il nostro onore insudiciato. E’ giunta l’ora di parlare con una sola voce di superare le uguaglianze, le differenze, le frazioni, le appartenenze per un sussulto nazionale e per un popolo, uno scopo, una fede.

Informazioni complementari importanti :

Tenuto conto della gravità della situazione, non avevo né il tempo né la testa per pubblicare questa riflessione, perché scrivevo a braccio e in funzione della mia disponibilità. Centinaia di e mails mi sono state inviate (intasando la mia casella di posta) da ogni parte del mondo, domandandomi il nostro punto di vista su questa crisi che conosce il nostro paese. Non ho voluto reagire a caldo per evitare di esprimere frettolosamente un punto di vista sotto emozione e con il sentimento ferito di un patriota o ancora meno sotto pressione. Tuttavia c’erano dei pezzi mancanti di questa crisi che è solo all’inizio. Così qualsiasi analisi precipitosa poteva produrre l’effetto contrario, è per tutte queste ragioni che sono rimasto uguale a me stesso e soprattutto in questo momento crudele della storia del nostro paese. Così al giorno d’oggi ci si può pronunciare con obiettività su questa crisi del Mali da cui la presente modesta riflessione che sia gli uni che gli altri hanno il diritto di criticare o di sostenere.

In effetti in seguito all’accordo quadro tra CNRDRE ee la CEDEAO firmato il 6 aprile 2012, quest’ultima ha tolto le sue sanzioni criminali contro il popolo del Mali, ma il male è già fatto. La rivoluzione del 22 marzo 2012 ha messo in luce i crimini politici ed economici degli avvoltoi politico militari del Mali che hanno diretto il paese per quasi vent’anni . E’ chiaro che il 22 marzo sarà l’inizio di una nuova era per il Mali e che il popolo non sarà più spettatore del proprio destino.

Si batterà per portare al potere i suoi rappresentanti legittimi e autentici. Gli anni che verranno vedranno emergere una nuova classe politica di donne e di uomini preoccupati degli interessi del nostro popolo. Il male che il Mali di prima del 22 marzo 2012 ha conosciuto è dovuto senza dubbio all’indifferenza che ci ha portati in questa situazione.

Con l’occupazione del Nord da parte del MNLA, i terroristi, le popolazioni del Mali del Nord daranno mai fiducia ai politicanti del Sud che non hanno mai studiato obbiettivamente il problema dei Touareg. Questa situazione del Nord lascerà senza dubbio un seguito inaudito, le popolazioni del Mali del Nord constateranno che esse non possono che contare su se stesse, perché il fallimento dei politici che hanno venduto il paese è manifesta. In questo senso occorre il senso supremo della responsabilità, e un potere forte perché tutta la gente del Mali sia trattata in modo uguale. Secondo la testimonianza di alcuni nostri amici di Gao occupata dal MNLA, gli uffici amministrativi sono stati saccheggiati, gli esercizi commerciali e le banche sventrati, le donne violentate dai ribelli Touareg. Come si può pretendere di liberare un paese se sono state commesse tali atrocità?

Sul piano internazionale

Così questa crisi dimostra che il Mali non ha amici, e che nè gli Stati Uniti, nè la Francia ancora meno la Russia e la Cina alzeranno effettivamente un dito per salvare il Mali. Il Mali ha ora capito che il preteso ruolo (per esempio in materia di democrazia) non era che una scintilla. Si risveglia nella realtà amara e crudele per affrontare il suo destino.


Sul piano sotto-regionale
 
La CEDEAO sotto ingiunzione della Francia e degli Stati Uniti, vuole inviare delle truppe di terra per coprire l’integrità territoriale del Mali. Ma la storia ci insegna che le “forze straniere” si trasformeranno presto o tardi in forze di occupazione. In effetti sarebbe ingenuo credere che queste forze del CEDEAO vengano a morire per noi. Lo stesso il presidente ivoriano Alassane Quattara vuole ricollocare le sue vecchie milizie disoccupate in Mali. Il Mali, deve restare vigile su questo punto e deve dire no alle forze del CEDEAO. Se un qualsiasi ruolo deve essere giocato dal CEDEAO nella crisi del Mali, non può che essere fatto sotto un’ angolatura politica che possa aiutare il Mali ad uscire dalla crisi. Così, mi pare, deve essere il Mali a riconquistare il Nord politicamente o militarmente.

Al di là di tutto quello che abbiamo menzionato, la soluzione ai problemi del Mali deve venire dall’interno e non dall’esterno…occorre ad ogni costo malgrado l’urgenza della situazione, e le difficoltà nelle quali il Mali si trova oggi, occorrono delle soluzioni del Mali ai problemi del Mali senza ciò si produrrà un effetto contrario.

Qualsiasi soluzione esterna non avrà che degli effetti a corto termine, ma il male sussisterà per lunghi anni e risorgerà presto o tardi. Tocca all’insieme della gente del Mali discutere, scambiarsi (opinioni) senza tabù perché mai più tali situazioni si riproducano nel nostro paese e nell’Africa intera.

  Il testo di Bah è dell’aprile 2012, rimane comunque utilissimo per conoscere le dinamiche recenti in Mali. Investig’ation è un documentato sito di inchiesta belga coordinato da Michel Collon

(traduzione di Susanna Angeleri)

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