Con una operazione dei carabinieri è stata posta sotto sequestro tutta l’area dell’ex Italsider di Bagnoli (Napoli) ed è stata interdetta, attraverso la forma dell’amministrazione controllata, l’attività della società di trasformazione urbana “Bagnoli Futura”.
L’ipotesi della Magistratura è che attorno all’affaire/Bagnoli si sia posto in essere un patto affaristico e criminale, su più livelli, che avrebbe coinvolto i vertici di Bagnoli Futura, la società di trasformazione dell’ex acciaieria, ma anche un dirigente del Ministero dell’Ambiente, dirigenti del Comune e della Provincia ma anche tecnici e funzionari di Arpa e dell’Università.
Sui suoli dell’ex Ilva di Bagnoli e sul resto delle aree interessate agli insediamenti industriali della baia di Coroglio/Bagnoli non è mai stata effettuata nessuna seria operazione di bonifica dei terreni. Anzi gli interventi effettuati, nell’ultimo decennio, costati ben oltre 130 milioni di Euro, hanno peggiorato la situazione mettendo in serio pericolo la salute di chi vive quelle zone e l’equilibrio dell’intero habitat naturale.
Molto sinteticamente, da quello che si è riusciti ad apprendere dalle indiscrezioni giudiziarie, sembra che gli interventi effettuati in questi anni invece di rimuovere le cause del grave inquinamento del terreno, delle spiagge e dei fondali si siano limitati a spalmare i materiali tossici per tutta l’area causando – di fatto – un allargamento dei fattori di inquinamento.
Una situazione talmente grave e pericolosa la quale ha già prodotto alcune vittime accertate tra la popolazione. Infatti l’inchiesta giudiziaria prende il via dalla denuncia effettuata dopo un decesso di una giovane donna per cause riconducibili alla mancata bonifica dell’area.
A questo punto occorre fare alcune riflessioni per meglio inquadrare questa iniziativa giudiziaria:
Bagnoli e la sua bonifica sono stati, sempre, il fiore all’occhiello delle amministrazioni di centro sinistra dagli anni ’90 in poi. Bassolino e la Jervolino prima e Giggino De Magistris, dopo, hanno sempre usato la metafora di Bagnoli come paradigma di una evanescente, quanto fantasmagorica, città futura dove i tratti salienti dovevano essere il verde, le tecnologie dolci, l’occupazione nei settori della conoscenza e dell’immaterialità e tutto il corollario di mistificazioni post/moderne, agitate in chiave antioperaia ed antisociale, le quali sono rimaste lettera morta;
1) Bagnoli e la sua bonifica sono stati, sempre, il fiore all’occhiello delle amministrazioni di centro sinistra dagli anni ’90 in poi. Bassolino e la Jervolino prima e Giggino De Magistris, dopo, hanno sempre usato la metafora di Bagnoli come paradigma di una evanescente, quanto fantasmagorica, città futura dove i tratti salienti dovevano essere il verde, le tecnologie dolci, l’occupazione nei settori della conoscenza e dell’immaterialità e tutto il corollario di mistificazioni post/moderne, agitate in chiave antioperaia ed antisociale, le quali sono rimaste lettera morta;
2) Bagnoli, dopo la dismissione dell’Italsider, è stata travolta da una coltre di degrado culturale e materiale che sta distruggendo ciò che resta della passata composizione di classe e delle relative relazioni sociali che caratterizzavano positivamente questa zona dell’area metropolitana di Napoli. Gli stessi variegati fenomeni delinquenziali, ascrivibili al ciclo dell’economia criminale ed extralegale, hanno conosciuto una forte impennata negli ultimi anni in una zona che non aveva patito il profondo radicamento della Camorra come è avvenuto negli altri quartieri della città;
3) In questo contesto solo grazie all’attività controcorrente di poche esperienze come quella degli attivisti dell’Assise di Bagnoli o, più recentemente, dei compagni del Laboratorio Politico Iskra è potuta riprendere una sistematica iniziativa di controinformazione e di denuncia delle vere e proprie operazioni criminali consumate nel territorio di Bagnoli smascherando, puntualmente, gli inganni e le autentiche truffe che si sono succedute nel tempo. La stessa vicenda de La Città della Scienza nasce sotto questo imprimatur negativo in quanto la sua edificazione, agli inizi degli anni ’90, è avvenuta, non solo su suoli non bonificati, ma a ridosso della linea di costa in spregio alla volontà di recuperare l’integrità della spiaggia alla fruizione pubblica;
Alla luce di queste riflessioni preliminari riportiamo il Comunicato dell’Assise di Bagnoli che ci sembra faccia, correttamente, il punto della situazione nell’area di Bagnoli:
COMUNICATO STAMPA DELL’ASSISE CITTADINA PER BAGNOLI
L’Assise Cittadina per Bagnoli confida che i recenti sviluppi dell’indagine della Procura facciano finalmente luce sullo stato della bonifica di Bagnoli; sollecita inoltre l’estensione delle indagini anche alla situazione degli arenili, dove vigono concessioni turistico-balneari malgrado il persistere dell’inquinamento nel mare e su gran parte delle stesse spiagge, ed alla bonifica di Città della Scienza.
Occorre adesso aprire in città un confronto pubblico che riaffermi l’esigenza di realizzare un vero risanamento ambientale, il grande parco urbano ed il recupero del litorale a spiaggia pubblica, bandendo ogni strumentalizzazione della speculazione edilizia per realizzare porti, case ed alberghi sul lungomare. Secondo il principio europeo del “chi inquina paga”, i costi per la bonifica e la rimozione della colmata vanno attribuiti a Fintecna e CimiMontubi, eredi del patrimonio Italsider-Mededil ed ex concessionari demaniali.
L’Assise, con il comitato “Una spiaggia per tutti” ed il patrocinio del Comune di Napoli, organizza per il 10 ed 11 maggio un convegno sul recupero del litorale con la partecipazione di tecnici, amministratori ed operatori economici e sociali; molto importante sarà l’intervento di un funzionario dell’Ajuntamento di Barcellona che esporrà le modalità di recupero e gestione pubblica delle spiagge cittadine.
L’Assise Cittadina per Bagnoli considera positivamente la notizia che la Procura di Napoli ha questa mattina sottoposto a sequestro le ex aree industriali di Bagnoli che la BagnoliFutura SpA avrebbe dovuto risanare e riqualificare, iscrivendo nel registro degli indagati sia i vertici della Società di Trasformazione Urbana che quelli degli enti istituzionalmente preposti a certificare gli esiti della bonifica; l’indagine aperta nel 2008 trova finalmente un esito che permetterà di accertare lo stato di salute ambientale dell’area e le responsabilità di coloro che vi hanno operato. Da anni l’Assise chiedeva al Comune di Napoli una puntuale verifica pubblica sull’operato della BagnoliFutura, sia alla luce degli scarsi risultati conseguiti che delle numerose incongruenze procedurali, evidenziati anche dalla documentazione di enti istituzionali; appena il mese scorso, l’Assise aveva organizzato con il gruppo di Ricostruzione Democratica una lettura pubblica del rapporto sui SIN realizzato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo rifiuti, i cui pesanti giudizi sulla situazione di Bagnoli sono stati assunti dall’inchiesta della Procura.
L’inclusione della colmata a mare nelle aree sottoposte a sequestro pone il problema di estendere le indagini anche alle aree ad essa adiacenti site al di fuori della potestà di BagnoliFutura, verificando come sia possibile che numerose attività commerciali continuino ad operare sul litorale malgrado l’accertato inquinamento dello stesso. Poche settimane fa l’Assise ha consegnato all’Autorità Portuale ed alla Procura un esposto in cui chiede il ritiro delle concessioni turistico-balneari attive sul litorale e la verifica dello stato di salubrità ambientale dello stesso;infatti il mare risulta tuttora non balneabile e gli enti certificatori delle operazioni di bonifica e messa in sicurezza operate dal Commissariato Regionale alle Bonifiche sugli arenili sono gli stessi oggi sotto indagine da parte della Procura.
Il primo effetto positivo del sequestro è il blocco della procedura di vendita per i suoli ex Italsider siti lungo via Nuova Bagnoli, la cui asta scadeva il 22 aprile: una svendita attuata per sostenere economicamente la BagnoliFutura ma che avrebbe determinato l’ulteriore compromissione del patrimonio pubblico.Adesso, nell’attesa degli accertamenti giudiziari, è tempo che i cittadini riprendano la parola, la politica riassuma il suo ruolo e si apra una discussione pubblica sui destini dell’area di Bagnoli, fuori e dentro il Consiglio Comunale. Una discussione che deve bandire ogni posizione tesa a strumentalizzare l’attuale situazione per sabotare definitivamente gli obiettivi di utilità pubblica definiti dagli strumenti urbanistici: già infatti si sentono gli sciacalli di turno suonare la grancassa della speculazione edilizia, invocando il ridimensionamento della bonifica e delle attrezzature pubbliche, giudicate troppo costose, per fare spazio ad alberghi, case di lusso, porti e quant’altro ingrassi le loro tasche.Occorre invece ribadire che quegli obiettivi, a partire dal grande parco urbano e dal recupero del litorale alla balneazione, sono irrinunciabili per lo sviluppo civile ed economico di Napoli e vanno riconfermati, verificando modi più democratici, efficaci ed efficienti per la loro attuazione.Urge una grande battaglia politica per recuperare a livello nazionale le risorse necessarie alla bonifica dell’area, attribuendone i costi ai soggetti responsabili secondo il principio europeo del “chi inquina paga”: Fintecna e CimiMontubi, in quanto eredi del patrimonio Italsider-Mededil e concessionari demaniali, devono cedere gratuitamente le aree di loro pertinenza quale parziale risarcimento per il danno ambientale provocato e provvedere a rimuovere a loro spese la colmata a mare. Lo Stato italiano deve garantire il risanamento di un’ex area industriale che ha costituito uno dei maggiori centri produttivi del nostro paese, contribuendo allo sviluppo dell’intera comunità nazionale attraverso il sacrificio dell’ambiente naturale e della salute di generazioni di operai ed abitanti.
A questo proposito,l’Assise esprime la sua indignazione per le inopportune parole del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che,durante la sua visita alla Città della Scienza di Bagnoli,si è espresso per la ricostruzione in loco dei fabbricati distrutti dal recente incendio;sottolinea cheProfumo, così sollecito con il suo collega Passera nel reperire in pochi giorni decine di milioni di euro per la ricostruzione di Città della Scienza, è insieme a lui membro responsabile di quel governo Monti che ha tagliato senza scrupolo i fondi stanziati per la bonifica del litorale di Bagnoli; ricorda al ministro Profumo ed al presidente della Camera Grasso, anch’egli autore di analoghe dichiarazioni, chela potestà delle scelte urbanistiche in materia spetta al Comune di Napoli, come ha sottolineato con ben altro senso istituzionale il Commissario per la politica regionale europea Johannes Hahndurante la sua recente visita alla struttura di Coroglio;evidenzia la necessità di fare chiarezza sulla bonifica delle aree di Città della Scienza, operata dalla stessa fondazione Idis prima che entrassero in vigore i più stringenti parametri definiti dalla legge 471 del 1999, a cui invece deve attenersi la bonifica delle aree circostanti.
Il comitato “Una spiaggia per tutti”, di cui l’Assise è promotore, organizza per il 10 ed 11 maggio un convegno sul recupero ambientale e sociale del litorale di Bagnoli, per fare il punto sui problemi e le opportunità relativi alla bonifica del litorale ed al recupero degli arenili, con il contributo di tecnici, amministratori ed operatori economici. L’iniziativa è svolta con il patrocinio del Comune di Napoli e la partecipazione dell’Ajuntamento di Barcellona, che fornirà contribuiti dal vivo e documentari sul recupero e la gestione della locale spiaggia cittadina.
Napoli, 11 aprile 2013
Massimo Di Dato
Assise Cittadina per Bagnoli
cell. 340 217 6771
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