* www.manifestiamo.eu del 16 aprile 2013
Il partito sarà guidato dal co-fondatore Bernd Lucke, 50 anni professore di economia all’Università di Amburgo e tesserato di lungo corso (33 anni) della CDU, uscito dal partito nel 2011.
“Basta con questo euro” è lo slogan con il quale Alternative für Deutschland mira a conquistare gli elettori, a scompaginare il quadro politico tedesco e a posizionarsi a destra della CDU.
A chi gli chiede se il suo partito vuole la fine dell’Eurozona e il ritorno al marco, Lucke risponde che è “un’opzione”. Ruota attorno al netto no alla moneta unica e al ritorno al marco la strategia politica di Alternative für Deutschland, perché “l’euro divide l’Europa e la pacifica unificazione dell’Europa non ha bisogno di una valuta comune” dice Lucke.
Lucke parla di “eccitazione” per l’atmosfera che si respira nel partito, che conta 7.500 iscritti e 20.000 mi piace su facebook.Proprio su facebook il gruppo dirigente scrive di aver rinunciato al live streaming del congresso di fondazione per tutelare i membri “visto che nelle ultime settimane le nostre parole sono state citate falsamente, al di fuori del loro contesto e interpretate ad hoc in maniera sbagliata per danneggiarci”.
Punta in alto il nuovo partito ultraconservatore. L’obiettivo è l’ingresso in parlamento con un risultato a due cifre. Tendenzialmente a spese di CDU e CSU e FDP. La portavoce del partito Dagmar Metzger, titolare di un’agenzia di marketing a Monaco, ha fornito i dati dei nuovi iscritti affermando che alcune centinaia provengono dalle fila di CDU (600), CDS (130) e FDP (372) e da SPD (346), Piraten (91) e Grünen (67). Scorrendo la lista dei sostenitori visibile nel sito del partito, una sfilza di professori-dottori che comprende giornalisti, pubblicisti, economisti, docenti universitari, medici, manager, avvocati e politici, si capisce che l’area politica e di opinione in cui pescare voti è alto-borghese. Ma anche l’antieuropeismo tipico dell’estrema destra, contrario all’euro, e quella fascia di elettori – il 25 per cento euro scettici secondo l’istituto demoscopico Forsa – i Steurzahler, arrabbiati contro la moneta unica perché “i soldi dei contribuenti tedeschi finiscono nelle mani degli spreconi di altri paesi”.
A chi accusa Alternative für Deutschland di usare toni, parole e slogan della destra populista e radicale e persino di vicinanza politica, Lucke risponde che per ora non ci sono indicazioni di infiltrazioni e che ogni nuovo iscritto viene sottoposto a controllo su un eventuale passato di destra radicale.
Alternative für Deutschland vede come fumo negli occhi la politica dei fondi di salvataggio dell’euro di Angela Merkel, “falsamente priva di alternativa”. La giusta via, così nel programma del partito, è “un’ordinato scioglimento dell’Eurozona. La Germania non ha bisogno dell’euro. L’euro danneggia altri stati”.
E siccome la Germania si trova attualmente “nella più grave crisi della sua storia”, crisi che “minaccia il benessere di tutti noi perché l’introduzione dell’euro è stata una decisione fatale”, il nuovo partito propone:
$1· La reintroduzione delle valute nazionali o la creazione di una zona monetaria più piccola e più stabile. Il ripristino del marco non può essere un tabù.
$1· La modifica dei Trattati europei per permettere a qualunque stato l’uscita dall’Eurozona. Ogni popolo deve poter decidere democraticamente sulla propria moneta.
$1· Chiediamo che la Germania ottenga (forzandolo, ndr) il diritto di uscita dall’euro, bloccando con il suo veto qualsiasi ulteriore linea di credito all’ESM.
$1· Chiediamo che i costi della cosiddetta politica di salvataggio non siano sostenuti dai contribuenti (Steuerzahler). Banche, hedge fonds e grandi investitori privati sono i beneficiari di questa politica. Loro devono risponderne in prima persona.
Programma di destra? Non può sfuggire che anche a sinistra (in diversi paesi europei) c’è chi chiede o ha chiesto il ritorno alle monete nazionali, la possibilità di decidere tramite referendum sui trattati europei e sulla moneta unica e chi denuncia o ha denunciato che responsabili della crisi sono banche, hedge fonds e investitori privati e che la crisi la pagano i semplici cittadini.
“Non siamo né destra né di sinistra e non abbiamo bisogno di una guida ideologica” manda a dire Lucke a chi sostiene che AfD non si distanzia in modo inequivoco dalla destra radicale. Dichiarazione che però non basta a dissipare il sospetto di contiguità.
Il Daily Telegraph accredita al nuovo partito potenzialità di immediata minaccia per la Merkel e si dice sorpreso che un partito euroscettico non sia stato fondato prima. Il quotidiano conservatore di Londra ha anche rivelato contatti tra i Tories e Alternative für Deutschland parlando di “allenza segreta tra euroscettici alle spalle della Merkel”.
Per ora nessun segnale di nervosismo dai partiti di governo anche se Volker Kauder, capogruppo CDU in Parlamento, fa sapere di “prendere seriamente qualunque concorrenza politica. Tuttavia non credo che questo gruppo possa convincere le persone”.
Eppure, secondo il quotidiano liberal-conservatore Die Welt, il nuovo partito anti euro potrebbe segnare la fine del governo Merkel. Un sondaggio Infratest accredita ad Alternative für Deutschland un 24 per cento di potenziali elettori non traducibile giocoforza in voti sonanti. L’esempio del partito Piraten è ancora fresco ed emblematico di un potenziale che può sgonfiarsi in breve tempo.
In questo momento sono in pochi a credere che Alternative für Deutschland riesca a superare lo sbarramento del 5 per cento se davvero dovesse presentarsi alle elezioni politiche. Su una cosa però gli istituti demoscopici sembrano essere concordi: in caso di risultato elettorale di stretta misura tra le due coalizioni i voti per AfD potrebbero davvero diventare pericolosi per la Merkel.
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Altri Fratelli Mussulmani.