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Libertà per i prigionieri politici. Da Roma una forte iniziativa

 

La battaglia per l’indipendenza e per la giustizia sociale da sempre ha avvicinato i popoli in lotta contro l’imperialismo, con questo spirito e raccogliendo l’appello delle organizzazioni palestinesi, la Rete dei Comunisti insieme al Forum Palestina, al Collettivo Militant, al Capitolo italiano della Rete delle Reti in Difesa dell’Umanità ha organizzatouna mobilitazione unitaria per la liberazione dei detenuti politici rivoluzionari.
Alla manifestazione hanno dato l’adesione le diverse organizzazioni palestinesi in Italia, come l’UDAP, l’associazione Amici dei prigionieri politici palestinesi, la Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, le associazioni storiche di solidarietà come il Comitato con la Palestina nel cuore, insieme all’Associazione Nuestra America, a Radio Città Aperta, a vari centri sociali, alla numerosa comunità curda e all’Uiki.A Roma, Milano, Torino, Bologna Napoli, Cagliari, Genova ed in altre città italiane, promosse dal movimento di solidarietà internazionalista si sono tenute iniziative simili a sostegno della lotta dei prigionieri politici palestinesi.

Per il secondo anno consecutivo oltre 200 persone hanno manifestato a Roma davanti al Colosseo reclamando la liberazione dei prigionieri politici rivoluzionari di tutto il mondo, nella giornata internazionale del Prigioniero Palestinese.
Da due anni gli oltre 4700 prigionieri politici palestinesi detenuti da Israele hanno intensificato la loro lotta sostenuti da centinaia di associazioni in tutto il mondo, per chiedere la fine di un sistema di detenzione brutale, ingiusto e iniquo, il rispetto dei diritti umani e l’applicazione delle convenzioni internazionali che riguardano il trattamento dei detenuti, ignorate e calpestate da Israele. La “battaglia delle pance vuote” è lo sciopero della fame di uomini come Samer Issawi che rifiuta il cibo da 260 giorni, una lotta drammatica, condotta con estrema determinazione contro il sistema repressivo israeliano. Dalle carceri di Eshel, Ofer, Megido, Nafha, Ramon, Asqelan, Gilboa si leva forte la voce del popolo palestinese che parla il linguaggio universale della resistenza e che non si piega al terrorismo di stato israeliano. Questa lotta è la migliore espressione di reale e concreta unità all’interno del movimento di liberazione palestinese e deve necessariamente avere il sostegno internazionalista dei rivoluzionari in tutto il mondo.
La Rete dei Comunisti impegna tutte le sue organizzazioni di massa, i suoi siti e strumenti di comunicazione di massa in questo movimento di solidarietà internazionalista.
La comunità internazionale, Unione Europea e Stati Uniti in primo luogo, concedono ad Israele l’assoluta impunità e sostegno in cambio della difesa degli interessi dei paesi industrializzati nell’area del Mediterraneo,la stessa impunità che viene concessa alla Spagna e alla Turchia per reprimere i movimenti indipendentisti guidati dalla sinistra di classe.
La manifestazione ha visto la partecipazione dell’Unione Sindacale di Base che con la Federazione Sindacale Mondiale da sempre sostiene la battaglia di giustizia e la libertà dall’oppressione imperialista, molti sono i sindacalisti e militanti delle organizzazioni conflittuali e di classe che pagano col carcere duro e in molti casi con la morte la loro coerenza e il loro coraggio, come ad esempio in Colombia, in Perù, in Honduras, Guatemala ecc..
“Tanti popoli una lotta” era scritto nei nostri comunicati: la lotta di Cuba socialista rivoluzionaria, del popolo curdo e basco non è separata dalla lotta del popolo palestinese, non è diversa e non può essere separata dalla lotta di quanti in tutto il mondo si battono per il progresso e l’autodeterminazione del proprio popolo, in America Latina, in Africa ma anche in Europa. E’ lo stesso sistema di interessi economici e politici capitalisti e imperialisti che, in forme diverse da paese a paese, impone il suo dominio a danno dei popoli.

A fare da sfondo alla manifestazione tre grandi bandiere quella cubana, quella palestinese e quella curda insieme alle foto di Ocalan e a due striscioni; uno che ricordava i 600 prigionieri politici baschi ed il caso del giovane militante Lander, che la magistratura italiana ha deciso di estradare in Spagna; l’altro striscione con i volti di René González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González ricordava il caso dei 5 agenti cubani ingiustamente detenuti da 14 anni negli Stati Uniti.L’appello della manifestazione ricordava: “L’imperialismo non accetta chi si ribella al suo dominio, chi resiste e per questa ragione si accanisce contro la rivoluzione socialista cubana, con l’embargo economico, continui attacchi terroristici,che negli anni hanno provocato migliaia di morti; è in tale violento contesto che va collocata l’ingiusta detenzione di 5 agenti antiterroristi cubani che da 14 anni sono ostaggi di Washington,con l’unica accusa di aver scoperto e denunciato l’attività di formazioni terroristiche anticubane, promosse e sostenute dai diversi governi statunitensi”.Il caso dei 5 infatti è internazionalmente visto come un simbolo di riferimento della lotta contro la barbarie dell’imperialismo, allo stesso modo delle migliaia di palestinesi ingiustamente detenuti nelle carceri di Israele, del leader curdo Ocalan, dei dirigenti palestinesi come Ahmed Saadat e Marwan Barghouti.

Alla manifestazione si è unita una folta delegazione curda con bandiere e striscioni che ricordavano le migliaia di prigionieri politici sistematicamente sottoposti a alla tortura; uno striscione in particolare ricordava l’omicidio delle tre militanti kurde avvenuto all’inizio dell’anno a Parigi.In chiusura della manifestazione è stata letta una corrispondenza arrivata via facebook da Caracas, dove si trovava ospite del PSUV una delegazione della RdC, composta dal Professor Luciano Vasapollo e da Rita Martufi. Nel loro messaggio i compagni ricordavano che. “Il golpista Capriles e la sua banda fascista appoggiata dall’imperialismo è stata costretta a rinunciare alla manifestazione a Caracas grazie al costante presidio nelle strade e la forza della grande mobilitazione popolare chavista. Il grande senso di responsabilità del Presidente Maduro, delle Forze Armate, del Governo, del PSUV, del PCV, di tutte le forze rivoluzionarie con il popolo bolivariano stanno evitando che la situazione degeneri in guerra civile. Diamo la piena solidarietà al sit in di oggi al Colosseo a Roma per la libertà dei combattenti palestinesi, per la libertà dei 5 rivoluzionari cubani e per la libertà di tutti i prigionieri politici combattenti per la rivoluzione socialista internazionalista!

HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!”

Il 17 aprile è per noi la giornata degli uomini liberi che pagano con una ingiusta detenzione il loro impegno militante rivoluzionario al fianco del proprio popolo. Il mondo sta pagando i costi di una crisi economica generata da un modello politico ed economico ingiusto che priva i popoli dei diritti più elementari e li sottopone alla costante minaccia di guerra; un modello di sfruttamento che per sostenersi ha bisogno sempre più di reprimere i movimenti di lotta per l’affermazione dei propri diritti e l’emancipazione della classe lavoratrice.In Medio Oriente come in Europa e in America Latina i popoli sono chiamati a resistere contro lo sfruttamento capitalista e le mille forme che assume la guerra imperialista (militare, terrorismo, economica, finanziaria, sociale e politica).

Torneremo nelle piazze per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici combattenti per il socialismo.

Libertà per i prigionieri palestinesi, per i cinque rivoluzionari cubani, per i compagni baschi, per il popolo curdo.

Liberi tutti, liberi subito!

Libertà ed autodeterminazione per i popoli oppressi!

Rete dei Comunisti

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