Intervista a Margherita Dean, blogger italo-greca, giornalista e corrispondente da Atene per Radio Popolare.
Alba Dorata, partito i cui militanti esplicitamente si richiamano all’ideologia nazista, che anche in campagna elettorale ha sviluppato pratiche squadriste e pogrom per dare la caccia ai lavoratori immigrati, risulta essere, stando ai sondaggi, il terzo partito del paese. Quali le ragioni di un tale successo? Quali le più efficaci azioni di propaganda dell’organizzazione?
Intanto va detto che dopo l’omicidio del giovane antifascista Pavlos Fyssas, Alba Dorata, secondo i più recenti sondaggi, sembra iniziare a perdere parte della sua forza. Nel collegio elettorale Atene A, per esempio, è calata di due punti, dal 14 al 12 per cento. Comunque si potrà avere un quadro più preciso solo nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda la diffusione delle idee razziste nel corpo della società greca, certamente la crisi economica ha svolto la funzione di detonatore. Però ci sono anche pesanti responsabilità politiche da parte dei partiti tradizionali, che si sono fatti trascinare o, addirittura, hanno fatto gli occhi dolci al serbatoio elettorale dell’estrema destra. Spesso l’agenda politica è stata dettata dai fascisti, come nel caso dell’immigrazione. Tutti i partiti li hanno inseguiti su questo terreno: basti pensare che il ministro che ha fatto erigere il “muro” lungo i confini con Evros era del Pasok (Partito Socialista), e pure il ministro che ha fatto pubblicare le foto delle sieropositive arrestate era un suo compagno di partito. Nella campagna elettorale del giugno 2012 Samaras insisteva spesso sulla questione della “sicurezza dei confini”.
Quanto al consenso di cui gode Alba Dorata tra fasce importanti di elettori ha sicuramente contribuito l’imbarbarimento sociale portato dalla crisi. Però sapevano bene tutti cosa votavano. Alba dorata non è nata ieri ma nel 1993. Proprio pochi giorni prima delle elezioni di giugno 2012, tutti i greci hanno visto il candidato fascista Ilias Kasidiaris prendere a pugni una deputata comunista negli studi della TV Ant1. Dunque, quello ad Alba Dorata è un voto di protesta (migranti, crisi) ma talmente caratterizzato, politicamente – e moralmente -, che le radici vanno cercate in una prospettiva storica.
Un ruolo determinante, poi, nel successo elettorale di Alba Dorata lo hanno svolto i media. Un esempio è quello del degrado del centro storico di Atene. Per anni (e parlo di prima della crisi), il tema vendeva e sugli schermi televisivi apparivano i volti sbraitanti degli abitanti “indignati” dalla presenza dei migranti, in nome dell’illegalità dilagante, come denunciavano. Peccato che, già alle amministrative del 2010 (nelle quali Alba Dorata ottenne grande consenso ad Atene e riuscì a far eleggere il suo leader nel consiglio comunale), fu dimostrato come quegli stessi “abitanti indignati” non fossero altro che sostenitori dell’estrema destra.
Infine va anche detto che Alba Dorata è stata particolarmente abile nell’avvicinarsi alle fasce del disagio più profondo: distribuzione di viveri, medicinali e vestiario (per soli greci, ovviamente); aiuti di vario genere. Ad esempio, un anno fa mi trovai in una sede locale della formazione per scoprirvi che ogni giovedì pomeriggio una psicologa era gratuitamente a disposizione dei cittadini che lo volessero. E in tempi di crisi un sostegno psicologico è prezioso ma chi se lo può permettere? Non il serbatoio elettorale principale di Alba dorata: giovani e adulti della piccola borghesia, vittime della crisi e, al tempo, privi di strumenti capaci di far loro comprendere la gravità di un voto ad una organizzazione apertamente razzista.
Le reazioni di piazza a seguito dell’assassinio del rapper Pavlos Fyssas sono state molto decise, coinvolgendo, oltre ai militanti di sinistra, tantissimi cittadini comuni. Non temi però che le forze politiche al governo possano avvalorare tesi “degli opposti estremismi” e strategie della tensione volte ad accreditarsi come uniche garanti dell’ordine sociale ed eludendo in tal modo le gravissime responsabilità che hanno nei confronti dello stesso sviluppo di Alba Dorata?
Lo temo molto e in parte sta già succedendo. I consiglieri più vicini a Samaras e il primo ministro stesso (creando imbarazzi all’interno del loro stesso partito, Nea Dimocratia) rimangono fedeli alla linea dei “due estremi” per cui Syriza sarebbe l’estremismo uguale e contrario ad Alba Dorata. L’esempio più lampante è proprio di questi giorni: Samaras ha rifiutato che il Parlamento discutesse in seduta plenaria dello squadrismo di Alba Dorata puntando, invece, a una discussione sulla “violenza” in genere.
Sembra che il governo greco abbia avviato le procedure per mettere Alba Dorata fuori legge. Pensi che tale esito sia possibile? Può, a tuo avviso, essere la soluzione adatta per contrastarla?
Mettere Alba Dorata fuori legge non è possibile, stando alla costituzione greca. Le leggi attuali sono però sufficienti a contrastarla. Lo sa anche la magistratura le cui indagini sono volte a dimostrare che Alba Dorata rientra nella fattispecie della “organizzazione criminale”. Una definizione che calza a pennello.
Non posso comunque fare previsioni e mi limito ad osservare come la strada intrapresa, anche se con un ritardo mortifero, dalla magistratura e dal ministero dell’ordine pubblico, è importantissima e sacrosanta. Il vero rischio che vedo, nelle ultime ore, è che il braccio politico di Alba Dorata decida di giocare la carta disperata delle dimissioni in massa dei deputati. Questo significherebbe elezioni nei collegi interessati. Il governo di Nea Dimocratia avrebbe, allora, gioco facile a fare campagna elettorale presentandosi come unico garante dell’ordine.
Qualche esponente di Syriza sorride amaro, dicendo che “questo è il governo più fortunato del mondo”.
Alle elezioni del giugno 2012 Alba Dorata ha ricevuto un grande sostegno tra le forze di polizia. Anche nei fatti di questi giorni diverse testimonianze hanno riportato la collusione tra poliziotti e militanti d’estrema destra. Non trovi preoccupanti queste unità d’intenti tra apparati dello stato e squadristi?
La presa che Alba Dorata ha sulle forze dell’ordine è pregnante. Spesso, qui in Grecia, per la strada si ha paura sia dei militanti neonazisti che della polizia. In egual modo. Ci si chiede nell’eventualità di un attacco da parte dei primi a chi chiedere aiuto. È anche saltato fuori che ufficiali delle forze speciali dell’esercito sono coinvolti nelle esercitazioni delle cosiddette “squadre d’assalto” di Alba Dorata; credo, però, che l’esercito nel suo insieme sia stato meno permeato rispetto alle forze dell’ordine.
Rimane comunque un fatto: è urgente un’inchiesta sistematica e profonda all’interno delle forze armate e di polizia per scovare e allontanare tutto ciò che è nemico della democrazia. In parte il processo è avviato, almeno nella polizia, ma temo che richiederà tempo.
Lo stesso a dirsi della società. Perché, anche ammesso che Alba Dorata venga infine neutralizzata, la società greca dovrà chiedersi come abbia potuto prendere forma questa vicenda politicamente e culturalmente orribile.
* http://megachip.globalist.it – 27 settembre 2013
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