Hai tra i 24 e i 35 anni? Sei laureato e disoccupato? Non stai partecipando a nessuna attività formativa/master? Insomma, sei un Neet (Non in Education, Employment, or Training)? Perfetto, “AMVA- Giovani Laureati Neet” fa per te! Questo nuovo progetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali consiste nella promozione di 3000 percorsi di tirocini destinati a “giovani-neet” residenti in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia. Il tirocinio prevede una retribuzione di 500€ lordi se viene svolto nella regione di residenza, oppure di 1300€ se svolto nelle altre regioni.
L’obiettivo è quello di “offrire un percorso di tirocinio della durata di 6 mesi, che consenta di arricchire il proprio curriculum con una concreta esperienza professionale in azienda, lavorando gomito a gomito con i lavoratori più esperti e sotto la supervisione di un tutor”.
Apparentemente uno strumento per aiutare chi “ancora fa fatica a trovare un’occupazione”, in realtà, però, è l’ennesima finta-soluzione che, nel concreto, si rivela essere un’ulteriore arma nelle mani del capitale.
Infatti, analizzando con attenzione l’intero progetto, ci accorgiamo che, pur essendoci una retribuzione delle attività svolte, in sostanza si ripropone uno schema visto e rivisto: i 10 milioni di euro stanziati per questo progetto sono tutti fondi pubblici, il che significa che le aziende disporranno di manodopera gratuita pronta per essere sfruttata praticamente a costo zero, non pagando nemmeno i contributi sui tirocinandi e usufruendo di sgravi fiscali!
In secondo luogo, si escludono dalla partecipazione al tirocinio tutti quei giovani disoccupati che non hanno mai intrapreso o che non hanno avuto la possibilità di terminare gli studi universitari, lasciando ai margini, di fatto, una larga fascia della popolazione delle regioni a cui il progetto si rivolge.
Ma non è finita qui: chi vuole continuare il proprio tirocinio deve preoccuparsi di rimanere disoccupato! Infatti – si legge nel testo ministeriale – “la perdita dello status di disoccupato/inoccupato del tirocinante” può essere causa di interruzione anticipata del tirocinio. Quindi, nel caso un giovane dovesse svolgere il tirocinio nella sua regione di residenza, dovrebbe riuscire nella mission impossible di sopravvivere con 500€ al mese e con una ”prospettiva di occupazione” di soli sei mesi!
Come se non bastasse, è espressamente previsto nel bando che “l’azienda avrà l’opportunità di valutare le competenze del tirocinante e la sua utilità e idoneità a essere inserito nella struttura lavorativa, fermo restando che essa non ha alcun vincolo di successiva stabilimizzazione”.
ll rapporto tra tirocinante e azienda ospitante può essere in qualsiasi momento interrotto per “rinuncia espressa e motivata del soggetto ospitante” con la possibilità di sostituire il tirocinante escluso con un altro tirocinante.
Insomma, dietro la più volte richiamata necessità di esperienze lavorative nelle aziende e di stage e tirocini facilmente accessibili, si nascondono sfruttamento e assenza di diritti per chi lavora, mentre – per la gioia di aziende e padroni – si blindano i profitti nel ricatto della precarietà e della flessibilità, strutturali all’attuale mercato del lavoro e oramai sempre più normalizzati.
Come nel caso dell’ultimo DL scuola, con provvedimenti che non risolvono assolutamente i problemi e le contraddizioni presenti, ma che anzi ne aumentano l’effetto, il Governo cerca di sedare il dissenso e il forte disagio sociale che riguardano tanto i ”giovani” neet quanto i ”vecchi” lavoratori sfruttati o disoccupati.
Non ci accontentiamo dei contentini e delle briciole che provano a propinarci ogni giorno!
Crediamo che ora più che mai sia necessario organizzare, dare voce, forza, progetto a tutta la rabbia che loro tentano di placare, perchè questa possa effettivamente provare a incidere sull’esistente e a rovesciarlo!
Riappropriati del presente, costruisci il tuo futuro!
Cambia il tempo!
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