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Bollicine colonialiste. Perché boicottare l’israeliana SodaStream?

I popolari magazzini di elettronica Euronics la propongono in promozione in queste settimane. sui canali RAI, in questi mesi estivi andrà in onda una campagna pubblicitaria piuttosto articolata. Ci saranno anche degli spot di televendita all’interno del quiz “Reazione a Catena” condotto da Amadeus su RAI Uno. Stiamo parlando della israeliana SodaStream, la macchinetta che fa le bollicine dell’acqua e la rende più gradevole.  La Sodastream ha una fabbrica in una tra le più grandi colonie israeliane costruite illegalmente nei Territori palestinesi occupati. Facciamo sentire alla RAI il nostro NO alla promozione da parte del “servizio pubblico” di una dittà che trae profitto dal regime coloniale israeliano di apartheid e di occupazione a discapito del popolo palestinese.

La Sodastream ha intensificato la sua campagna pubblicitaria, alla quale aveva prestato l’immagine l’attrice Scarlett Johansson, proprio per contrastare la campagna di boicottaggio che ha ottenuto risultati interessanti. Addirittura il Soros Fund Management, l’ufficio di famiglia dell’investitore miliardario George Soros, ha venduto la sua partecipazione azionaria in SodaStream (anche se il suo ufficio stampa smentisce di aver avuto delle azioni dell’azienda).

Per saperne di più sulla campagna contro la Sodastream, è utile documentarsi qua sotto su quanto denuncia la campagna internazionale Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) contro Israele.

L’acqua è limpida…gli affari di SODASTREAM in Palestina, NO!

Sodastream, ditta israeliana che produce gasatori per l’acqua di rubinetto, spacciati per prodotti “eco-chic”, nasconde delle brutte verità:

  • La sua principale fabbrica si trova in un insediamento israeliano nei Territori palestinesi occupati; gli insediamenti sono ritenuti illegali dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dalla Corte Internazionale di Giustizia e da tutte le istituzioni europee.
  • Finanzia direttamente l’insediamento attraverso le tasse comunali che vengono utilizzate esclusivamente per sostenere la crescita e sviluppo.
  • Finanzia anche, tramite le tasse comunali, la famigerata discarica israeliana di Abu Dis, dove vengono scaricate 1100 tonnellate di rifiuti israeliani al giorno su terre rubate ai Palestinesi, inquinando corsi d’acqua e terre nelle vicinanze.
  • Sfrutta la manodopera palestinese, sottoponendola a condizioni di lavoro discriminatorie e a licenziamenti indiscriminati, come testimoniano gli stessi lavoratori. L’occupazione israeliana impedisce, del resto, lo sviluppo di un’economia palestinese.

FINTO AMBIENTALISMO. VERE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

Con campagne pubblicitarie milionarie, in Italia Sodastream punta a coinvolgere persone, organizzazioni e enti locali che hanno a cuore l’ambiente. NON CI CASCHIAMO!

Legambiente, che aveva stipulato un contratto di sponsorizzazione con Sodastream, venuta a conoscenza delle violazioni dei diritti umani, ha rescisso il contratto. WWF, ignaro, coinvolto in un’iniziativa promozionale di Sodastream, ha negato l’uso del proprio logo. Oxfam Italia ha sospeso i rapporti con Paola Maugeri a causa del suo ruolo da testimonial per Sodastream. E il Comune di Trieste ha ritirato un prodotto Sodastream previsto come premio per un concorso sulla raccolta differenziata.

NO alle bollicine di Sodastream!

Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente e i diritti umani di vigilare e di attivarsi per impedire che gli enti locali e le organizzazioni intraprendano rapporti con Sodasatream.

Oltre 1400 persone, insieme a 30 comitati, ONG, associazioni e collettivi, hanno firmata la lettera ai rivenditori italiani chiedendo la sospensione della vendita dei prodotti Sodastream.

Sarà utile che in queste settimane i lettori di Contropiano si adoperino per informare di questa campagna i clienti della catena Euronics. Qui di seguito invece il testo di una lettera di protesta per la pubblicità a Sodrastream da inviare alla Rai.

Secondo quanto riportato, i prodotti SodaStream, commercializzati in Italia da SodaStream Italia, saranno oggetto, a partire dal 10 agosto, di importanti telepromozioni da 90” all’interno del programma “Reazione a Catena” e di spot tv da 20” nelle fasce precedenti e successivi ai principali programmi sui canali Rai1, Rai2, Rai3, Rai4, RaiNews24 e Rai Premium.

SodaStream è un’azienda che opera in palese violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, e che trae profitto dal regime coloniale israeliano di apartheid e di occupazione a discapito del popolo palestinese.

Il principale sito produttivo della Sodastream si trova a Ma’ale Adumim, una tra le più grandi colonie israeliane costruite illegalmente nei Territori palestinesi occupati. In questo contesto, SodaStream beneficia di terra e risorse idriche confiscate ai proprietari palestinesi, di forza lavoro palestinese sfruttata, di sgravi fiscali e di norme sul lavoro e sulla protezione dell’ambiente che non vengono applicate.

Inoltre, Sodastream, attraverso le imposte comunali, sostiene le finanze della colonia di Ma’ale Adumim, che è anche responsabile della gestione della discarica di Abu Dis, anch’essa costruita illegalmente sui terreni confiscati ai palestinesi, dove ogni giorno vengono scaricate più di 1.100 tonnellate di rifiuti provenienti da Gerusalemme e da altri insediamenti israeliani in territorio occupato.

È del tutto inaccettabile che la RAI, azienda finanziata in parte con fondi pubblici, venda spazi pubblicitari e dia risalto ad una compagnia che trae profitto dall’occupazione militare e dalla sofferenza del popolo palestinese. 

In proposito, recentemente l’Unione Europea ha diramato raccomandazioni che intendono sensibilizzare i cittadini e gli ambienti economici europei sui rischi associati alla conduzione di attività economiche e finanziarie negli insediamenti. 

Pubblicizzando i prodotti SodaStream, non solo sarete sostenitori delle gravi violazioni del diritto internazionale che Israele commette quotidianamente, ma starete anche traendo indirettamente profitto da un regime coloniale che, praticando l’apartheid, nega i fondamentali diritti umani ad un intero popolo.

Alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni nella Striscia di Gaza ad opera di Israele, dove più di 1800 persone hanno perso la vita, vi invitiamo a riconsiderare la vostre politiche di promozione pubblicitaria.

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