Alla notizia, circa una settimana fa, che la la legge di stabilità ideata dal governo non prevede i fondi necessari per la ricostruzione post-terremoto, il comitato aquilano 3e32 aveva subito risposto chiedendo di spostare a L’Aquila i soldi destinati al Tav. Questa proposta, così semplice e logica, viene ora rilanciata attraverso una lettera e un invito pubblico al Presidente della Comunità Montana Sandro Plano e agli amministratori No Tav, che pubblichiamo:
Caro Presidente Sandro Plano,
abbiamo letto con interesse la tua denuncia sulla mancanza di fondi nella legge di stabilità per la ricostruzione dei territori dell’aquilano colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.
Tra le nostre montagne e la vostra valle, del resto, si è ormai da tempo instaurata una sincera solidarietà, testimoniata dalla vostra presenza alla manifestazione nazionale svolta all’Aquila nel novembre 2010 e dalla partecipazione di cittadine e cittadini abruzzesi a molte delle vostre iniziative.
Ci accomuna, credo, la visione che, nella destinazione delle risorse, un Paese che voglia dirsi civile non possa rinunciare alla salvaguardia del territorio e al confronto continuo con la popolazione che ne è custode.
Invece, la legge di stabilità in discussione assegna risorse insignificanti alla messa in sicurezza del territorio dai rischi sismici e idrogeologici, insufficienti anche solo per dare avvio a politiche serie di prevenzione.
Noi crediamo che sia assolutamente necessario intervenire prima che le disgrazie accadano: con una regolare attività di ripristino e tutela, si creerebbero posti di lavoro stabili e utili, con la prevenzione si risparmierebbero risorse e, soprattutto, tante vite. E’ la nostra storia che ci impone questa battaglia: mai più come a Gianpilieri, mai più come L’Aquila.
La storia stessa ci chiama alla sfida della ricostruzione, una ricostruzione che vorremmo sicura, equa e partecipata, ma che, dopo più di quattro anni, stenta ancora a partire.
Al di là delle responsabilità locali, che sarebbe poco onesto occultare, un dato di fatto incontrovertibile è che nella legge di stabilità sono stanziati zero euro di nuove risorse per la ricostruzione dei nostri territori. Significa decretare la morte delle nostre città, lo spopolamento inesorabile con l’esodo dei nostri ragazzi, la certezza amara per i nostri anziani di non rivedere la propria casa.
Significa decretare che nel nostro Paese è passata la cultura di un federalismo becero ed egoista a fronte di quella di una comunità solidale.
Crediamo che questo sia inaccettabile per tutti quelli che lottano per la tutela dei beni comuni, imprescindibile dalla partecipazione attiva delle comunità locali.
Lo Stato che già ci ha “invaso” con le cricche di affari vicine a Guido Bertolaso, calpestando la volontà popolare e infliggendo ferite profonde al nostro territorio, oggi continua a ignorare le nostre istanze.
Un meccanismo che voi ben conoscete e che combattete da anni con tenacia. Perché non è possibile devastare un territorio, infischiandose delle cittadine e dei cittadini che vi abitano e inseguendo un modello di sviluppo di cui l’attualità sta ormai decretando la sconfitta.
L’unica grande opera necessaria è la messa in sicurezza di tutti i territori.
Anche noi chiediamo che le risorse per il Tav in Val di Susa e l’acquisto degli F-35 siano destinate alla prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, ai precari, alla scuola, a una ricostruzione sicura e partecipata dei nostri centri.
Per questo sarebbe per noi un onore ospitarti nella nostra terra accompagnato dai sindaci della comunità montana che rappresenti. Sarebbe un segnale per tutta la politica: due territori devastati per diverse ragioni, ma uniti nella consapevolezza che solo con la partecipazione e la condivisione delle scelte
si possono cambiare le cose, che le lotte hanno un respiro comune e solidale quando si tratta di rispetto dei territori e delle popolazioni che li abitano.
L’Aquila 22 ottobre 2013
Ettore Di Cesare, Consigliere comunale Gruppo civico consiliare Appello per L’Aquila
www.appelloperlaquila.org
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