E' salito per ora a 247 il numero dei morti accertati per il terremoto, a riferirlo è il Dipartimento della Protezione Civile. I feriti in ospedale sono 264. Alle 5:17 cìè stata nuova scossa di magnitudo 4.5, chiaramente avvertita nelle Marche, nel Lazio e in Abruzzo. Dall'inizio dello sciame e fino alle 7 di stamane, sono state registrate 460 scosse; solo 2 hanno superato 5 di magnitudo, una è la scossa principale. Sono quasi quattromila tra Lazio e Marche le persone costrette a lasciare le proprie case tra residenti e villeggianti giunti nei paesi per l'estate. Il numero più alto si registra ad Accumoli, epicentro del terremoto. Qui gli sfollati sono 2.500, molti i villeggianti per i quali si sta allestendo un riparo, con il sindaco che comunque li invita a lasciare il paese. A Pescara del Tronto, martoriata con un bilancio provvisorio di 20 morti, la Protezione Civile conta di poter ospitare fino a 250 persone, grazie alle tende montate dai volontari e erette accanto ad una cucina che servirà ad offrire un pasto caldo. Un altro grande centro è stato allestito a Rieti, mentre gli albergatori dell'Aquila mettono a disposizione le proprie strutture.
Si è messa in moto anche la solidarietà popolare. Un primo centro di raccolta coordinato dalle Brigate di Solidarietà Attiva è stato avviato a Campi del Tronto (Ascoli Piceno) sulla via Salaria.
Intanto cominciano anche ad emergere valutazioni critiche sullo stato del territorio in rapporto alla vulnerabilità sismica.. "Facciamo sempre i soliti discorsi ma vediamo che non cambia nulla. Siamo il paese europeo con numero record di frane e alluvioni, siamo territorio sismico eppure per chi ci governa quando qualcosa succede è sempre una fatalità: bisognerebbe smetterla di pensare in questo modo e cominciare a ripensare seriamente al territorio" ha affermato in una intervista sull'HP il geologo Mario Tozzi, " siccome ormai è chiaro che dobbiamo avere a che fare con i terremoti dovremmo costruire e fare una manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati, i soldi devono essere impiegati in questo modo: è la priorità".
Non mancano sollecitazioni e sottolineature anche sul piano dell'organizzazione dei soccorsi. Una voce viene dalla Croce Rossa. “Vogliamo partire per le zone terremotate e svolgere il nostro lavoro, vogliamo rispondere agli appelli dei Sindaci di Amatrice, di Accumoli, di Posta, di Arquata del Tronto e di Pescara del Tronto. Noi soccorritori della CRI siamo pronti a partire, ma non ce lo permettono”, la denuncia viene da Mirco Jurinovic, dirigente sindacale di USB e soccorritore qualificato della Croce Rossa Italiana della Lombardia, che continua: “Da Marzo 2015, cioè dalla riforma che ha privatizzato la CRI, mi ritrovo, insieme ad altri 200 soccorritori, a pattugliare a piedi le strade di Milano, svolgendo un servizio di pochissima utilità per i cittadini e dispendioso, sia in termini economici sia, soprattutto, di professionalità che viene dispersa”.
L’Unione Sindacale di Base CRI rende noto che in tutta Italia sono circa 900 i soccorritori dell’Ente altamente qualificati e non utilizzati per operazioni di soccorso, i quali dal prossimo 1 settembre verranno messi in mobilità e utilizzati in diversi uffici della Pubblica Amministrazione dove ci sono carenze d’organico. “Domani – prosegue Jurinovic – sottoporremo la questione al Prefetto di Milano, perché questa situazione è inaccettabile. Bisogna ridare funzione e dignità a personale altamente qualificato che per colpa del decreto 178/2012 non presta più servizio sulle ambulanze e che da settembre rischia di finire la carriera dietro la scrivania di un qualsiasi ente pubblico. Tutto questo accade in un paese ad alto rischio sismico e idrogeologico, che da un lato taglia risorse e privatizza servizi quali la CRI e i Vigili del Fuoco, mentre dall’altro finanzia missioni di guerra in tutto il mondo”.
“Metteteci in condizione di partire e di essere coordinati nelle operazioni di soccorso. Vogliamo essere utili, poter far fronte alle richieste di aiuto che dalle zone terremotate rimbombano nelle nostre orecchie. Siamo pagati e vogliamo svolgere la nostra professione per quello che è sempre stata – conclude il sindacalista USB – cioè una missione di aiuto verso chi ne ha bisogno”.
Nel sostenere le istanze di questi lavoratori, l’USB promuove il presidio che si terrà oggi, 25 agosto alle ore 15.00 presso la Prefettura di Milano, a cui invita tutti i cittadini.
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