Un documento di analisi sulla disoccupazione elaborato dall’ufficio regionale europeo della Federazione Sindacale Mondiale.
La disoccupazione , caratteristica insita nel capitalismo, è diventata un modo di vita per 10 milioni di lavoratori nel mondo. E’ il sistema capitalistico ad essere responsabile della disoccupazione che ha come unico obbiettivo la massimizzazione dei profitti e e la considerazione della forza lavoro come merce a buon mercato.
L’esistenza di masse di disoccupati è la precondizione per lavoro a buon mercato o ciò che lo stesso Marx aveva definito come l’esercito industriale di riserva.
Lo sfruttamento del lavoro è la fonte del profitto dato che il lavoro a basso costo significa profitti ancora maggiori per il capitale.
D’altra parte il capitale, avendo come criterio fondamentale il più ampio profitto possibile, individua branche e settori economici nei quali investire e in molti casi le imprese sono trasferite altrove.
In questo quadro, per esempio, le fabbriche di auto in Belgio hanno chiuso e trasferito il lavoro in altri paesi con salari più bassi.
L’esportazione di capitale è un ‘arma potentissima nelle mani dei monopoli per estendere il loro dominio e l’area dello sfruttamento capitalistico.
Lo scoppio della crisi capitalista mondiale sta rendendo ancora più grave la condizione della classe lavoratrice ed anche la prospettiva di trovare un lavoro è sempre più ristretta a causa dei licenziamenti di massa di lavoratori nel mondo con il risultato di un aumento del tasso di disoccupazione nelle compagnie di tutto il mondo che rappresenta la più dura espressione della crisi globale.
Inoltre le conseguenze della globalizzazione dell’economia capitalista, ,in particolare la disoccupazione, sta assumendo la forma della disoccupazione globalizzata per cui milioni di persone rimangono per sempre o per molti anni senza lavoro, costrette ad affrontare le conseguenze sul piano sociale come l’esclusione e la marginalizzazione, costrette all’emigrazione e di conseguenza la crescita del razzismo e dei partiti dell’estrema destra.
L’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO E LA DISOCCUPAZIONE
La stessa ILO ha messo in guardia sull’impatto che avrà la disoccupazione sulla coesione sociale , aumento dei crimini, depressione, uso delle droghe mentre cresceranno i pericoli di disordini sociali specialmente nei paesi avanzati.
Come si sa la disoccupazione in larga misura riflette il tasso di crescita dell’economia.
L’Ilo, nel suo ultimo Rapporto ha fatto notare come l’austerità sta strangolando ogni speranza di crescita. Più specificatamente l’Ilo mette in guardia sul fatto che in Europa, a causa delle severe misure fiscali e le drammatiche riforme nel mercato del lavoro, le percentuali di occupazione non torneranno ai livelli pre-crisi prima del 2016. Al contrario, l’Ilo stima che le percentuali di disoccupazione, in particolare nei Paesi dell’Europa del Sud,a causa della severa austerità arriveranno a livelli senza precedenti.
In questo Rapporto sul trend della disoccupazione 2013 , l’Ilo prevede un aumento di 5.1 milioni così che il numero totale aumenterà a 202 milioni superando il numero record del 2009, inoltre si prevede che la disoccupazione aumenterà ulteriormente nel 2014 ed i disoccupati arriveranno a 205 milioni.
LA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA
Nell’Unione Europea la Grecia continua a registrare il tasso più alto di disoccupazione con una percentuale complessiva del 27 % e del 62,5% tra i giovani sotto i 25 anni stima riferita a Febbraio 2013 dell’Eurostat , il servizio europeo di statistica.
Da notare che i risultati pubblicati da Eurostat sono riferiti ad Aprile 2013 mentre per la Grecia i dati si riferiscono a Febbraio 2013.
Sempre secondo Eurostat ad Aprile 2013 la disoccupazione dell’Eurozona ha avuto un lieve incremento in rapporto a Marzo dello stesso anno, specificatamente dal 12,1% al 12,2% mentre nei 27 stati membri della UE la disoccupazione è rimasta stabile all’11%.
La disoccupazione in un mese è aumentata di 104000 unità nei 27 Paesi e di 95.000 nell’Euro zona.
Complessivamente sono state registrate 26.588.000 persone senza lavoro nell’Unione Europea e 19.375.000 nell’Eurozona.
I più alti livelli di disoccupazione – dati Febbraio 2013 – in Europa sono registrati in Grecia 27%, Spagna 26,8%, Portogallo 17,8%, quelli più bassi in Austria4,9%, Germania 5,4%, Lussemburgo 5,6%, Olanda 6,5%.
In Grecia, inoltre, l’aumento più forte della disoccupazione è stato raggiunto in un anno dal 21% del Febbraio 2012 al 27% del Febbraio 2013.
Dopo la Grecia il maggior aumento e’ stato raggiunto da Cipro dal 11,2 % al 15,6 %, Spagna dal dal 24,4 al 26,8 % e Portogallo dal 15,4 al 17,8 %.
L’Italia ha raggiunto il massimo della disoccupazione dal 1977 con ulteriori 390.000 disoccupati rispetto al 2012 portando il totale dei disoccupati a 3.200.000 pari al 12,5%.
Molto più grave e’ la situazione della disoccupazione giovanile ,tra 15e 20anni, che ha raggiunto il 40% pari a 650.000 persone con un aumento del 4,4% rispetto al 2012.
La grave e profonda crisi economica a Cipro e’ il risultato dell’accordo di Marzo 2013,tra l’ Eurogruppo ed il governo cipriota , il Memorandum e la sua applicazione che ha portato ad un drammatico aumento del numero dei disoccupati che ci aspetta arriverà al 17%.
Secondo i dati mensili di Eurostat , da Maggio a Cipro la disoccupazione ha raggiunto la percentuale più alta, rispetto all’anno precedente,tra tutti stati membri della UE. I dati dell’Istituto , riferiti a Settembre, la disoccupazione era al 17,1% registrando un aumento del 4,4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
La disoccupazione giovanile sta assumendo dimensioni esplosive considerato che il 43,9% dei giovani con più di 25 anni e’ senza lavoro.
LA DISOCCUPAZIONE ED I GIOVANI
I giovani oggi sono particolarmente colpiti dalla disoccupazione, la parte più viva e creativa della società, la categoria più vulnerabile tra i lavoratori, stanno subendo giornalmente le conseguenze della crisi economica globale e delle politiche contro i lavoratori.
Il risultato di queste politiche e di queste pratiche e’ che le giovani generazioni oggi sono tra i gruppi più vulnerabili della società costretti a confrontarsi con un futuro di incertezze e di disoccupazione .
Con l’inasprimento dei fenomeni della crisi capitalista viene smascherata l’incapacità del sistema capitalista a trovare soluzione ai problemi dei giovani ed a garantire loro i diritti fondamentali.
I giovani, quindi, diventano vittime delle forme flessibili di lavoro, senza la protezione di contratti nazionali, subiscono discriminazione , marginalizzazione ed esclusione sociale. Sono costretti a lavorare con varie forme di flessibilità , come part-time, con contratti individuali in luoghi di lavoro malsani e senza diritti sindacali.
Oggi i giovani sono costretti a vivere in un ambiente violento e competitivo dove il diritto al lavoro e’ subordinato alla competitività ed al tentativo di massimizzare il profitto.
La disoccupazione e’ un incubo per ogni giovane.
Dal 2012 l’ Ilo ha messo in guardia sul pericolo che la disoccupazione crei una generazione perduta tra i giovani.
Oggi nella UE 27 milioni di persone sono senza lavoro e fuori dal mercato del lavoro con tutte le drammatiche conseguenze sociali che questo comporta e contemporaneamente il numero dei giovani disoccupati aumenta rapidamente.
In base ai dati diffusi dalle Autorità di Statistica a Febbraio 2013 la disoccupazione tra i giovani ha raggiunto il 64,20% in Grecia – dal 50,40 del febbraio 2012- in Spagna il 55,50% – dal 50,5 del 2012; in Italia il 38,7% – dal31,90 – in Portogallo il 38,60% – dal 35,40 – in Slovacchia il 35,90%, in Irlanda il 30,80%, a Cipro il 28,40%, in Francia il 26,90%; mentre in Belgio, Finlandia, Lussemburgo ed Estonia la percentuale e’ oltre il 20%.
Le corrispondenti percentuali per i 27 Paesi dell’Unione Europea e l’Eurozona ammontano rispettivamente al 23,60% e al 24,20% che vuol dire 5.694.000 e 3.581.000 giovani disoccupati sotto i 25 anni.
La percentuale complessiva dei giovani occupati degli ultimi 4 anni e’ diminuita di 5 punti passando dal 37,30% al 32,80% che significa quindi una diminuzione tre volte più alta rispetto ai lavoratori più anziani.
DISOCCUPAZIONE E POVERTA’
Un recente Rapporto del Parlamento Europeo contro la povertà e l’esclusione sociale illustra nella maniera più realistica il nuovo mosaico della povertà e della esclusione sociale creato in Europa.
In base alle cifre del Rapporto il numero delle persone che vive sotto il livello di povertà in Europa dal 2009 ad oggi e’balzato da 80 a 116 milioni con una continua tendenza all’aumento.
In base alle previsioni diffuse dall’organizzazione Oxfam i poveri in Europa nel 2025 raggiungeranno i 146 milioni a causa delle drastiche misure di austerità .
Lo scoppio della crisi capitalista internazionale ha peggiorato la situazione ed ha prodotto un impatto devastante che ogni giorno i lavoratori subiscono.
Nell’Unione Europea oggi milioni di persone cercano disperatamente lavoro e vivono il dramma della disoccupazione e contemporaneamente milioni di persone sono minacciate dalla povertà .
La caratteristica di questa minaccia e’ l’attacco al ceto medio in tutta l’Europa.
In paesi come la Bulgaria e la Romania la povertà colpisce metà della popolazione, mentre nella repubblica Ceca, Paesi Bassi e Svezia il livello di povertà è passato dal 14 al 16% sul totale della popolazione.
Si tratta di lavoratori che, nella nuova condizione di crisi capitalista,sono costretti a lavorare in una condizione incerta senza previdenza e senza gli altri diritti.
Quando la crisi del sistema si aggrava e aumenta, e lo stesso sistema capitalista pensa alla necessità di una lotta, è chiaro che l’unica strada per i disoccupati , ma anche per tutta la classe lavoratrice, è l’organizzazione, la solidarietà di classe e l’unità delle lotte con il movimento di classe per un lavoro stabile e con i diritti , con contratti nazionali e retribuzioni adeguate, previdenza e istruzione e sanità gratuite.
DICEMBRE 2013
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