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Convocare l’assemblea congressuale per costituire il movimento per Ross@ soggetto politico

PREMESSA

La sola risposta possibile all’itinerario politico fin qui percorso da Ross@ deve essere quella del rilancio immediato del progetto di costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra anticapitalista, d’opposizione e d’alternativa. L’approdo considerato ottimale è quello della realizzazione del movimento “Ross@ per un soggetto politico” da intendersi come punto di riferimento decisivo per affrontare il vero e proprio vuoto creatosi nel corso degli anni.

Un vuoto confermato dalla scelta compiuta con la Lista Tsipras, dimostrazione compiuta della subalternità all’esistente, dell’assenza di soggettività e dell’incapacità di esercitare autonomia politica e ideale nella prospettiva di disegnare una concreta trasformazione del modello di società.

L’idea di trasformazione del modello di società sembra proprio non appartenere più ai residui di quella che fu la sedicente sinistra radicale.

Quest’assenza di soggettività rappresenta la vera ragione della discrasia venuta a crearsi tra l’inasprimento delle condizioni materiali di vita delle masse popolari causato dalla ferocia della gestione capitalistica della fase e l’assenza di un conflitto sociale dai caratteri universalistici e non settoriale e/o neo-corporativi.

Ross@ soggetto politico dovrà affrontare, sia sul piano teorico, sia su quello dell’iniziativa immediata le grandi contraddizioni che stanno presentandosi nell’immediato:

Sul piano internazionale: lo spostamento d’asse che sta verificandosi proprio in questi giorni, dalla crisi ucraina, con il ritorno sulla scena mondiale della logica di confronto bipolare tra gli opposti imperialismi (egualmente pericolosi) USA-Russia. Sotto quest’aspetto cambia di segno anche la qualità dello scontro in occasione delle elezioni europee: fermo restando la necessità di continuare a combattere l’Europa delle banche e dell’austerità si pone anche l’esigenza di ragionare (e fronteggiare) la realtà di una nuova “solidarietà atlantica” che pone l’Unione Europea nell’orbita di una sostanziale subalternità agli USA in un quadro complessivo di caduta dell’ipotesi di multipolarismo, di corsa al riarmo, del propagarsi di venti di guerra;

Sul piano interno: appare evidente l’accelerazione violenta verso una stretta autoritaria nel tentativo di cancellare i livelli minimi di rappresentanza politica (in questo quadro si colloca, naturalmente, anche il discorso sulla rappresentatività sindacale) e di riduzione del ruolo dei corpi intermedi, esaltando meccanismi di decisionismo e personalizzazione contrari a quanto contenuto nella Costituzione Repubblicana fondata sulla centralità del Parlamento. Intanto si assumono provvedimenti di tipo populistico di presunto taglio dei “costi della politica” che si realizzano, in realtà, in tagli della “democrazia”. Provvedimenti che si accompagnano all’ulteriore precarizzazione del lavoro e di riduzione ulteriore del poco che rimane del welfare state che si verifica in un Paese martoriato dalla cementificazione, del disastro dell’assetto del territorio, dell’esplosione di laceranti conflitti tra il lavoro e la tutela dell’ambiente ( un esempio di temi che ci riportano all’interrogativo sui modi e sulle forme della produzione, all’idea dell’ecocentrismo. Aria, Acqua, Clima rappresentano gli interlocutori essenziali e indispensabili per qualsiasi progetto di futuro), la sempiterna “questione morale” non certo riducibile ad un semplice fatto di tangenti, l’egemonia esercitata dalla criminalità organizzata in parti vitali del Paese non semplicemente al Sud, dell’informazione – in particolare di quella televisiva – sempre più dominata dalle logiche di appartenenza del potere.

Il tema della svolta autoritaria va ripreso comprendendo come vi si ravveda un pericolo molto più profondo della – pur grave – progressiva riduzione del rapporto tra politica e società realizzato al fine di “tagliare” il più possibile dell’insieme dei bisogni sociali. Dall’atteggiamento dei “media”, dal comportamento dell’insieme del quadro politico istituzionale, dal profilarsi di un autoritarismo capace di permeare gran parte della società, dall’espressione di una vera e propria “filosofia della crisi” da parte del grande capitale appare emerge una linea (come ben si è visto nell’occasione della recente manifestazione del 12 Aprile scorso) fondata sull’idea della repressione e dell’emarginazione di qualsiasi forma di dissenso espresso sia sul piano politico, sia su quello sociale. Compare l’ombra pesante della “normalizzazione”, includente anche il richiamo al rischio di non meglio precisate forme di “violenza”. Occorre avere la consapevolezza che è in ballo l’essenza stessa di un fatto democratico fondamentale per il funzionamento di un sistema politico: quello dell’opposizione. Un’opposizione che sappia connettere diverse soggettività ed espressioni del dissenso sociale, riuscendo a rappresentare e a progettare un’alternativa di sistema. Il conflitto sociale è indispensabile ma eguale valenza possiede la capacità di sintesi e di progettualità politica: è da questo intreccio, dalla capacità del “pensare” e del “fare” di una soggettività che intendiamo realizzare per far compiere un salto di qualità al dissenso trasformandolo in opposizione politica;

E’ necessaria, dunque, la messa in campo di una ipotesi di nuova soggettività politica posta alla ricerca di una dimensione concretamente antagonista al capitalismo. Una soggettività che non si potrà, comunque, realizzare semplicemente attraverso un’operazione di stampo politicista, al di fuori del protagonismo con i soggetti sociali coinvolti nelle difficoltà del quotidiano. Per questo motivo è necessario produrre meccanismo di efficace relazione con i movimenti sociali, riflettere sulla necessità di ricomposizione del mondo del lavoro, ripensare alla struttura del soggetto politico recuperando gli elementi fondamentali dell’azione politica di massa esercitata dai partiti nel corso del secolo scorso, senza alcuna velleità nostalgica ma pensando davvero a quanto di innovazione potrebbe esserci in quel portato storico rispetto alla frantumazione politica e sociale che stiamo vivendo oggi. Si tratta di rischiare oggi delle scelte per progettare quello che potremo essere domani.

DISPOSITIVO

In questo quadro sicuramente difficile e drammatico ma al riguardo del quale non è possibile l’indifferenza o il semplice acconciamento all’esistente , Ross@ ha il compito di proseguire il proprio cammino così come era stato già delineato nella assemblea nazionale del 22 dicembre 2013 convocando l’Assemblea Costituente.

A tal fine l’Assemblea degli iscritti a Ross@ di Savona:

ritiene preziosa e fondamentale la presenza sui territori dei vari collettivi di Ross@, che operano nelle realtà locali attivando e promuovendo attività politica sui temi del diritto alla casa, alla salute, al lavoro, all’istruzione, all’ambiente, dell’agibilità democratica politica, sociale e sindacale interpretando ed agendo il conflitto sociale (oggi frammentato e troppo spesso tradotto in forme movimentiste o protestatarie) restituendogli una dimensione complessiva e compiuta.

Questa attività politica deve trovare spazio di condivisione e sintesi di progetto e obiettivo: per questo si ritiene necessario procedere da subito ad un riscontro e confronto da realizzarsi a livelli intra e infra regionali, in sedi utili alla più ampia partecipazione degli aderenti, a partire dalla proposta di analisi esposta in premessa e sulla base delle ragioni della nascita di Ross@ contenute nei dieci punti programmatici del maggio 2013.

Per queste ragioni gli iscritti di Ross@ Savona danno mandato al proprio coordinamento locale di attivarsi per promuovere questa prima fase di analisi e verifica con le altre realtà locali di Ross@. Allo scopo potranno essere organizzati incontri e iniziative a livello provinciale e regionale. Egualmente risulterà di grande importanza il confronto con soggetti diversi, di movimento e/o politicamente strutturati, appartenenti all’area dell’alternativa allo scopo di costruire percorsi comuni e momenti unitari.

– avanza, a livello nazionale, l’indicazione che il coordinamento politico vari, nei tempi già stabiliti, il percorso costituente formando tre gruppi di lavoro:

a) sullo statuto;

b) per la stesura di un documento congressuale di “progetto”;

c) per tracciare una ipotesi di struttura organizzativa che tenga conto delle esigenze d’innovazione in questo campo derivanti anche dall’utilizzo dei nuovi strumenti della tecnologia informatica.

I gruppi di lavoro dovranno riferire in tempi brevi al “plenum” del coordinamento politico nazionale cui spetterà il compito di varare i testi definitivi proponendoli al dibattito delle assemblee territoriali cui spetterà il compito di discuterli e di eleggere i delegati che comporranno la platea dell’Assemblea Congressuale.

Gli iscritti di Ross@ Savona, riuniti in assemblea, richiedono pertanto la convocazione in tempi brevi di una riunione del coordinamento politico nazionale allo scopo di fissare i termini politico – organizzativi necessari per avviare il percorso dell’Assemblea Congressuale.

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