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La democrazia è dissenso

Mercoledì 7 aprile abbiamo aderito al presidio lanciato da Ross@ per contestare il Partito Democratico durante nel giorno del lancio della campagna elettorale per le elezioni europee, e nei giorni di discussione parlamentare sul decreto legge sul lavoro (job act). L’iniziativa che ne è seguita ha suscitato le grida d’allarme e d’isteria del Partito Democratico, che pensava che nella loro roccaforte di Bologna, le loro politiche antipopolari e la loro propaganda sull’Unione Europea sarebbero state accettate senza alcuna espressione di dissenso. 

Le accuse di squadrismo fascista e di “antidemocraticità” che giungono dai giornali di partito e dai sindacati complici (CGIL, CISL e UIL) nonché dalle istituzioni locali, appaiono quantomeno ridicole e strumentali considerando il ruolo che questi soggetti stanno svolgendo nell’attuale fase politica. Parla di democrazia un partito che si trova al governo senza alcun passaggio elettorale e legittimazione popolare; che a colpi di fiducia approva le misure che condannano le fasce sociali più deboli a un’erosione di diritti e delle proprie condizioni materiali senza precedenti; che inscena la farsa della corsa elettorale per un parlamento, quello europeo, privo di ogni potere legistativo; che ha promosso e promuove la costruzione del super-stato europeo che difende il grande capitale contro gli interessi delle classi popolari dei paesi più deboli. 

La vera violenza la praticano tutti i giorni quei governi che applicano senza battere ciglia le misure di austerità che vengono imposte dai tecnocrati di Bruxelles. Non ci inganna la faccia da bravo scout di provincia di Renzi e del suo gruppo di spavaldi giovani arrivisti. Abbiamo letto tra le righe del Job Act quelle stesse necessità che venivano richieste dal piano Hertz già qualche anno fa e che ora viene imposta a tutti i paesi dell’Unione. 

Proprio oggi che esce la maxi inchiesta contro gli appalti all’Expo, e che vedono coinvolti pezzi consistenti di quel apparato economico che è il sistema delle cooperative, spina dorsale di tutta la politica del PD, i dirigenti di questo partito e i suoi giornali di riferimento spendono intere pagine  contro chi legittimamente costruisce percorsi di resistenza alla macelleria sociale a cui stiamo assistendo. 

Non saranno le parole e le denunce di chi, da dentro le stanze di un hotel di lusso, completamente avulso dalla realtà che lo circonda e dalle mille difficoltà che ogni giorno sono costretti ad affrontare le classi sociali più deboli, a fermare i nostri percorsi e le nostre lotte. 

Noi Restiamo  9/ 5/ 2014

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