Di questi “boatos”, da qui ad aprile, ne sentiremo molti. Una volta il Pd, una volta la Lega o i berluscones semi-orfani del leader. Tutti quanti spingeranno su un tasto o sull’altro per far vedere che “loro” – una volta tornati a palazzo Chigi – faranno una politica completamente diversa.
Chiacchiere elettorali, naturalmente. Il “programma di governo” è saldamente inchiodato dal Fiscal Compact e dal “pareggio di bilancio” inscritto a forza nella Costituzione. Per non parlare degli attacchi speculativi dei mercati internazionali. E tutti e tre i maggiori partiti sosterranno fedelmente Monti fino all’ultimo giorno utile, per poi distaccarsene durante tutta la campagna elettorale.
A urne chiuse, qualsiasi sia il risultato, voteranno per Monti al Quirinale oppure a palazzo Chigi. A noi sembra più probabile la prima soluzione, che trasformerebbe l’Italia in una repubblica presidenziale de facto, con un presidente “incaricato”, con tanto di programma consegnato nelle sue mani dalla troika, da far rispettare a quegli scapocchioni della “politica” ancora impegnati nei loro giochi infantili (le primarie) e ad arraffare risorse pubbliche ormai ridotte all’osso (hanno ridotto per legge le “disponibilità” dei consiglieri regionale del 94%, mica scherzi).
Questo, nella società politica, è noto a tutti. Ma se vogliono che qualcuno li voti ancora un po’ di “flanella” tocca metterla in scena. Qualche media servizievole che parli di “scontro” tra governo e parlamento si trova sempre…
Non ne siete convinti? Nella stessa giornata, ieri, Mario Monti ha speigato al mondo che “la politica italiana è cambiata, sta dando prova di grande coesione”. Un punto fondamentale per trattenere il più possibile, grazie anche alla “tranquillità” dei sindacati complici, il malcontento popolare crescente.
Esodati, il Governo boccia la proposta Damiano: non c’è la copertura finanziaria
Lettere su lettere tra Commissione Lavoro alla Camera e ministero e Tesoro per estendere la platea dei lavoratori esodati da salvaguardare. Ma sullo sfondo il rischio che alla fine il Governo blocchi la proposta di legge bipartisan, per estendere la platea dei “salvaguardati” che potranno andare in pensione con le regole pre-riforma Fornero. Questo pomeriggio il testo è stato all’ordine del giorno nell’aula della Camera per la discussione generale.
No del Governo alla proposta di legge sugli esodati Il Governo avrebbe detto no alla proposta Damiano (Pd) che amplia la platea degli esodati e modifica la riforma delle pensioni, introducendo una serie di scalini per consentire ai lavoratori di 58 anni di andare in pensione con 35 anni di contributi fino al 2017. Secondo indiscrezioni, il problema della proposta, condivisa anche da Pdl, Udc e opposizioni, sarebbe la copertura, 5 miliardi di maggiori tasse sui giochi.
La commissione Finanze: la copertura non venga dalla tassazione dei giochi online
Nel testo bipartisan le coperture venivano individuate nella tassazione dei giochi online ma la norma è stata bocciata dalla commissione Finanze della Camera che nel suo parere ha invitato a individuare «una diversa fonte di copertura, in quanto le misure di incremento delle entrate derivanti dai giochi pubblici, oltre a non determinare il gettito aggiuntivo necessario per far fronte agli oneri del provvedimento, rischierebbero di compromettere le stesse entrate erariali finora assicurate da tale comparto».Damiano: il Governo trovi un’altra copertura Damiano é incredulo e «stupito»: non c’é la copertura? «E allora il governo ne trovi un’altra», commenta. Nel Salva Italia é previsto un risparmio di 12 miliardi con la riforma delle pensioni, attacca, «ne sono stati spesi 9 per gli esodati, quindi ce ne sono almeno 3». Intervenendo in Aula, Damiano ha chiarito: «Non crediamo che sia giusta la strada di inseguire i numeri. Partiamo dal diritto di vedere riconoscere la possibilità di ricorrere alle vecchie regole quando si è senza retribuzione e senza pensione; non è una battaglia di principio, è una battaglia di indispensabile giustizia sociale».
Cazzola (Pdl): abbiamo caricato come un tir questo provvedimento Nel suo intervento il deputato del Pdl Giuliano Cazzola ha criticato l’operato della Commissione Lavoro, di cui è vicepresidente. «Abbiamo forzato – ha riconosciuto nel suo intervento in Aula – . Questo provvedimento lo abbiamo caricato come un tir e se ci andrà bene uscirà dall’aula come una motoretta». È un progetto di legge, ha osservato Cazzola, «che non é coperto, che costa un occhio della testa e i 5 miliardi sono assolutamente inventati. Abbiamo sollevato un polverone che lascerà delusi coloro che erano stati irresponsabilmente illusi».
Il carteggio sul provvedimento L’ultima risposta del ministro Elsa Fornero é arrivata la settimana scorsa. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa, aveva chiesto al responsabile del Welfare dati tecnici per andare avanti con il lavoro parlamentare riguardo al provvedimento sugli esodati. L’esponente del governo in una lettera ha ribadito che tra esecutivo e Parlamento c’é leale collaborazione e che il ministero aveva sollecitato la Ragioneria a fornire i numeri. Moffa ha scritto anche al ministro Vittorio Grilli, ottenendo dal dicastero dell’Economia l’assicurazione che i dati sarebbero arrivati al più presto. «La Commissione Bilancio ha bisogno della relazione tecnica per fornire il proprio parere», dice Moffa. I dati della Ragioneria, viene spiegato, potrebbero arrivare già domani.
La lettera del ministro del 7 agosto In realtà il ministro aveva già messo in evidenza, in una lettera inviata il 7 agosto al presidente della Commissione Lavoro della Camera Silvano Moffa, che occorre fare ogni sforzo per evitare il rischio di misure che, se non adeguatamente comprese in sede internazionale, compromettano gli sforzi di stabilizzazione finanziaria. Nella comunicazione, che pubblichiamo, è “sconsigliata” l’adozione, in questa fase, di scelte «non adeguatamente ponderate». Allo stesso tempo, ricorda Fornero, serve un lavoro collegiale da parte dei vari ministeri coinvolti (in primis: il Ministero dell’economia e delle finanze) nonchè «l’opportunità di calare le ulteriori misure che dovranno essere adottate in materia pensionistica nel delicato quadro congiunturale che attualmente interessa l’Italia». La lettera si conclude in questo modo: «Ritengo – scrive il ministro – che esistano le condizioni per chiedere alla Commissione un congruo differimento dell’esame del Ddl, che stimerei nell’arco di circa un mese. Chiedo – conclude Fornero – un suo autorevole intervento nei confronti della Commissione da lei presieduta affinché l’esame del Ddl venga differito agli inizi del mese di settembre».
Mastrapasqua: nessuna criticità sul Super Inps Non solo esodati. Il progetto cosiddetto “Super Inps”? Fino ad oggi non è emersa alcuna criticità. «Stiamo organizzando l’integrazione con due grandi enti – ha detto il presidente dell’istituto di previdenza Antonio Mastrapasqua, a margine di un convegno all’Università Bocconi di Milano, riferendosi all’accorpamento con l’Enpals e Inpdap – ma sino ad oggi non ci sono criticità».
Il presidente dell’Inps ha poi negato che ci siano stati attriti tra lui e il ministro del Lavoro Elsa Fornero sulla platea dei lavoratori esodati. «Il rapporto con il ministro Fornero – ha affermato – c’era, c’é e ci sarà sempre anche dopo i nostri attuali incarichi. È un rapporto di grandissima stima, riconosciuta e reciproca».Allo studio una revisione della governance dell’Istituto Mastrapasqua ha anche chiarito che é allo studio una revisione della governance dell’Inps: «Il dibattito c’é, ma a livello parlamentare. È sicuramente uno dei temi che il ministro ha posto nelle sedi governative e parlamentari».
da Il Sole 24 Ore
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